Ormai è chiaro che questa guerra non sarà breve come alcuni generali statunitensi volevano far credere; nè tanto meno la tecnologia talmente avanzata da non commettere errori – e il missile che pochi giorni fa è finito in mezzo ad un mercato ne è una chiara testimonianza.
Nasce così un sito per tenere traccia dei civili morti durante questa guerra in Iraq e nelle ultime ore sta generando moltissimo traffico e si sta affermando come una autorevole fonte riguardo questo particolare genere di informazione.
Il sito si chiama Iraq Body Count e ha raggiunto una media di 100 mila visitatori al giorno e che tende ad aumentare in quanto alcuni noti giornali americani e agenzie di stampa quali l’Associtaed Press lo citano quale loro fonte.
L’idea che sta alla base è che sia giusto e responsabile tenere traccia delle stragi di innocenti che le bombe intelligenti stanno provocando.
Iraq Body Count, lanciato in Gennaio da 16 ricercatori statunitensi e inglesi, inoltre mette a disposizione un contatore in JavaScript che mostra il numero di vittime stimate sino ad oggi come quello qui sotto e che è possibile inserire in qualsiasi pagina web.
Al momento nessuna organizzazione umanitaria, nè militare, eccezion fatta per il progetto Iraq Body Count, sembra tenere traccia del costo in vite dei civili iracheni in questo conflitto.
Uno degli ideatori del progetto John Sloboda, un 52enne professore di psicologia inglese, ammette che il progetto ha una valenza fortemente politica e che la maggior parte dei ricercatori impegnati sono degli attivisti anti-guerra. Ma dice anche che i dati raccolti sono stati usati sia da coloro che sono favorevoli alla guerra sia da coloro che lottano affinchè cessi al più presto.
Infatti se da un lato il numero di vittime stimato serve a far capire il terribile costo in vite umane dall’altro mostra come le nuove tecnologie abbiano consentito di costruire armi molto più precise che in passato se si paragona il numero attuale di vittime innocenti con quello della II guerra mondiale o del Vietnam.
Il contatore riporta due diversi valori poichè le stime sulle morti sono spesso discordanti tra loro. Inoltre si parla di morti registrate ma il reale numero di persone uccise potrebbe essere molto superiore. Inoltre il sito riporta quando possibile dati personali sulle vittime come l’età, il luogo di nascita ed il nome.
“Questo è un qualcosa che non si era mai visto nelle precedenti guerre. È un altro modo di fare informazione che consente di portare questo genere di notizie al grande pubblico attraverso un media indipendente quale è Internet” ha dichiarato Sloboda.
Durante la guerra in Afghanistan, il portavoce del Pentagono aveva dichiarato che le forze armate statunitensi tengono traccia solo dei caduti tra le forze alleate e non dei civili o dei militari avversari, anzi “non esiste alcun motivo per tenerne traccia. Ovviamente non vogliamo che vi siano vittime innocenti e quindi – ha dichiarato il portavoce – evitiamo di attaccare obiettivi vicini a luoghi popolati da civili”.
Con Iraq Body Count è una fonte scientifica per tenere traccia dei civili morti durante questa guerra.
Andrea Fiore |
Responsabile IT studio legale Giurdanella |