Il progetto Scarichiamoli! – la Dichiarazione di Berlino

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E’ utile seguire alcune iniziative in corso sull’accesso aperto alla ricerca
scientifica.

1.- Scarichiamoli!

Le Affiliate-Institutions italiane delle Creative
Commons hanno lanciato una nuova iniziativa, battezzata “Scarichiamoli!” volta
ad ottenere l’approvazione di una legge che renda di pubblico dominio tutte
le opere dell’ingegno
finanziate con denaro pubblico.

La nuova legge dovrebbe, inoltre, prevere la
creazione di un portale dell’arte, della cultura e in generale del sapere
di pubblico
dominio la cui parola d’ordine
sia appunto: “Scarichiamoli!”.

Ancora una volta il tema dell’accesso e della
condivisione sembra essere in primo piano tra i temi più discussi nel mondo della rete. Le stupefacenti
possibilità di diffusione del sapere consentite dalle nuove tecnologie
pongono una serie di interrogativi sul futuro della cultura e della ricerca
scientifica.

2.- La Dichiarazione di Berlino

Nell’autunno del 2003 su iniziativa della Max
Planck Society
è stata
sottoscritta da numerosi enti ed istituzioni scientifiche europee la Dichiarazione
di Berlino per l’Accesso aperto alla letteratura scientifica
. I sottoscrittori
ritengono, infatti, indispensabile per il progresso delle scienze la creazione
di un archivio globale ed interattivo della conoscenza umana a cui chiunque
possa accedere.

E, lo scorso autunno, a Messina, in occasione
del convegno “Accesso
aperto per la ricerca negli Atenei italiani: una nuova via di accesso alla
conoscenza
” promosso
dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane la Dichiarazione
di Berlino è stata sottoscritta anche dalle università di Bologna,
Firenze, Foggia, Insubria, LUMSA, Messina, Milano Bicocca, Milano Politecnico,
Molise, Padova, Palermo, Parma, Piemonte Orientale, Roma Tre, Trieste, Tuscia
oltre all’Istituto Italiano di Medicina Sociale.

Le ragioni che hanno indotto queste istituzioni
ad aderire all’iniziativa della Max Planck Society risiedono principalmente
nella necessità di
superare gli attuali meccanismi che presiedono le procedure della comunicazione
scientifica. Le bibliotece degli atenei sono costrette ad acquistare dagli
editori le pubblicazioni scientifiche a costi sempre maggiori. L’aspetto paradossale
della questione è che le ricerche pubblicate nelle riviste scientifiche
sono state finanziate dalle stesse università che finiscono così per
pagarle due volte.

Inoltre, la cessione delle ricerche agli editori
non consente alle Università di
riutilizzarle e rielaborarle a scopo didattico né di realizzare quell’ampia
diffusione che consentirebbe l’utilizzo dei lavori da parte di altri ricercatori
in Italia ed in tutto il mondo. Solo così la ricerca scientifica potrebbe
raggiungere l’impatto utile ad uno sviluppo collettivo, incentivando
nuove ricerche e nuove scoperte sulla base di un lavoro altrui letto, assimilato,
metabolizzato.

Gli enti aderenti all’iniziativa si impegnano
a realizzare soluzioni alternative di attività editoriali di e-publishing
a costi sostenibili o la creazione di Archivi Aperti degli atenei in cui
i ricercatori
siano tenuti a depositare
i propri lavori.

L’Open Access ha, quindi, lo scopo primario di combattere le distorsioni
provocate dalla proprietà intellettuale nel circuito della comunicazione
scientifica e di eliminare ogni ostacolo ai processi di crescita e sviluppo
della scienza, tentando al contempo di arginare l’emorragia della spesa
per la letteratura scientifica.

Link

Scarichiamoli!: https://www.creativecommons.it/main.php?page=scarichiamoli
Dichiarazione di Berlino: https://www.zim.mpg.de/openaccess-berlin/BerlinDeclaration_it.pdf
Dichiarazione di Messina: https://www.aepic.it/conf/viewpaper.php?id=49&cf=1


Redazione

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