Capo I – PRINCIPI GENERALI – Artt. 1-18

D.P.R. 28 luglio 2000 n. 270

“Regolamento di esecuzione dell’accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale” (G.U. 2.10.2000 n. 230, S.O. n.165/L)
(1/5)
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visto l’articolo 48 della legge 23 dicembre 1978, n. 833;
Visto l’articolo 8, comma 1, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, modificato ed integrato dal decreto legislativo 7 dicembre 1993, n. 517, e dal decreto legislativo 19 giugno 1999, n. 229, recante norme per la disciplina del rapporto fra il Servizio sanitario nazionale e i medici di medicina generale, da instaurarsi attraverso apposita convenzione di durata triennale conforme all’accordo collettivo nazionale stipulato con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative in campo nazionale;
Visto l’articolo 4, comma 9, della legge 30 dicembre 1991, n. 412, come modificato dall’articolo 74, comma 1, del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, che individua la delegazione di parte pubblica per il rinnovo degli accordi riguardante il personale sanitario a rapporto convenzionale;
Visto il provvedimento n. 706 del 18 giugno 1999, della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, di nomina della delegazione di parte pubblica;
Visto l’articolo 17, comma 1, lettera d), della legge 23 agosto 1988, n. 400;
Vista la legge 12 giugno 1990, n. 146, così come modificata e integrata dalla legge 11 aprile 2000, n. 83 recante norme sull’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali e sulla salvaguardia dei diritti della persona costituzionalmente tutelati;
Preso atto che é stato stipulato, in data 9 marzo 2000, un accordo collettivo nazionale regolante il trattamento normativo ed economico dei medici di medicina generale, sottoscritto in pari data dalla delegazione di parte pubblica e dai sindacati F.I.M.M.G., S.N.A.M.I. e intesa sindacale S.U.M.A.I. – S.I.M.E.T. – C.I.S.L. Medici/C.O.S.I.M.E.;
Visto il parere n. 106/1991 del 12 settembre 1991 con il quale il Consiglio di Stato, in adunanza generale, ha precisato che gli accordi collettivi nazionali per il personale sanitario a rapporto convenzionale sono resi esecutivi su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, sentito il parere del Consiglio di Stato;
Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso dalla sezione consultiva per gli atti normativi nell’adunanza del 4 maggio 2000;
Considerato che i rilievi espressi dal Consiglio di Stato appaiono superabili, anche alla luce dei provvedimenti di attuazione della delega di cui all’articolo 10, comma 1, secondo periodo, della legge 13 maggio 1999, n. 133;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 18 luglio 2000;
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro della sanità;
EMANA il seguente regolamento:
Art. 1
1. É reso esecutivo l’accordo nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale, stipulato il 9 marzo 2000, ai sensi dell’articolo 8, comma 1, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, modificato ed integrato dal decreto legislativo 7 dicembre 1993, n. 517, e dal decreto legislativo 19 giugno 1999, n. 229.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. É fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a Roma, addì 28 luglio 2000
CIAMPI
AMATO, Presidente del Consiglio dei Ministri
VERONESI, Ministro della sanità
Visto, il Guardasigilli: FASSINO
Registrato alla Corte dei conti il 18 settembre 2000
Atti di Governo, registro n. 121, foglio n. 11.

ACCORDO COLLETTIVO NAZIONALE PER LA DISCIPLINA DEI RAPPORTI CON I MEDICI DI MEDICINA GENERALE, AI SENSI DELL’ART. 1 DELLA LEGGE N. 421/92 E DELL’ART. 8 DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 502/92, COME MODIFICATO DAI DECRETI LEGISLATIVI N. 517/93 E N. 229/99, SOTTOSCRITTO IL 9 marzo 2000.

Dichiarazione Preliminare.
Il riordino del Servizio Sanitario nazionale, avviato dai decreti legislativi 30 dicembre 1993, n. 517 e 29 giugno 1999, n. 229, comporta una riorganizzazione complessiva dell’area dalla medicina generale ed accentua il ruolo delle Regioni, delle Aziende e delle organizzazioni sindacali nelle loro diverse articolazioni territoriali per stimolare la crescita di una dinamica innovativa che migliori la qualità dell’assistenza e che contribuisca allo sviluppo di una cultura e di un modo di operare teso all’uso appropriato dell’offerta di prestazioni sanitarie.
Il medico di medicina generale é parte integrante ed essenziale dell’organizzazione sanitaria complessiva e opera a livello distrettuale per l’erogazione delle prestazioni demandategli dal Piano sanitario nazionale, come livelli di assistenza da assicurare in modo uniforme a tutti i cittadini, nell’ambito dei principi e secondo le modalità scaturite dalla programmazione regionale, dal presente accordo e dagli accordi regionali da stipulare ai sensi dell’art 8. comma 1, del decreto legislativo n. 502/92, come successivamente modificalo ed integrato.
La sua valorizzazione e il suo responsabile impegno costituiscono strumenti fondamentali da utilizzare per la realizzazione di obbiettivi tesi a coniugare qualità e compatibilità economica.
Il presente accordo regola oltre che l’assistenza di medicina generale un contesto di continuità e globalità, anche aspetti relativi al coinvolgimento del medico nella organizzazione distrettuale ed alla sua partecipazione alle attività delle aziende, mirate ad una più appropriata definizione dell’intervento sanitario, sensibile alle sollecitazioni che provengono da ampi strati della popolazione coinvolti in problematiche che afferiscono ai diversi settori della pubblica amministrazione.
É quindi necessario uno strumento che abbia una doppia caratterizzazione nel senso che da una parte garantisca certezza di tutela sanitaria dall’altra sia flessibile ed adattabile alle esigenze mutevoli della collettività.
In questo scenario in divenire l’accordo tenta di consolidare ulteriormente la struttura della medicina generale e di aprire nuove strade alla creatività organizzativa delle istituzioni e delle rappresentanze sociali che operano nell’area, affrancandole da uno schematismo convenzionale tradizionalmente rigido.
Da tale contesto é esaltato e sollecitato il ruolo innovativo delle Regioni, cui vengono affidati, attraverso la possibilità di promuovere e stipulare appositi accordi, ampi ed esclusivi spazi di contrattazione in merito a:
– forme e modalità di organizzazione di lavoro e di erogazione delle prestazioni, quali l’associazionismo medico, i processi assistenziali per protocolli correlati alle patologie sociali, gli interventi specifici per la popolazione anziana al proprio domicilio, nelle residenze sanitarie assistite e nelle collettività, l’assistenza sanitaria aggiuntiva e strutturata a tossicodipendenti, malati di AIDS, malati mentali. A queste possibilità si aggiungono quelle per le procedure di verifica della qualità dell’assistenza per lo svolgimento dell’attività di ricerca epidemiologica, per la didattica, per l’acquisizione di dati sanitari, per l’attivazione di un sistema informativo integrato tra medici di medicina generale e presidi delle Aziende sanitarie anche attraverso il collegamento tra studi professionali e centri unificati di prenotazione;
– economicità della spesa. Nell’ambito dei principi ispiratori della più recente e fondamentale produzione giuridica in materia sanitaria, a partire dal riordino del Servizio Sanitario Nazionale, una particolare attenzione é dedicata alla previsione di modalità per concordare livelli di spesa programmati e per responsabilizzare il medico al loro rispetto. L’accordo segna il punto di passaggio da una sperimentazione lasciata alla spontaneità degli interessati alla indicazione di una serie di criteri guida come principi di riferimento nella stipulazione delle intese.
L’accordo tende a superare la frammentazione della medicina generale in comparti categoriali separati da fonti normative diverse,unificando l’area e consentendo, di conseguenza, di disciplinarla in una visione unitaria, obiettivo necessitato anche dalla entrata in vigore dal 1 gennaio 1995 della nuova disciplina sull’accesso alla medicina generale esercitata nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale, per la quale é stato compiuto lo sforzo di superare l’attuale difficile fase di transizione da un libero sistema d’accesso ad un sistema nazionalizzato dai decreti legislativi n. 256/91 e n. 368/99 fondato su un processo formativo professionalmente specifico.
Nell’accordo ai principi ed istituti che riguardano la generalità dei medici di medicina generale si affiancano le parti dedicate alla medicina primaria da mettere a disposizione di tutti i cittadini, alla garanzia della assistenza continuativa nelle 24 ore giornaliere, ad una risposta professionale qualificata al verificarsi di una situazione di emergenza, alla predisposizione di uno strumento snello per eventuali attività di medicina generale da espletare nei servizi distrettuali ed, infine, agli ambiti rimessi alla contrattazione regionale.
É da sottolineare che viene ribadita ed ulteriormente disciplinata, nella parte relativa all’impegno nelle attività di emergenza sanitaria territoriale, la precedente disciplina già prevista all’interno del D.P.R n. 484/96, prevedendo un sistema di programmazione aziendale dei corsi di formazione dei medici strettamente legato al fabbisogno dell’azienda stessa, in modo da creare risorse di personale qualificato effettivamente utilizzabili.
In questo senso l’accordo può, anche, costituire un utile strumento, per realizzare le “Linee guida per l’emergenza sanitaria territoriale”, d’iniziativa del Ministro della Sanità, nella parte riguardante la rete territoriale di servizi per l’emergenza sanitaria.
L’esigenza di realizzare il monitoraggio delle iniziative e la loro valutazione, su tutto il territorio nazionale, é stata soddisfatta con la previsione di un “Osservatorio nazionale” presso il Ministero della Sanità nel quale tutti i soggetti coinvolti possano trovare, oltre che un riferimento chiarificatore di problematiche applicative, che saranno certamente presenti per la novità di tanti istituti, anche una sede ove possa svilupparsi il confronto tra i vari soggetti interessati e l’osservazione degli accordi regionali e dei loro risultati e promuovere e supportare con il coinvolgimento dell’Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali, l’avvio delle trattative e la relativa conclusione degli Accordi regionali.
L’Accordo, inoltre, attua i principi affermati sotto vari profili dal Decreto Legislativo n. 229/99 che prevede specifiche norme per:
a) riaffermare la globalità dell’intervento sul territorio a livello distrettuale, attraverso la predisposizione da parte delle Aziende del “Programma delle attività distrettuali” e l’inserimento nello stesso di tutte le attività concernenti la medicina generale;
b) la partecipazione in via sperimentale fino a che le Regioni non avranno approvato le nuove leggi di organizzazione delle Aziende sulla base dei principi del Decreto Legislativo 229/99, alle équipes territoriali multidisciplinari per valutazioni multidimensionali delle necessità assistenziali e la selezione del trattamento più idoneo;
c) il coinvolgimento del medico di medicina generale nelle problematiche distrettuali concernenti la sua partecipazione attiva al monitoraggio delle relative attività e alla osservazione degli aspetti gestionali relativi all’uso delle risorse assegnate al distretto;
d) lo sviluppo della funzione di verifica dell’appropriatezza nell’uso delle risorse assegnate al distretto e la regolamentazione dell’intervento nei casi di inosservanza delle indicazioni della Commissione Unica del Farmaco;
e) la disciplina della libera professione prevedendo i casi in cui essa é consentita, le sue limitazioni ed i connessi obblighi del medico;
f) la nuova piscina della formazione professionale basata sulla previsione di crediti formativi obbligatori e degli effetti in caso di mancato conseguimento;
g) l’adeguamento della struttura del compenso alla previsione del decreto legislativo 229/99, prevedendo una quota fissa per i compiti tradizionali del medico di medicina generale, una quota variabile, corrisposta come investimento per lo sviluppo della medicina territoriale, destinata a promuovere la pratica dell’associazionismo, l’uso del collaboratore ed infermiere di studio, l’informatizzazione dello studio professionale con obbligo di gestione della scheda sanitaria e stampa delle prescrizioni, ed una ulteriore quota variabile per lo svolgimento di attività ed erogazione di prestazioni finalizzate a realizzare compiutamente gli obbiettivi della programmazione nazionale, regionale ed aziendale.
Nell’ambito della tutela costituzionale della salute del cittadino intesa quale fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, il S.S.N., demanda al medico convenzionato per la medicina generale compiti di medicina preventiva individuale e familiare, diagnosi, cura, riabilitazione ed educazione sanitaria, intesi come un insieme unitario qualificante l’atto professionale.
A Tal fine, al medico della medicina generale – che é parte attiva, qualificante e integrante del S.S.N., nel rispetto del principio della libera scelta e del rapporto di fiducia – sono affidati in una visione promozionale nei confronti della salute, compiti di:
A. Assistenza primaria, anche nell’ambito familiare, con l’impostazione di un programma diagnostico e terapeutico ed eventualmente riabilitativo facendo ricorso a tutti i supporti che la tecnologia offre.
B. Assistenza programmata a domicilio, nelle residenze protette e nelle collettività, che permette di affrontare oltre alle malattie acute i problemi sanitari di anziani, invalidi o ammalati cronici, di pazienti dimessi dagli ambulatori di ricovero e di pazienti in fase terminale, coordinando l’assistenza domiciliare.
C. Continuità assistenziale, compresa l’emergenza sanitaria territoriale, onde garantire in maniera permanente la globalità dell’assistenza primaria. Tale continuità si realizza anche attraverso l’integrazione con altri sevizi e presidi distrettuali ed ospedalieri e con l’utilizzazione di sistemi informativi per la fornitura di dati necessari per il buon andamento del servizio in termini di efficacia ed efficienza.
D. Educazione sanitaria e assistenza preventiva individuale, che ha come obbiettivi la diagnosi precoce e l’identificazione dei fattori di rischio modificabili che permettano l’attuazione della prevenzione secondaria. Al medico di medicina generale possono essere affidati anche compiti di profilassi primaria individuale da espletare nel proprio ambulatorio ovvero secondo orari predeterminati nell’ambito dei servizi e presidi direttamente gestiti dalla Azienda.
E. Ricerca, sia in campo clinico che epidemiologico, e didattica, sia nei confronti del personale che dei colleghi in fase di formazione.
Il medico di medicina generale partecipa alle procedure di verifica della qualità delle prestazioni, alla individuazione e al perseguimento degli obiettivi del distretto e alla elaborazione di linee guida volte anche all’ottimizzazione dell’uso delle risorse.

CAPO I
PRINCIPI GENERALI
Art. 1 – Campo di applicazione.
1. La presente convenzione nazionale regola, ai sensi dell’art. 8, comma 1, del decreto legislativo 30.12.1999 n. 502 e successive modificazioni il rapporto di lavoro autonomo, continuativo e coordinato che si instaura per le Aziende unità Sanitarie locali – di seguito denominate Aziende – ed i medici di medicina generale, per lo svolgimento dei compiti e delle attività relativi ai settori di:
a) assistenza primaria di medicina generale;
b) continuità assistenziale;
c) attività territoriali programmate;
in un quadro normativo di responsabilizzazione del medico di medicina generale per la tutela della salute dei cittadini che lo hanno scelto.
Essa regola inoltre, secondo le disposizioni del decreto legislativo 502/92 e successive modificazioni e sulla base delle determinazioni regionali in materia, le attività di:
a) medicina dei servizi;
b) emergenza sanitaria territoriale.
2. La presente convenzione nazionale definisce le attività assistenziali correlate ai livelli essenziali e uniformi di assistenza indicati dalla programmazione sanitaria nazionale e aziendale.
3. Individua, inoltre, gli ambiti di contrattazione rimessi alla trattativa regionale e a quella Regionale.
4. Il rapporto di lavoro di cui al comma 1 può essere instaurato da parte delle Aziende solo con i medici in possesso dell’attestato di formazione in medicina generale, o titolo equipollente, come previsto dai decreti legislativi 8.8.1991, n. 256 e del 17/8/1999 n. 368.
Art. 2 – Graduatoria regionale
1. I medici da incaricare per l’espletamento delle attività disciplinate dal presente accordo sono tratti da una graduatoria unica generale per titoli, predisposta annualmente a livello regionale, a cura del competente Assessorato alla Sanità. Le Regioni possono adottare, nel rispetto delle norme di cui al presente Accordo, procedure tese allo snellimento burocratico e all’abbreviazione dei tempi necessari alla formazione della graduatoria.
2. I medici che aspirano all’iscrizione nella graduatoria di cui al precedente comma 1, devono possedere i seguenti requisiti alla scadenza del termine per la presentazione delle domande:
a) iscrizione all’albo professionale;
b) essere in possesso dell’attestato di formazione in medicina generale, o titolo equipollente, come previsto dai decreti legislativi 8.8.1991, n. 256 e del 17/8/1999 n. 368.
3. Ai fini dell’inclusione della graduatoria annuale i medici devono presentare o inviare, con plico raccomandato entro il termine del 31 gennaio, all’assessorato alla sanità della regione, o ad altro soggetto individuato dalla Regione, in cui intendono prestare la loro attività, una domanda conforme allo schema allegato sub lettera A), corredata dalla documentazione atta a provare il possesso dei requisiti e dei titoli dichiarati o dall’autocertificazione e dichiarazione sostitutiva ai sensi della normativa vigente.
4. Ai fini della determinazione del punteggio valido per la graduatoria sono valutati solo i titoli posseduti alla data del 31 dicembre.
5. Il medico che sia già stato iscritto nella graduatoria regionale dell’anno precedente deve presentare, oltre alla domanda, soltanto il certificato di iscrizione all’albo professionale e la documentazione probatoria degli ulteriori titoli acquisiti nel corso dell’ultimo anno nonché di eventuali titoli non presentati per la precedente graduatoria o autocertificazione o dichiarazione sostitutiva ai sensi della normativa vigente.
6. La domanda e la documentazione allegata devono essere in regola con le vigenti norme di legge in materia di imposta di bollo.
7. L’amministrazione regionale, sulla base dei titoli e dei criteri di valutazione di cui al successivo art. 3, predispone una graduatoria regionale da valere per l’anno solare successivo, specificando, a fianco di ciascun nominativo, il punteggio conseguito, la residenza ed evidenziando l’eventuale possesso del titolo di formazione specifica in medicina generale di cui al decreto legislativo del 8.8.1991, n. 256 e al Decreto Legislativo del 17/8/1999 n. 368.
8. La graduatoria é resa pubblica entro il 30 settembre sul Bollettino Ufficiale della Regione ed entro 30 giorni dalla pubblicazione i medici interessati possono presentare all’Assessorato regionale alla sanità istanza di riesame della loro posizione in graduatoria.
9. La graduatoria regionale é approvata e pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione in via definitiva entro il 31 dicembre dall’Assessorato regionale alla sanità.
Art. 3 – Titoli per la formazione delle graduatorie.
1. I titoli valutabili ai fini della formazione delle graduatorie sono elencati qui di seguito con l’indicazione del punteggio attribuito a ciascuno di essi:
I – Titoli accademici e di studio:
a) diploma di laurea conseguito con voto 110/110 e 110/110 e lode: p. 1,00
b) diploma di laurea conseguito con voti da 105 a 109: p. 0,50
c) diploma di laurea conseguito con voti da 100 a 104: p. 0,30
d) specializzazione o libera docenza in medicina generale o discipline equipollenti ai sensi delle vigenti disposizioni per ciascuna specializzazione o libera docenza: p. 2,00
e) specializzazione o libera docenza in discipline affini a quella di medicina generale ai sensi delle vigenti disposizioni per ciascuna specializzazione o libera docenza: p. 0,50
f) attestato di formazione in medicina generale di cui all’art. 1, comma 2, e all’art 2, comma 2, del decreto legislativo n. 256/91 e delle corrispondenti norme del decreto legislativo 368/99: p. 7,20

II – Titoli di servizio
a) Attività di medico di assistenza primaria convenzionato ai sensi dell’art. 48 della legge 833/78 e dell’art 8, comma 1, del decreto legislativo n. 502/92 compresa quella svolta in qualità di associato per ciascun mese complessivo: p. 0,20
Il punteggio é elevato a 0,30 per l’attività nell’ambito della regione nella cui graduatoria si chiede l’inserimento;
b) attività di sostituzione del medico di assistenza primaria convenzionato con il S.S.N. solo se svolta con riferimento a più di 100 utenti e per periodi non inferiori a 5 giorni continuativi (le sostituzioni dovute ad attività sindacale del titolare sono valutate anche se di durata inferiore a 5 giorni). Le sostituzioni effettuate su base oraria ai sensi dell’art. 23 sono valutate con gli stessi criteri di cui alla lettera c) per ciascun mese complessivo: p. 0,20
c) servizio effettivo con incarico a tempo indeterminato o anche a titolo di sostituzione, nei servizi di guardia medica e di continuità assistenziale in forma attiva per ogni mese ragguagliato a 96 ore di attività: p. 0,20 (Per ciascun mese solare non può essere considerato un numero di ore superiore a quello massimo consentito dall’accordo nazionale relativo al settore);
c1) servizio effettivo con incarico a tempo determinato e indeterminato nella emergenza sanitaria territoriale per ogni mese di attività: p. 0,20
c2) servizio effettivo con incarico a tempo indeterminato o determinato o di sostituzione nella medicina dei servizi per ogni mese di attività ragguagliato a 96 ore di attività: p. 0,20
c3) servizio effettivo nelle attività territoriali programmate per ogni mese di attività corrispondente a 52 ore: p. 0,10
d) attività programmata nei servizi territoriali di continuità assistenziale o di emergenza sanitaria territoriale in forma di reperibilità, ai sensi del presente accordo: per ogni mese ragguagliato a 96 ore di attività: p. 0,05
e) attività medica nei servizi di assistenza stagionale nelle località turistiche organizzati dalle Regioni o dalle Aziende:
per ciascun mese complessivo: p. 0,20
f) servizio militare di leva (o sostitutivo nel servizio civile) anche in qualità di Ufficiale Medico di complemento e per un massimo di 12 mesi, svolto dopo il conseguimento del diploma di laurea in medicina: per ciascun mese: p. 0,10.
Tale punteggio é elevato a 0,20/mese se il servizio militare di leva é svolto in concomitanza di incarico conferito dalla Azienda ai sensi del presente Accordo e, comunque, solo per il periodo concomitante con tale incarico;
f1) servizio civile volontario espletato per finalità e scopi umanitari o di solidarietà sociale svolto in concomitanza di incarico ai sensi del presente Accordo, per ciascun mese: p. 0,10
g) attività anche in forma di sostituzione, di medico pediatra di libera scelta se svolta con riferimento ad almeno 70 utenti e per periodi non inferiori a 5 giorni continuativi per ciascun mese complessivo: p. 0,10
h) medico specialista ambulatoriale nella branca di medicina interna e medico generico di ambulatorio ex enti mutualistici, medico generico fiduciario e medico di ambulatorio convenzionato con il Ministero della sanità per il servizio di assistenza sanitaria ai naviganti: per ciascun mese: p. 0,05
i) astensione obbligatoria per gravidanza e puerperio durante il periodo di incarico a tempo determinato e indeterminato nell’area della medicina generale (fino ad un massimo di mesi cinque) per ciascun mese: p. 0,20 Tale punteggio é elevato a 0,30 al mese se l’astensione per gravidanza e puerperio é concomitante ad incarico di medicina generale a tempo indeterminato nella regione nella cui graduatoria si chiede l’inserimento.
2. Ai fini del calcolo dei punteggi relativi ai titoli di servizio le frazioni di mese superiori a 15 giorni anche non continuativi (pur con le limitazioni di cui al precedente comma 1, titoli di servizio, lettera b) sono valutate come un mese intero.
Relativamente al servizio di guardia medica e continuità assistenziale di cui al capo III, alla medicina dei servizi e alle attività programmate di cui al Capo IV del presente accordo, per frazione di mese da valutare come mese intero si intende un complessivo di ore di attività superiore a 48.
3. I titoli di servizio non sono cumulabili se riferiti ad attività svolte nello stesso periodo. In tal caso é valutato il titolo che comporta il punteggio più alto. Le attività di servizio eventualmente svolte durante i periodi formativi non sono valutabili.
4. A parità di punteggio complessivo prevalgono, nell’ordine, il voto di laurea, l’anzianità di laurea e, infine, la minore età.
5. Non sono valutabili attività che non siano espressamente previste ed elencate dal presente articolo.
6. Per l’assegnazione a tempo indeterminato degli incarichi vacanti di assistenza primaria e di continuità assistenziale rilevati, secondo le procedure di cui al presente Accordo, nel corso dell’anno 2000, le Regioni, fatto salvo il disposto di cui all’art. 20, comma 4, lettera a), e dell’art 49, comma 2, lettera a), riservano nel proprio ambito, sulla base di un accordo con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello regionale:
a – una percentuale variabile dal 60% al 80% a favore dei medici in possesso dell’attestato di formazione in medicina generale di cui all’art. 1, comma 2, e all’art 2, comma 2, del Decreto Legislativo n. 256/91 e delle norme corrispondenti di cui al decreto legislativo n. 368/99;
b – una percentuale variabile dal 40% al 20% a favore dei medici in possesso di titolo equipollente, in corrispondenza alla percentuale di cui alla lettera a).
7. Qualora non vengano assegnati per carenza di domande di incarico, ambiti territoriali vacanti di assistenza primaria e di continuità assistenziale spettanti ad una delle due riserve di aspiranti, gli stessi vengono assegnati all’altra riserva di aspiranti.
8. Gli aspiranti alla assegnazione degli ambiti territoriali carenti e degli incarichi vacanti possono concorrere esclusivamente per una delle riserve di assegnazione di cui al precedente comma 6, fatto salvo il disposto di cui al comma 7.
9. Ai fini del disposto del precedente comma 8, gli aspiranti alla assegnazione degli incarichi vacanti o degli ambiti territoriali carenti dichiarano, all’atto della relativa domanda, la riserva per la quale intendono concorrere.
10. I quozienti frazionali derivanti dall’applicazione delle percentuali di riserva di cui al precedente comma 6 sono approssimati alla unità più vicina. In caso di quoziente frazionale pari per entrambe le riserve, il relativo posto viene assegnato alla riserva più bassa.
Art. 4 – Incompatibilità.
1. Ai sensi dell’art. 4, comma 7 della legge 30.12.1991, n. 412 é incompatibile con lo svolgimento delle attività previste dal presente accordo il medico che:
a) sia titolare di qualsiasi rapporto di lavoro dipendente, pubblico o privato, anche precario, ad eccezione dei medici di cui all’art. 6, comma 1, del D.L. 14.6.1999, n. 187, convertito con modifiche nella legge 12.8.1993, n. 296;
b) eserciti attività che possano configurare conflitto di interessi con il rapporto di lavoro con il Servizio Sanitario Nazionale o sia titolare o compartecipe di quote di imprese che esercitino attività che possano configurare conflitto di interessi col rapporto di lavoro con il Servizio sanitario nazionale;
c) svolga attività di medico specialista ambulatoriale convenzionato o accreditato;
d) sia iscritto negli elenchi dei medici specialisti convenzionati esterni;
e) sia iscritto negli elenchi dei medici pediatri di libera scelta, convenzionati ai sensi dell’art. 8, comma 1, del D.L.vo n 502/92 e successive modificazioni.
2. E’ inoltre, incompatibile il medico che:
a) svolta funzioni fiscali per conto dell’Azienda o dell’INPS limitatamente all’ambito territoriale di scelta;
b) fruisca del trattamento ordinario o per invalidità permanente da parte del fondo di previdenza competente di cui al decreto 14 ottobre 1976 del Ministro del lavoro e della previdenza sociale;
c) operi, a qualsiasi titolo, in presidi, strutture sanitarie, stabilimenti o istituzioni private convenzionate o che abbiano rapporti contrattuali con aziende ai sensi dell’art 8-quinques del Decreto Legislativo 502/92 e successive modificazioni; tale incompatibilità opera nei confronti dei medici che svolgono attività presso gli stabilimenti termali solo nei confronti dei propri assistiti, e determina le conseguenti limitazioni del massimale;
d) intrattenga con una Azienda un apposito rapporto instaurato ai sensi dell’art. 8-quinquies del D.L.vo n. 502/92 e sue successive modificazioni ed integrazioni;
e) sia iscritto o frequenti il corso di formazione in medicina generale di cui al D.L.vo n. 256/91 e al Dl.vo n. 368/99;
f) sia iscritto o frequenti i corsi di specializzazione di cui ai decreti legislativi n. 257/91 e n. 368/99;
g) fruisca di trattamento di quiescenza a qualsiasi titolo. Tale incompatibilità non opera nei confronti dei medici che sono in tale condizione alla data di pubblicazione del presente Accordo, di quelli previsti al comma 7 dell’art. 25 e di quelli che fruiscono del trattamento di quiescenza del solo fondo generale dell’ENPAM.
3. Il medico che, anche se a tempo limitato, svolga funzioni di medico di fabbrica o di medico competente sensi del D.L.vo n. 626/94 fermo quanto previsto dall’art. 25 in tema di limitazione di massimale, non può acquisire scelte dei dipendenti delle aziende per le quali opera o dei loro familiari anagraficamente conviventi, fatte salve le scelte già in essere.
4. Non é consentito ai medici convenzionati ai sensi del presente Accordo di detenere più di due rapporti convenzionali tra quelli da esso previsti.
5. La sopravvenuta, contestata e accertata insorgenza di una delle limitazioni di compatibilità previste dal presente articolo comporta, sulla base delle procedure di cui al successivo articolo 16, la cessazione del rapporto convenzionale.
6. La Azienda dispone, mediante i propri servizi ispettivi i controlli idonei ad accertare la sussistenza delle situazioni di incompatibilità, anche in corrispondenza della comunicazione del medico di cui all’art. 7, commi 1 e 2 del presente Accordo.
7. L’accertata situazione di incompatibilità deve essere contestata al medico titolare di incarico non oltre 30 giorni dal suo rilievo, ai sensi di quanto disposto dal successivo articolo 16.
8. La eventuale situazione di incompatibilità a carico del medico incluso nella graduatoria regionale di cui all’articolo 2, deve cessare all’atto dell’assegnazione del relativo ambito territoriale carente o incarico vacante.
Art. 5 – Sospensione del rapporto dell’attività convenzionale.
1. Il medico deve essere sospeso dagli incarichi della medicina generale:
a) in esecuzione dei provvedimenti sospensivi di cui all’articolo 16;
b) per sospensione dall’albo professionale. In materia si applicano le disposizioni di cui all’art. 9, comma 3, della legge 23 aprile 1981, n. 154;
c) per tutta la durata del Servizio militare o servizio civile sostitutivo, nonché nei casi di servizio prestato all’estero per tutta la durata dello stesso, ai sensi della legge 9 febbraio 1979, n. 38;
d) per motivi di studio relativi a partecipazione a corsi di formazione diversi da quelli obbligatori di cui all’art. l6 del presente Accordo, accreditati secondo le disposizioni previste dal D.L.vo n. 502/99 e successive modificazioni che abbiano durata complessiva superiore a 30 giorni consecutivi;
e) in caso di emissione, da parte delle Autorità Giudiziaria, di provvedimenti restrittivi della libertà personale quali arresti domiciliari, custodia cautelare sia in carcere o luogo di cura, divieto di dimora nel territorio dell’ambito territoriale di attività convenzionate o nel territorio dell’Azienda che impediscano il corretto svolgimento dell’attività convenzionata di studio e domiciliare;
f) partecipazione ad iniziative aventi carattere umanitario e di solidarietà sociale.
2. Il medico é sospeso dalle attività di medicina generale:
a) in caso di malattia o infortunio, per la durata massima di tre anni nell’arco di cinque;
b) in corso di gravidanza e puerperio, per tutto il periodo di astensione obbligatoria previsto dalla legge;
c) nel caso di attribuzione e accettazione da parte del medico di incarico di Direttore di Distretto o di altri incarichi organizzativi nel Distretto a tempo pieno, ai sensi del disposto dell’articolo 8, comma 1, lettera m) del D.L.vo n. 502/92 e successive modificazioni, per tutta la durata dell’incarico e fino alla cessazione dello stesso.
3. Il medico di medicina generale ha diritto ad usufruire di sospensione parziale dell’attività convenzionale con sua sostituzione part-time e per periodi anche superiori a sei mesi, comunque non superiori a tre anni nell’arco di cinque, per:
a) allattamento;
b) adozione di minore;
c) assistente a minori conviventi non autosufficienti;
d) assistenza a familiari conviventi, anche temporaneamente, con inabilità pari al 100% e titolari di indennità di accompagnamento.
4. Nei casi di cui al precedente comma 2 e 3 la sospensione dell’attività di medicina generale non comporta la sospensione del rapporto convenzionale né soluzione di continuità del rapporto stesso ai fini della anzianità di servizio.
5. I periodi di sospensione del rapporto convenzionale non possono essere considerati, a nessun titolo, come attività di sevizio e non possono comportare alcun onere, anche previdenziale, a carico del SSN.
6. I rapporti economici tra medico sostituito e sostituto nei casi di cui al comma 3, sono regolati secondo l’Allegato C del presenze Accordo proporzionalmente alla parte temporale di attività del medico sostituto.
7. Nei casi previsti dal comma 1 il medico deve essere sostituito da un medico nominato dalla Azienda secondo le modalità stabilite dall’art. 23 comma 6, dall’art. 55, comma 2, dall’art. 67, comma 3 e dall’allegato N, art. 10.
8. Nei casi previsti dai commi 2 e 3 il medico deve farsi sostituire seguendo le modalità previste dall’art. 23, comma 1, dall’art. 55, comma 1, dall’art. 67 e dall’allegato N, art. 10.
9. Il medico sospeso dall’incarico ai sensi del comma 1, lettera e) é sospeso contemporaneamente ai sensi del comma 1 lettera b), conserva, fino a sentenza di primo grado in caso di sospensione in seguito a provvedimento dell’autorità giudiziaria, il diritto a percepire compensi per un importo pari a 1/2 dell’ultima mensilità mandata prima del provvedimento di sospensione.
10. Il medico sospeso dall’incarico ai sensi del comma 1 lettera e), dalla data di condanna di primo grado a quella di secondo grado, conserva il diritto a percepire compensi per un importo pari a 1/3 dell’ultima mensilità relativa alla quota fissa del compenso percepita prima del provvedimento di sospensione relativa al provvedimento in atto.
11. I compensi di cui ai commi 9 e 10 sono erogati fatta salva l’azione di rivalsa in caso di condanna passata in giudicato e di conferma della sospensione dall’incarico.
12. Il provvedimento di sospensione del rapporto convenzionale é disposto dal Direttore Generale della Azienda con apposita deliberazione, visti gli atti probatori.
13. Il provvedimento di sospensione ha contemporaneità di efficacia in tutte le sedi di attività del medico, anche di Aziende diverse.
14. Fatte salve le sospensioni d’ufficio del sopporto o dell’attività convenzionale e quelle dovute a malattia, infortunio o a cause non prevedibili, la comunicazione da parte del medico della sospensione deve essere effettuata con un preavviso minimo di 15 giorni.
Art. 6 – Cessazione del rapporto convenzionale.
1. Il rapporto tra le Aziende e i medici di medicina generale cessa:
a) per compimento del 65o anno di età, fermo restando, ai sensi del combinato disposto dei commi 1 e 3 dell’articolo 15-nonies del Decreto Legislativo n. 229/99, che é facoltà del medico di medicina generale convenzionato di mantenere l’incarico per il periodo massimo di un biennio oltre il 65o anno di età in applicazione dell’art. 16 del decreto legislativo 33/12/92, n.503;
b) per provvedimento disciplinare adottato ai sensi e con le procedure di cui all’art. 16;
c) per recesso del medico da comunicare alla Azienda con almeno un mese di preavviso;
d) per sopravvenuta, accertata e contestata insorgenza di gravi motivi di incompatibilità ai sensi dell’art. 4;
e) per sopravvenuto, accertato e contestato venir meno dei requisiti minimi di cui all’art. 22;
f) per incapacità psico-fisica a svolgere l’attività convenzionale, accertata da apposita commissione costituita da un medico designato dall’interessato, da uno designato dalla Azienda che la presiede e da un terzo medico designato dal Presidente dell’Ordine dei medici componete per territorio.
2. L’accertato e non dovuto pagamento, anche parziale, da parte dell’assistito di prestazioni previste dal presente accordo e dagli accordi regionali e retribuite nella quota fissa ed in quella variabile del compenso, e l’esercizio della libera professione al di fuori delle modalità stabilite dal presente Accordo, contestati secondo le procedure previste dall’articolo 16, comporta il venir meno del rapporto col Servizio sanitario regionale, ai sensi dell’art. 8 comma 1, lettera c, del decreto legislativo n. 502/92 e successive modificazioni.
3. Il medico che, dopo tre anni di iscrizione nello stesso elenco dei medici di assistenza primaria non risulti titolare di un numero minimo di scelte pari a n. 150 unità, decade dal rapporto convenzionale, salvo che la mancata acquisizione del minimo anzidetto sia dipendente da situazioni di carattere oggettivo. Il provvedimento e adottato dalla competente azienda, sentiti l’interessato e il comitato di cui all’art. 11.
4. Nel caso di cessazione per provvedimento di cui al comma 2 nonché, nel caso di cui al punto e) del comma 1, il medico può presentare nuova domanda di inclusione nelle graduatorie dopo quattro anni dalla cessazione.
5. Il rapporto cessa di diritto e con effetto immediato per radiazione o cancellazione dall’Albo professionale.
6. Il provvedimento di cessazione é adottato dal Direttore Generale della Azienda con deliberazione.
Art. 7 – Comunicazioni del medico all’Azienda.
1. Il medico di medicina generale é tenuto a comunicare sollecitamente alla Azienda competente ogni eventuale variazione che intervenga nelle notizie fornite con la domanda di partecipazione alle graduatorie di cui al precedente art. 2, o con la dichiarazione di cui al comma successivo nonché l’insorgere di situazioni di incompatibilità previste dall’art. 4 al fine di regolarizzare la propria posizione individuale.
2. In ogni caso la Azienda competente può richiedere al medico una dichiarazione da rilasciare entro un termine non inferiore a quindici giorni, attestante la sua situazione soggettiva professionale con particolare riferimento alle notizie aventi riflesso sulle incompatibilità, le limitazioni del massimale e gli aspetti economici (v. allegato “L”). Il medico nella cui posizione soggettiva non siano intervenute modificazioni, non é tenuto a inviare la richiesta dichiarazione, salvo quella richiesta per la prima volta dopo la pubblicazione dell’accordo nazionale.
3. Salve modalità diverse concordate a livello regionale, in caso di astensione dall’attività assistenziale in dipendenza di agitazioni sindacali, il medico convenzionato é tenuto a comunicare alla Azienda l’eventuale non adesione all’agitazione prima delle 24 ore precedenti l’inizio dell’agitazione a mezzo telegramma.
4. Tale comunicazione non é dovuta, da parte dei medici iscritti a Sindacati firmatari del presente Accordo:
a) in caso di astensione dal lavoro promossa da sigle sindacali non firmatarie del presente ACN;
b) nel caso in cui il Sindacato di appartenenza abbia comunicato all’Azienda la sospensione o la revoca dello sciopero o la non adesione della sua organizzazione a manifestazioni indette da altri sindacati.
5 La dovuta e mancata comunicazione di non adesione alla agitazione sindacale comporta la trattenuta del compenso relativo all’intero periodo di astensione dall’attività convenzionale o, se del caso, dal suo inizio e fino al giorno, compreso, della eventuale comunicazione di non adesione alla agitazione sindacale stessa.
6. La trattenuta dei compensi di cui al comma 5 deve essere effettuata dalla Azienda di competenza entro i 90 giorni successivi al termine della agitazione sindacale medesima.
7. 11 medico iscritto ad un sindacato, che partecipi allo sciopero indetto da altre organizzazioni, deve comunicare alla Azienda la propria adesione alla agitazione sindacale nei tempi e nei modi previsti dal comma 3.
Art. 8 – Formazione continua
1. La formazione continua del medico di medicina generale comprende l’aggiornamento professionale e la formazione permanente come definite dall’art. 16 bis, commi 1 e 2 del decreto legislativo n.502/92, come successivamente modificato.
2. L’aggiornamento professionale, come definito dall’articolo su citato, é l’attività successiva al corso di diploma, laurea, specializzazione, formazione complementare, formazione specifica in medicina generale, diretta ad adeguare per tutto l’arco della vita professionale, le conoscono professionali.
3. La formazione permanente comprende le attività finalizzate a migliore le competenze ed abilità cliniche, tecniche e manageriali ed i comportamenti degli operatori sanitari al progresso scientifico e tecnologico con l’obiettivo di garantire efficacia, appropriatezza, sicurezza ed efficienza alla assistenza prestata dal Servizio Sanitario Nazionale.
4. Il medico di medicina generale partecipa alle iniziative formative programmate e organizzate dalle Regioni, sulla base degli obiettivi formativi di interesse nazionale individuate dalla “Commissione nazionale per la formazione continua” e degli obiettivi formavi di specifico interesse regionale definiti dalle Regioni stesse, secondo quanto stabilito dall’art. 16-ter del su richiamato decreto legislativo.
5. Al medico di medicina generale sono assegnati crediti formativi secondo i criteri definiti dalla “Commissione nazionale per la formazione continua” e dalle norme vigenti.
6. Ai sensi dell’art. 16-quater, comma 1, del suddetto decreto legislativo, la partecipazione alle attività di formazione continua costituisce requisito indispensabile per svolgere attività di medico di medicina generale ai sensi del presente Accordo.
7. Ai sensi dell’art 16-quater, comma 2, del decreto legislativo già citato, al medico di medicina generale che nel triennio non abbia conseguito il minimo dei crediti formativi stabilito dalla commissione nazionale non possono essere assegnate nuove scelte fino al conseguimento di detto minimo formativo.
8. Il medico é tenuto a frequentare obbligatoriamente i corsi destinati a temi corrispondenti ai bisogni organizzativi del servizio. Il venir meno a tale obbligo per due anni consecutivi comporta la attivazione delle procedure di cui all’art. 16 per l’eventuale adozione delle sanzioni previste, graduate a seconda della continuità dell’assenza.
9. Ai sensi dell’art 16-ter, comma 3, del decreto legislativo n.502/92 come successivamente modificato, le Regioni:
a) prevedono appropriate forme di partecipazione degli ordini professionali;
b) provvedono alla programmazione e all’organizzazione dei programmi regionali per la formazione continua, sentite le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello regionale;
c) concorrono alla individuazione degli obiettivi di interesse nazionale indicati dal comma 2 dell’articolo già citato;
d) elaborano gli obiettivi di specifico interesse regionale e accreditano i progetti di formazione di rilievo regionale.
10. Le Aziende provvedono alla attuazione ed organizzazione dei corsi prevedendo:
a) idonee modalità per la rilevazione dei bisogni dei medici;
b) lo svolgimento preferenziale secondo la metodologia didattica dell’apprendimento per obbiettivi;
c) la partecipazione di medi e piccoli gruppi anche integrati con altre figure professionali;
d) appropriate modalità per la valutazione della qualità dei corsi;
e) idonee modalità per la valutazione formativa dei partecipanti, in adesione ai criteri di certificazione della qualità e di acquisizione dei crediti formativi.
11. I temi della formazione obbligatoria saranno scelti nel rispetto delle indicazioni della “Commissione nazionale per la formazione continua”, in modo da rispondere:
a) ai bisogni organizzavi del servizio (programmi obiettivo), azioni programmate, qualità e quantità delle prestazioni, patologie emergenti, ecc.;
b) ai bisogni professionali dei medici (evoluzione delle conoscenze scientifiche);
c) ai bisogni emergenti dalla attuazione degli accordi regionali di cui al capo VI.
12. I corsi, fatta salva una diversa determinazione concordata a livello regionale, tenendo conto delle indicazioni della Commissione nazionale per la formazione continua, si svolgono il sabato mattina per almeno 10 sabati per almeno 40 ore annue; al medico partecipante vengono corrisposti i normali compensi. L’Azienda adotta i provvedimenti necessari a garantire la continuità assistenziale durante le ore di aggiornamento. In caso di svolgimento in giorno diverso i partecipanti convenzionati per l’assistenza primaria hanno diritto al pagamento della sostituzione con onere a carico dell’Azienda.
L’Azienda provvede ed assicurare l’erogazione delle prestazioni di competenza dei medici di medicina generale a rapporto orario, durante la partecipazione ai corsi, qualora l’orario dei corsi non sia compatibile con lo svolgimento del servizio.
13. Le Aziende al termine di ciascun corso rilasciano un attestato relativo alle materie del corso frequentato, a titolo di credito didattico.
14. Con accordi a livello regionale tra la Regione e Sindacati medici di medicina generale maggiormente rappresentativi, sentiti gli Ordini dei Medici e le Società professionali della medicina generale, saranno prese iniziative per definire:
a) l’attuazione di corsi di formazione per animatori di formazione permanente, sulla base di un curriculum formativo specifico, da individuarsi tra i medici di medicina generale;
b) il fabbisogno regionale di animatori di formazione e di docenti di medicina generale;
c) la creazione di un elenco regionale di animatori di fondazione, con idoneità acquisita nei corsi di cui alla lettera a) o altrimenti acquisita e riconosciuta dalla Regione, da individuarsi tra i medici di medicina generale, sulla base di espliciti criteri di valutazione, fra i quali deve essere previsto un curriculum formativo. Sono riconosciuti gli attestati di idoneità già acquisiti in corsi validati dalla Regione;
d) i criteri per la individuazione dei docenti di medicina generale da inserire in apposito elenco;
e) le modalità ed i criteri per la loro specifica formazione didattica e professionale permanente e per il coordinamento delle loro attività, anche attraverso la formazione di Scuole regionali con proprio statuto, ai fini dell’accreditamento di cui all’art. 16-ter, comma 2, del D.L.vo n. 502/92 e successive modificazioni.
15. Gli animatori per la loro attività ricevono un compenso concordato a livello regionale.
16. L’attività di animatore non comporta riduzione del massimale individuale.
17. A cura della Regione gli animatori in formazione sono iscritti in apposito elenco regionale tenuto dall’assessorato regionale alla sanità.
18. I corsi di cui ai commi precedenti sono a carico del SSN. Le Regioni stabiliscono annualmente le risorse finanziarie destinate alla formazione continua.
19. Il medico di medicina generale, previa comunicazione alla Azienda e salvi rimanendo gli obblighi relativi alla partecipazione alle iniziative di formazione continua previste dalle disposizioni degli articoli 16, 16-bis, 16-ter, 16-quater del decreto legislativo n. 502/92, come successivamente modificato, ha la facoltà di partecipare a proprie spese a corsi non organizzati né gestiti direttamente dalle Aziende, ma comunque svolti da soggetti accreditati dalla commissione di cui all’art. 16-ter del decreto legislativo n. 502/92 e successive modificazioni, limitatamente alla quota parte corrispondente ai bisogni professionali dei medici e cioè fino alla concorrenza della metà del tempo previsto per l’aggiornamento.
Art 9 – Diritti sindacali.
1. Ai componenti di parte medica convenzionati per la medicina generale, presenti nei Comuni e Commissioni previste dal presenze accordo e da normative nazionali o regionali, é rimborsata la spesa per le sostituzioni relative alla partecipazione alle riunioni dei suddetti organismi nella misura prevista dagli Accordi regionali e le spese di viaggio nella misura prevista dalle vigenti norme della pubblica amministrazione.
2. Tale onere é a carico della Azienda di iscrizione del medico.
3. I rappresentanti nazionali regionali e provinciali dei sindacati medici di categoria maggiormente rappresentativi, i medici nominati alle cariche dagli organi ordinistici per espletare i rispettivi mandati nonché i medici eletti al Parlamento o ai consigli regionale, provinciale e comunale possono avvalersi con oneri a loro carico e per tutto il corso del relativo mandato, della collaborazione professionale di medici con compenso orario. Detto compenso, onnicomprensivo, non può essere inferiore al costo globale orario previsto dall’accordo per gli incarichi a rapporto orario per le attività territoriali, ex art. 48 L. 833/78.
4. A titolo di concorso negli oneri per sostituzioni collegate allo svolgimento dei compiti sindacali, a ciascun sindacato viene riconosciuta la disponibilità di 3 ore annue per ogni iscritto.
5. La segreteria nazionale o regionale del sindacato comunica ogni anno alle aziende interessate i nominativi dei propri rappresentanti ai quali deve essere attribuita la disponibilità della quota parte di orario spettante, con indicazione dell’orario assegnato a ciascuno.
6. Mensilmente ciascuno dei rappresentanti designati ai sensi del comma 5 comunica alla propria Azienda il nominativo del medico che l’ha sostituito nel mese precedente e il numero delle ore di sostituzione. Entro il mese successivo si provvede al pagamento di quanto dovuto al sostituto, sulla base di un compenso orario pari alla misura tabellare iniziale prevista dall’accordo per gli incarichi a rapporto orario per le attività territoriali ex art. 48 L. 883/78. Tale attività non si configura come rapporto di lavoro continuativo. Il compenso é direttamente liquidato dalla Azienda che amministra la posizione del rappresentante sindacale designato.
7. Nel caso di medico convenzionato a rapporto orario l’Azienda provvede al pagamento del medico di cui al comma 5 sulla base del suo orario di incarico.
Art. 10 – Rappresentante sindacale.
1. Al fine di definire regole di indirizzo volte ad assicurare l’accertamento del requisito della “maggiore rappresentatività”, ai sensi dell’art. 8 del decreto legislativo n. 502/92 e successive modificazioni e, sottolineata la necessità di garantire il più alto grado di trasparenza nelle relazioni sindacali, si indica, come criterio di riferimento per la determinazione di tale requisito sul piano nazionale, delle Confederazioni e delle Federazioni ed Organizzazioni sindacali, il criterio della consistenza associativa.
2. La consistenza associativa é rilevata in base alle deleghe conferite alle singole Aziende dai medici convenzionati per la ritenuta del contributo sindacale, accertate alla data del 1o Gennaio di ogni anno ed é trasmessa, entro il mese di febbraio, mediante comunicazione delle stessa Aziende, per tramite dell’Assessorato Regionale alla Sanità di appartenenza, al Ministero della Sanità – Servizio Rapporti Convenzionali con il Servizio Sanitario Nazionale ed alle Segreterie Nazionali delle OO.SS..
3. Per le trattative disciplinate dall’art. 8 del decreto legislativo n. 502/92 e successive modificazioni, la consistenza associativa é determinata sulla base dei dati riferiti all’anno precedente a quello in cui si procede all’avvio delle trattative per il rinnovo dell’Accordo collettivo nazionale.
4. In tutti gli altri casi in cui occorra il riferimento alla consistenza associativa, essa é riferita ai dati rilevati nell’anno precedente.
5. Sono considerate maggiormente e rappresentative, ai fini della contrattazione, sul piano nazionale le organizzazioni sindacali che, relativamente al disposto di cui ai commi 2 e 3, abbiano un numero di iscritti risultanti dalle deleghe per la ritenuta del contributo sindacale, non inferiore al 5% delle deleghe complessive.
6. Contestualmente alla ritenuta sindacale, le Aziende inviano ai rispettivi sindacati provinciali l’elenco dei medici ai quali sia stata effettuata la ritenuta sindacale, con l’indicazione delle relative quote e di tutti gli elementi atti a verificare l’esattezza della ritenuta medesima.
7. La riscossione delle quote sindacali per i sindacati avviene su delega del medico attraverso le Aziende con versamento in conto corrente intestato ai tesorieri dei sindacati per mezzo della banca incaricata delle operazioni di liquidazione del compensi.
8. Le deleghe precedentemente rilasciate restano valide, nel rispetto della normativa vigente.
9. Le organizzazioni sindacali firmatarie del presente Accordo, in possesso dei requisiti di rappresentatività di cui al comma 5 a livello nazionale, sono legittimate alla trattativa e alla stipula degli Accordi regionali.
10. Gli Accordi aziendali possono essere stipulati dalle organizzazioni sindacali in possesso dei requisiti di rappresentatività di cui al comma 5, livello regionale. Da tale requisito si prescinde per le organizzazioni sindacali firmatarie del presente Accordo purché in possesso del requisito di rappresentatività di cui al comma 5 a livello aziendale.
11. Nel caso in cui il requisito di cui al comma 5 sia stato conseguito mediante l’aggregazione di più organizzazioni sindacali, il soggetto contrattuale é unico e partecipa alle trattative e alla stipula degli accordi come unica organizzazione sindacale.
Art. 11 – Comitato aziendale
1. In ciascuna azienda, o ambito diverso definito dalla Regione previo parere favorevole delle Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello regionale, é costituito un comitato aziendale permanente composto da rappresentanti dell’Azienda e rappresentanti delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello regionale, a norma dell’art. 10. Il Direttore generale o suo delegato provvede alla convocazione del Comitato ordinariamente ogni 3 mesi, anche su richiesta di una delle parti.
2. Il comitato aziendale espone pareri obbligatori:
a) richiesta di deroga temporanea al massimale di scelte di cui all’art. 25;
b) motivi di incompatibilità agli effetti delle ricusazioni di cui all’art. 27, comma 3;
c) cessazione del rapporto convenzionale ai sensi dell’art. 6, comma 1, lettera e);
d) deroghe di cui all’art. 21, comma 10, all’obbligo di residenza;
e) variazione degli ambiti di scelta;
f) individuazione delle zone disagiate;
e) ogni altro parere previsto dal presente Accordo e dagli Accordi regionali ed aziendali.
3. Inoltre il comitato aziendale é preposto alle definizione degli accordi aziendali e ad ogni altro incarico attribuitogli dal presente accordo o da accordi regionali o aziendali.
4. Il comitato esprime pareri sui rapporti convenzionali di assistenza primaria, di continuità assistenziale, emergenza sanitaria territoriale, medicina dei servizi e attività programmate territoriali.
5. L’Azienda fornisce il personale, i locali e quant’altro necessario allo svolgimento dei compiti assegnati al comitato aziendale.
Art. 12 – Comitato regionale
1. In ciascuna regione é istituito un comitato permanente regionale composto da rappresentanti della regione e da rappresentanti delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello regionale a norma dell’art. 10. L’Assessore regionale alla sanità, o suo delegato, provvede alla convocazione del Comitato ordinariamente ogni 3 mesi, anche su richiesta di una delle parti.
2. Il comitato permanente é preposto:
a) alla definizione degli accordi regionali;
b) a formulare proposte ed esprimere pareri sulla corretta applicazione delle norme del presente accordo e degli accordi regionali;
c) a fornire indirizzi sui temi di formazione di interesse regionale;
d) a collaborare per la costituzione di gruppi di lavoro, composti da esperti delle aziende e da medici di medicina generale, per la verifica degli standard erogativi e di individuazione degli indicatori di qualità.
3. L’attività del comitato permanente é comunque prioritariamente finalizzata a fornire indirizzi uniformi alle aziende per l’applicazione dell’accordo nazionale e degli accordi regionali ed é sede di osservazione degli accordi aziendali.
4. La Regione fornisce il personale, i locali e quant’altro necessario per assicurare lo svolgimento dei compiti assegnati al comitato regionale.
Art. 13 – Osservatorio consultivo permanente.
1. Con Decreto del Ministro della Sanità é istituito, entro tre mesi dalla data di pubblicazione del presente Accordo sulla Gazzetta Ufficiale, nell’ambito del Servizio rapporti convenzionati con il S.S.N., un Osservatorio consultivo permanente che ha il compito di:
– rilevare ed esaminare le eventuali questioni interpretative ed applicative derivanti dall’applicazione dell’accordo nazionale e degli Accordi regionali anche attraverso il monitoraggio delle deliberazioni dei Comitati regionali;
– analizzare il rapporto di conformità degli accordi regionali con quello nazionale;
– monitorare raccordandosi, ove necessario, con le strutture organizzative del Ministero della Sanità e con l’Agenzia per i servizi sanitari regionali, i risultati raggiunti dagli Accordi regionali per favorirne l’attuazione su tutto il territorio nazionale ai fini di migliorare l’assetto funzionale della medicina generale, nonché le problematiche relative alla formazione;
– curare la fornitura dei dati nazionali richiesti dalle Regioni;
– promuovere e supportare con il coinvolgimento dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali, l’avvio delle trattative e la relativa conclusione, degli Accordi decentrati regionali previsti dal presente Accordo.
2. L’osservatorio esamina altresì i problemi scaturenti da provvedimenti legislativi e da pronunce della magistratura che incidano direttamente nella disciplina dei rapporti convenzionali quale risulta dall’accordo.
3. L’Osservatorio ha sede presso il Ministero della Sanità Servizio per i rapporti convenzionali con il SSN – ed e composto:
– dal Dirigente Generale del Servizio rapporti convenzionali con il SSN, con Funzioni di Presidente, o da un suo delegato;
– da 6 membri designati dagli Assessori regionali alla Sanità componenti la delegazione di parte pubblica dei quali uno é il capo della delegazione regionale trattante la stipula della convenzione o suo delegato;
– da 7 rappresentati dei medici convenzionati di medicina generale, indicati dai sindacati maggiormente rappresentativi individuati sulla base della rappresentatività di cui al comma 5 dell’art. 10, con criterio di proporzionalità tra essi.
4. Le finzioni di segretario dell’osservatorio sono svolte da un funzionario amministrativo ministeriale.
5. L’osservatorio si riunisce di norma all’inizio di ogni trimestre su convocazione del Presidente o a seguito di richiesta motivata inoltrata da una delle parti firmatarie dell’accordo.
6. Di ogni riunione sarà redatto apposito verbale che verrà trasmesso ad ogni buon fine a tutte le parti firmatarie ed a tutte le Regioni e Province Autonome per gli eventuali incombenti di rispettiva competenza.
7. La partecipazione alle riunioni dei componenti l’Osservatorio non comporta oneri economici ad alcun titolo a carico del Ministero della Sanità.
8. Ai lavori possono essere invitati esperti o altri rappresentanti delle parti firmatarie in relazione agli argomenti trattati.
9. Le Regioni inviano all’Osservatorio copia degli accordi regionali stipulati nelle materie di cui al presente accordo.
10. Ai medici di medicina generale che partecipano alle riunioni dell’Osservatorio consultivo permanente e riconosciuto il rimborso di cui al comma 1 dell’articolo 9 del presente Accordo e con le modalità dallo stesso previste.
Art. 14 – Programmazione e monitoraggio delle attività
1. Ai sensi dell’art. 3-quater, comma 7, del decreto legislativo n.502/92 e successive modificazioni, nell’ambito delle risorse assegnate al distretto per il conseguimento degli obiettivi di salute della popolazione di riferimento, e in virtù della autonomia tecnico-gestionale ed economico-finanziaria, con contabilità separata all’interno del bilancio della Azienda il “Programma delle attività territoriali” nel rispetto delle normative regionali, prevede:
a) le attività di medicina generale previste del decreto legislativo sopra richiamato all’art. 3-quinquies e dal Piano sanitario nazionale, approvato con il D.P.R del 23/7/98 – cioè assistenza primaria, continuità assistenziale, emergenza sanitaria territoriale e medicina dei servizi – ed il relativo finanziamento sulla base della quota capitaria di finanziamento erogata alla Azienda dalla Regione;
b) altre attività territoriali pertinenti la medicina generale e attività intersettoriali, cui partecipa la medicina generale, definite dagli Accordi regionali ed aziendali, con la indicazione dello specifico finanziamento.
2. Le attività territoriali riguardanti la medicina generale di cui alla lettera b) del comma 1, sono in particolare:
a) attività di formazione, informazione, e revisione fra pari dei medici di medicina generale;
b) prestazioni aggiuntive dei medici di medicina generale, comprese quelle informatiche, di ricerca epidemiologica, statistica, di calcolo di spesa;
c) servizi di supporto alla attività dei medici di medicina generale, di tipo strutturale, strumentale e di personale;
d) potenziamento delle attività distrettuali di assistenza domiciliare di cui al presente Accordo;
e) progetti obiettivo nazionali, regionali ed aziendali;
f) progetti a livello di spesa programmato;
g) sviluppo delle forme associative nelle condizioni di oggettiva difficoltà socio-geografica;
h) sviluppo e potenziamento degli standard informatici dei medici di medicina generale;
i) produzione di linee guida e protocolli per percorsi diagnostici ed assistenziali;
j) conferenze di consenso nell’ambito del distretto;
k) sviluppo di attività integrate ospedale-territorio;
l) sviluppo di servizi assistenziali carenti nel distretto.
3. Il finanziamento delle attività indicate al comma 2 é assicurato dalla Azienda, sulla base di linee di indirizzo definite a livello regionale, utilizzando:
a) appositi stanziamenti, anche relativi a finanziamenti per la medicina generale non utilizzati negli esercizi precedenti, finalizzati all’attuazione di specifici progetti o programmi individuati dagli accordi regionali ed aziendali;
b) stanziamenti conseguenti alla razionalizzazione della spesa diretta o indotta dai medici di medicina generale;
c) finanziamenti ricevuti da soggetti non appartenenti al Servizio Sanitario Nazionale e finalizzati a specifici progetti concernenti la medicina generale;
d) attribuzione della quota capitaria relativa ai cittadini residenti che non hanno effettuato la scelta del medico nella Azienda stessa o in altra Azienda.
4. Fatte salve diverse determinazioni a livello regionale, pur nel rispetto dei principi di unitarietà e di intersettorialità del “Programma delle attività distrettuali”, il Direttore del distretto, unitamente ai propri collaboratori, é coadiuvato, per il monitoraggio delle iniziative previste dal Programma stesso concernenti la medicina generale, da un medico di medicina generale membro di diritto dell’Ufficio di coordinamento delle attività distrettuali sulla base delle disposizioni ragionali in materia e da due rappresentanti dei medici di medicina generale eletti tra quelli operanti nel distretto.
5. In particolare sono oggetto del monitoraggio:
a) l’andamento, per la parte concernente la medicina generale e indicata ai commi 2 e 3, dell’attuazione del Programma delle attività distrettuali e della gestione delle relative risorse;
b) l’appropriatezza prescrittiva, anche in relazione ai rapporti tra medicina generale e medicina specialistica ambulatoriale e ospedaliera, in riferimento a linee guida condivise, all’applicazione di percorsi diagnostico-terapeutici concordati, al rispetto delle note della Commissione unica del farmaco (CUF), anche al fine di prevenire e rimuovere comportamenti anomali.
6. I soggetti di cui al comma 4 assumono iniziative per la promozione di momenti di verifica e revisione di qualità, di conferenze di consenso e per l’applicazione nel distretto dei programmi di attività finalizzata al rispetto dei livelli di spesa programmati, come concordati ai sensi dell’art. 72.
7. Le Aziende assicurano la predisposizione di appropriati ed effettivi strumenti di informazione per garantire trasparenza all’attuazione di quanto previsto dal presente articolo.
Art. 15 – Equipes territoriali
1. In attesa che le Regioni disciplinino il distretto e la sua organizzazione secondo le prescrizioni ed i principi degli articoli 3-quater e 3-quinquies del decreto legislativo n. 502/92, come successivamente modificato, le Regioni stesse e le Aziende possono prevedere in via sperimentale la istituzione di équipes territoriali, finalizzate alla realizzazione di forme di integrazione professionale idonee a collegare l’attività dei singoli operatori tra loro e con gli obbiettivi ed i programmi distrettuali, secondo gli indirizzi dei successivi commi.
2. L’ambito distrettuale di riferimento dell’equipe territoriale, intesa come organismo operativo distrettuale, viene indicata dal Direttore del distretto e dagli operatori interessati e rappresenta l’ambito territoriale di operatività della stessa per lo svolgimento delle attività e l’erogazione delle prestazioni previste dal “Programma delle attività distrettuali”, che comprende oltre ai livelli obbligatori di assistenza anche quanto di pertinenza distrettuale indicato da specifici progetti nazionali, regionali ed aziendali.
3. L’équipe territoriale é:
a) strumento attuativo della programmazione sanitaria;
b) momento organizzativo della medicina generale e delle altre discipline presenti nel distretto per la erogazione dei livelli essenziali ed appropriati di assistenza e per la realizzazione di specifici programmi e progetti assistenziali di livello nazionale, regionale e aziendale.
4. Al fine di assicurare l’intersettorialità e l’integrazione degli interventi socio-sanitari nell’ambito territoriale di riferimento, dell’équipe territoriale fanno parte le figure professionali ivi operanti deputate a garantire, ai sensi dell’art. 3-quinques del decreto legislativo già citato:
a) l’assistenza primaria;
b) la continuità assistenziale;
c) la pediatria di libera scelta;
d) l’assistenza specialistica ambulatoriale;
e) la medicina dei servizi;
f) le prestazioni sociali a rilevanza sanitaria.
5. L’intervento coordinato ed integrato della equipe territoriale assume particolare rilievo nel coinvolgimento nelle attività ad alta integrazione socio-sanitaria, quali:
a) prevenzione e cura delle dipendenze da droga, alcool e farmaci;
b) tutela della salute dell’infanzia, della donna e della famiglia;
c) tutela del disabili ed anziani;
d) patologie in fase terminale;
e) patologie da HIV;
f) tutela della salute mentale;
g) inabilità o disabilità conseguenti a patologie cronico-degenerative.
6. L’attività interdisciplinare ed integrata dell’equipe territoriale si realizza mediante la produzione di valutazioni multidimensionali e selezionando risposte appropriate alle diverse condizioni di bisogno. Si concretizza anche attraverso la predisposizione di un programma di lavoro:
a) finalizzato ad assicurare lo svolgimento delle attività e l’erogazione delle prestazioni previste dalla programmazione sanitaria, quali livelli essenziali ed appropriati di assistenza, da specifici programmi e progetti assistenziali;
b) proposto dagli operatori interessati o dal Direttore del distretto;
c) concordato tra gli operatori interessati e tra questi e il Direttore del distretto;
d) che indichi i soggetti partecipanti, le attività o le prestazioni di rispettiva competenza, i tempi e i luoghi di esecuzione delle stesse;
e) la possibilità di operare modifiche durante la sua esecuzione, i tempi delle verifiche periodiche su eventuali problemi operativi, sui tempi di attuazione e sui risultati conseguiti.
Art. 15-bis – Appropriatezza delle cure e dell’uso delle risorse
1. Il medico di medicina generale concorre, unitamente alle altre figure professionali operanti nel Servizio sanitario nazionale, a:
a) assicurare l’appropriatezza nell’utilizzo delle risorse messe a disposizione dalla Azienda per l’erogazione dei livelli essenziali ed appropriati di assistenza ed in attesa della definizione di linee guida consensuali, come previsto dal Piano sanitario nazionale 1998-2000 e dall’art. 14, comma 2, lettera i);
b) ricercare la sistematica riduzione degli sprechi nell’uso delle risorse disponibili mediante adozione di principi di qualità e di medicina basata sulle essenze scientifiche;
c) operare secondo i principi di efficacia e di appropriatezza degli interventi in base ai quali le risorse devono essere indirizzate verso le prestazioni la cui efficacia é riconosciuta secondo le evidenze scientifiche e verso i soggetti che maggiormente ne possono trarre beneficio.
2. Le prescrizioni di prestazioni specialistiche, comprese le diagnostiche, farmaceutiche e di ricovero, del medico di medicina generale si attengono ai principi sopra enunciati e avvengono secondo scienza e coscienza.
3. Nell’applicazione delle norme di cui all’art. 1, comma 4, del decreto legge 20 giugno 1996, n. 323 convertito con modificazioni nella legge 8 agosto 1996, n. 425, il quale ha stabilito tra l’altro per le prescrizioni farmaceutiche l’obbligo da parte di tutti i medici del rispetto delle condizioni e limitazioni previste dai provvedimenti della Commissione unica del farmaco, la segnalazione di eventuali infrazioni all’Ordine professionale di iscrizione e al Ministero della sanità nonché l’obbligo per il medico di rimborsare il farmaco indebitamente prescritto, si applicano le procedure ed i principi di cui ai successivi commi.
4. Le Aziende che rilevano comportamenti prescrittivi del medico di medicina generale ritenuti non conformi alle norme sopra evidenziate, sottopongono il caso ai soggetti individuati all’art. 14, comma 4, deputati a verificare, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l’appropriatezza prescrittiva nell’ambito delle attività distrettuali, integrati dal responsabile del servizio farmaceutico, o da suo delegato, e da un medico individuato dal direttore sanitario della Azienda.
5. L’organismo suddetto esamina il caso entro 30 giorni dalla segnalazione tenendo conto dei seguenti principi:
a) la ipotesi di irregolarità deve essere contestata al medico per iscritto entro gli ulteriori 15 giorni assegnandogli un termine non inferiore a 15 giorni per le eventuali controdeduzioni e/o alla richiesta di essere ascoltato:
b) il risultato dell’accertamento, esaminate le eventuali controdeduzioni e/o udito il medico interessato, é comunicato al Direttore Generale della Azienda per i provvedimenti di competenza e al medico interessato.
6. La prescrizione farmaceutica é valutata tenendo conto dei seguenti elementi:
a) sia oggetto di occasionale, e non ripetuta, inosservanza delle norme prescrittive dovuta ad errore scusabile;
b) sia stata determinata da un eccezionale stato di necessità attuale al momento della prescrizione con pericolo di danno grave alla vita o all’integrità della persona che non possa essere evitato con il ricorso alle competenti strutture o servizi del S.S.N.;
c) sia stata determina dalla novità del farmaco prescritto e/o dalla novità della nota CUF, o di altra legittima norma, e comunque, per un periodo non superiore a 30 giorni dalla immissione alla vendita, dall’emanazione ufficiale della nota CUF o di altra legittima norma.
Art 15-ter – Struttura del compenso
1. Ai sensi dell’art. 8, comma 1 lettera d), del D.L.vo n. 502/92 come successivamente modificato, la struttura del compenso del medico di medicina generale si articola:
a) quota fissa oraria – in relazione a quanto previsto dai rispettivi capi del presente Accordo – o capitaria per ciascun soggetto iscritto nella lista, corrisposta su base annuale in rapporto alle funzioni definite dal presente accordo, modulata in rapporto alle classi di età individuate all’articolo 45;
b) una quota variabile in considerazione del raggiungimento degli obiettivi previsti dai programmi di attività e del rispetto dei conseguenti livelli si spesa programmati di cui alla lettera f) dell’art. 8, comma 1 del decreto legislativo sopra richiamato;
c) una quota variabile in considerazione dei compensi per le prestazioni e le attività previste nel presente accordo e negli accordi regionali in quanto funzionali alla sviluppo dei programmi di cui alla lettera f) sopra richiamata.
2. Le modalità di corresponsione dei compensi di cui ai precedenti commi sono stabilite nel rispetto dei principi generali di cui al presente articolo, dai successivi art. 45, 57, 6l, 68, e, per quanto di competenza, dagli Accordi regionali ed aziendali.
Art. 16 – Responsabilità convenzionali e violazioni.
Collegio arbitrale.
1. I medici convenzionati di medicina generale sono tenuti all’osservanza degli obblighi e dei compiti previsti dal presente accordo e dagli accordi regionali e aziendali. Non possono essere oggetto di contestazione a carico del medico le inosservanze derivanti da comportamenti omissivi o inadempienze di altri operatori dell’Azienda.
2. Le violazioni danno luogo, secondo la gravità dell’infrazione, all’applicazione delle seguenti sanzioni:
a) richiamo verbale, per lievi infrazioni comprese quelle occasionali relative alle norme sulla prescrizione e sulla proposta;
b) richiamo con diffida per la ripetizione di lievi infrazioni e per infrazioni di una certa gravità;
c) riduzione del trattamento economico in misura non inferiore al 10% e non superiore al 20% per la durata massima di sei mesi per infrazioni di media gravità o per reiterate (oltre la seconda) applicazioni della sanzione di cui alla precedente lettera b); d) sospensione del rapporto per durata non inferiore a 6 giorni e non superiore a sei mesi in particolare per:
– gravi infrazioni finalizzate all’acquisizione di vantaggi personali;
– omessa o infedele comunicazione di circostanze comportanti incompatibilità, limitazioni di massimale o benefici economici;
– recidiva di infrazioni che hanno comportato la riduzione del trattamento economico;
e) revoca per inflazioni particolarmente gravi compresa quella di cui all’art. 6. comma 2, o per recidiva di infrazioni che hanno già portato alla sospensione del rapporto.
3. L’Azienda contesta per iscritto l’addebito al medico, entro 30 giorni dal momento in cui ne viene a conoscenza e lo sente a sua difesa con l’eventuale assistenza di un procuratore. La convocazione per la difesa non può avvenire prima che siano trascorsi 15 giorni dall’invio della contestazione scritta dell’addebito.
4. Il Direttore generale, valutate le controdeduzioni addotte dal medico in sede di difesa, procede all’archiviazione del caso o alla irrogazione della sanzione. Il provvedimento é notificato all’interessato entro 15 giorni dalla sua assunzione. Qualora siano trascorsi inutilmente i l5 giorni dalla convocazione per la difesa o entro tale termine non sia stata ricevuta alcuna controdeduzione, il Direttore generale dà corso alla irrogazione della sanzione e alla sua notifica all’interessato entro 10 giorni.
5. Il medico, ricevuta la notifica della sanzione può impugnarla nei confronti del Direttore generale della Azienda entro 30 giorni dal ricevimento, anche a mezzo di procuratore, chiedendo che la controversia sia sottoposta al giudizio del Collegio arbitrale.
6. Il Collegio e composto da tre arbitri:
– uno con funzioni di Presidente, individuato nel Presidente dell’Ordine dei medici della provincia capoluogo di Regione o suo delegato. Nel caso in cui il medico, sottoposto a procedimento sia iscritto all’Ordine con sede nel capoluogo di Regione il Presidente designato delega, con atto formale, un Presidente dell’Ordine dei medici di altra provincia della Regione;
– uno nominato dal medico;
– uno nominato dal Direttore generale della azienda, di norma scelto fra i dipendenti della stessa Azienda.
Le funzioni di segretario sono svolte da un funzionario dell’azienda sanitaria locale di riferimento.
7. Ricevuta l’impugnazione con la richiesta di devolvere al Collegio arbitrale la decisione sulla controversia, il Direttore generale della azienda entro 10 giorni:
– sospende l’applicazione della sanzione;
– individua il membro da nomina aziendale ed acquisisce l’atto di accettazione dell’incarico;
– richiede al Presidente dell’Ordine del capoluogo di Regione il nominativo del Presidente del Collegio;
– il Presidente dell’ordine deve rispondere entro 10 giorni dal ricevimento;
– ricevuta la comunicazione del nominativo del presidente, il Direttore generale dell’azienda costituisce, entro 10 giorni il Collegio arbitrale, dispone la notifica della deliberazione ai membri del Collegio e al medico interessato e la trasmissione di tutti gli atti riguardanti il caso al presidente. Questi convoca entro 8 giorni dal ricevimento della notifica, con allegati gli atti, il Collegio arbitrale.
Le parti hanno diritto di:
– essere ascoltate dal Collegio arbitrale;
– presentare al Collegio ulteriori documenti e memorie inerenti il caso.
8. Il Collegio, udite le parti se ne hanno fatta richiesta e acquisita l’eventuale documentazioni dalle stesse prodotta, emette il lodo entro 7 giorni dalla seduta e ne dà comunicazione a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento alle parti interessate.
9. L’Azienda ricevuto il deliberato del Collegio si conforma allo stesso con provvedimento del Direttore Generale.
10. I termini previsti dal presente articolo sono perentori.
11. l’atto di contestazione e il provvedimento, con allegata la relativa documentazione compreso l’eventuale deliberato, sono inviate all’Ordine provinciale d’iscrizione del medico, ai fini di cui all’art. 8, comma 3, del decreto legislativo n. 502/92, come successivamente modificato.
12. In caso di sospensione del rapporto ai sensi del comma 2, lett. D), l’Azienda nomina il sostituto. I compensi vengono corrisposti, fin dal primo giorno, al sostituto, fatta salva la corresponsione al medico sostituito dei compensi di cui all’art. 45, lett. A3.
13. Non può tenersi conto ad alcun effetto delle sanzioni disciplinari trascorsi due anni dalla loro irrogazione. Le violazioni e le infrazioni si prescrivono dopo 5 anni dalla loro commissione.
14. Per quanto non previsto dal presente articolo si rimanda alle norme del Codice Civile.
Art. 17 – Esercizio del diritto di sciopero.
Prestazioni indispensabili e loro modalità di erogazione.
1. Nel campo dell’assistenza primaria sono prestazioni indispensabili ai sensi della legge 146/1990, art. 2, comma 2, le visite domiciliari urgenti e l’assistenza domiciliare integrata, nonché le forme di assistenza domiciliare programmata a malati terminali.
2. Nel campo della continuità assistenziale e dell’emergenza sanitaria temporale, oltre a quelle previste dal precedente comma 1 per quanto di competenza, sono prestazioni indispensabili gli interventi di cui agli artt. 52 e 65 limitatamente agli aspetti diagnostici e terapeutici.
3. Le prestazioni di cui ai commi 1 e 2, in caso di sciopero della categoria dei medici di medicina generale convenzionati continuano ad essere erogate con le procedure e secondo le modalità di cui ai commi 4, 6 e 7.
4. Il diritto di sciopero dei medici di medicina generale convenzionati é esercitato con un preavviso minimo di 15 giorni. I soggetti che promuovono lo sciopero, contestualmente al preavviso, indicano anche la durata dell’astensione dal lavoro.
5. I medici di medicina generale che si astengono dal lavoro in violazione delle norme del presente articolo commettono infrazione da valutare ai sensi dell’art. 16.
6. Le organizzazioni sindacali si impegnano a non effettuare le azioni di sciopero:
a) nel mese di agosto;
b) nei cinque giorni che precedono e nei cinque giorni che seguono le consultazioni elettorali europee, nazionali e referendarie;
c) nei cinque giorni che precedono e nei cinque giorni che seguono le consultazioni elettorali regionali, provinciali e comunali, per i rispettivi ambiti territoriali;
d) nei giorni dal 23 dicembre al 3 gennaio;
e) nei giorni dal giovedì antecedente la Pasqua al Martedì successivo.
7. In casi di avvenimenti eccezionali di particolare gravità o di calamità naturali gli scioperi dichiarati si intendono immediatamente sospesi.
8. In conformità agli accordi di cui al comma successivo le Aziende individuano, in occasione degli scioperi dei medici di continuità assistenziale e di emergenza sanitaria territoriale, i nominativi dei medici tenuti alle prestazioni indispensabili ed esonerasi dallo sciopero stesso, comunicando cinque giorni prima della data di effettuazione dello sciopero, i nominativi inclusi nei contingenti, come sopra individuati alle organizzazioni sindacali locali ed ai singoli interessati. Il medico individuato ha il diritto di esprimere, entro le ventiquattro ore successive alla ricezione della comunicazione, la volontà di aderire allo sciopero chiedendo la conseguente sostituzione nel caso sia possibile.
9. Entro 30 giorni dalla pubblicazione del decreto del Presidente della Repubblica che rende esecutivo l’accordo sono stabiliti, relativamente agli addetti della continuità assistenziale e dell’emergenza sanitaria, con apposite intese a livello regionale, i criteri per la determinazione di contingenti di personale medico da esonerare dalla partecipazione a eventuali scioperi di categoria al fine di garantire la continuità delle prestazioni di cui al comma 1, nonché per la loro distribuzione territoriale.
Art. 18 – Durata dell’accordo.
1. Il presente accordo ha durata triennale e scade il 31.12.2000.

(1/5. Continua)

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