Venerdì 20 novembre il Senato ha approvato, con 164 voti favorevoli, 116 contrari e 2 astenuti, il maxiemendamento interamente sostitutivo del ddl di stabilità 2016, sul quale il Governo aveva posto la questione di fiducia.
Il testo passa all’esame della Camera dei deputati.
Nel corso della seduta le opposizioni hanno concordemente criticato la mancata approvazione del piano per il Sud, l’assenza di norme previdenziali per risolvere il problema degli esodati, i tagli alle Regioni che si ripercuoteranno sui servizi essenziali, i mancati stanziamenti per la sicurezza e l’intelligence. Quanto all’impostazione della manovra, i Gruppi di centrodestra, che abolirono l’ICI, hanno condiviso gli interventi su IMU e TASI, ritenendo però che l’alleggerimento delle imposte avrebbe dovuto essere finanziato con riduzioni di spesa, non con un maggiore indebitamento che comporta in prospettiva un aumento della pressione fiscale.
LN, CR, FI-PdL e GAL hanno posto l’accento sul breve respiro e sulle finalità elettorali della manovra, che rinuncia alla spending review e al risanamento dei conti pubblici. Dal 2011 il Pil è crollato, mentre il debito è aumentato di 285 miliardi. Gli interventi del Governo non hanno avuto impatto sulla modesta crescita dovuta alla congiuntura internazionale e al quantitative easing della BCE. Sugli anni 2017-2019 pesano inoltre clausole di salvaguardia per 54 miliardi.
M5S e Misto-SEL hanno invece lamentato la mancanza di politiche redistributive e di sostegno al reddito per ridurre le diseguaglianze crescenti, nonché l’assenza di investimenti nella ricerca, di politiche industriali e di interventi ambientali. M5S, in particolare, ha criticato la dispersione delle risorse in rivoli microsettoriali e la norma sull’uso del contante; ha ricordato inoltre il tentativo del PD di deregolamentare il gioco d’azzardo. SEL ha negato il carattere espansivo della manovra, che interviene in modo iniquo sulla tassazione immobiliare, senza aggiornare i valori catastali, agevola le imprese ma non prevede un piano per il lavoro, impone tagli alla sanità, regala risorse alle scuole private, favorisce l’evasione fiscale.
I Gruppi di maggioranza hanno ricordato i principali interventi della manovra: la neutralizzazione nel 2016 degli aumenti di Iva e accise, l’esenzione IMU sui terreni agricoli e sui macchinari imbullonati, l’esenzione TASI per la prima casa e le agevolazioni per gli affitti, il bonus per gli ammortamenti, la proroga, nella misura del 40 per cento, degli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato, la proroga delle detrazioni per ristrutturazioni e riqualificazione energetica, l’istituzione del Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale.
Il Senato ha poi approvato la Nota di variazioni, presentata dal Ministro dell’economia ed esaminata dalla Commissione bilancio, e il ddl bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2016 e bilancio pluriennale per il triennio 2016-2018 nel complesso.
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