Dopo pochi giorni dall’apertura della registrazione dei domini “.eu” risultano essere già centinaia di migliaia le richieste inoltrate.
Questa prima fase, denominata sunrise period, riservata ai detentori di trademark, alle istituzioni ed alle pubbliche amministrazioni, si concluderà il 6 febbraio prossimo.
Secondo la Commissione Europea, che aveva pronosticato il successo dell’iniziativa, il nuovo dominio non sostituirà i domini nazionali, ma si affiancherà ad essi, rafforzando il senso di appartenenza all’Unione Europea di imprese ed istituzioni e consentendo a consumatori ed utenti di identificare più agevolmente i prodotti europei.
La previsione di una prima fase riservata a particolari soggetti si è resa necessaria per evitare il c.d. cyber squatting, vale a dire l’accaparramento selvaggio di domini da parte di soggetti non titolari di trademark al solo scopo di trarne un utile.
L’organismo incaricato della gestione e della vigilanza sul dominio europeo è l’Eurid (European Registry of Internet Domain Names), una organizzazione senza scopo di lucro, con sede in Belgio, selezionata dalla Commissione Europea a seguito di un bando pubblico e che viene coadiuvata dagli organismi di registrazione italiano, belga e svizzero.
Sono stati necessari dieci anni per decidere se introdurre il dominio “.eu” e come gestirlo in concreto. Numerosi intoppi burocratici hanno impedito la celere realizzazione di uno strumento essenziale per il rafforzamento dell’identità europea.
(14 dicembre 2005)