È stato presentato dal Ministro Stanca, il 28 marzo scorso, un documento,
chiamato "libro
bianco sulla dematerializzazione della documentazione amministrativa".
Il Governo distingue la dematerializzazione che punta, per il passato,
all’eliminazione dei documenti cartacei esistenti negli
archivi,
sostituendoli
con opportune registrazioni informatiche e scartando la documentazione non
soggetta a tutela per il suo interesse storico-culturale, da quella che mira,
per il futuro, ad adottare criteri per evitare, o comunque ridurre grandemente,
la
creazione
di nuovi documenti
cartacei.
La dematerializzazione, si afferma, "rappresenta un processo qualificante
di efficienza e di trasparenza delle amministrazioni pubbliche, che in pari
tempo
consente
notevoli risparmi diretti, in termini di carta e di spazi recuperati, e indiretti
in termini di tempo e di efficacia dell’azione amministrativa pubblica, delle
aziende e dei privati".
In definitiva, si afferma:
"- la dematerializzazione dei documenti, pur essendo solo uno dei tasselli
della riprogettazione delle procedure della Pubblica Amministrazione in una
prospettiva digitale, permette di realizzare con maggior rapidità interventi
concreti;
– la gestione documentale vale oltre il 2% del PIL: di conseguenza una dematerializzazione
anche solo del 10% farebbe registrare un risparmio (ripetibile ogni anno) di
3 miliardi di euro;
– il quadro normativo alla base dei processi amministrativi totalmente digitali è sostanzialmente
completo;
– le tecnologie per la redazione, la firma, la protocollazione, la trasmissione
e l’archiviazione dei documenti informatici sono perfettamente adeguate allo
scopo;
– i procedimenti sui quali intervenire sono innumerevoli: occorre pertanto
una significativa azione di sensibilizzazione e di formazione del personale
coinvolto (in pratica, di tutta l’amministrazione pubblica);
– già esistono numerosi esempi concreti che dimostrano il pieno successo
dell’iniziativa.
Non va trascurato il fatto che tra gli strumenti capaci di agevolare
la dematerializzazione ci sono: a) la firma digitale; b) la posta elettronica
certificata. La firma digitale garantisce l’autenticità e l’integrità di
messaggi e documenti scambiati ed archiviati in modo informatico, al pari della
firma autografa per i documenti tradizionali. La posta elettronica certificata
fornisce al mittente la documentazione elettronica, avente valore legale, che
attesta l’invio e la consegna dei documenti informatici.
Stando così le cose, afferma il Governo, "non sembra azzardato affermare
che siamo ormai prossimi alla realizzazione della tanto auspicata scomparsa
della
carta"
. . . .
Qui il testo del "libro bianco" presentato dal Governo
https://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/dematerializzazione/librobianco.pdf