Le licenze Creative Commons si arricchiscono di due protocolli denominati ‘CC+’ e ‘CC0’.
Il primo non è altro che una tradizionale licenza Creative Commons ‘Attribuzione, Non-commerciale’ cui si aggiunge un accordo di sfruttamento commerciale non esclusivo a titolo oneroso.
In altre parole questo tipo di protocollo permette a chiunque di sfruttare commercialmente una creazione rilasciata in rete semplicemente corrispondendo al titolare dei diritti d’autore il compenso specificato nell’accordo aggiuntivo, senza dovere negoziare di volta in volta le condizioni giuridiche ed economiche relative all’impiego per fini commerciali dell’opera.
L’accordo aggiuntivo può anche prevedere che la corresponsione del compenso conferisca il diritto di derogare ai vincoli della licenza, consentendo, ad esempio, di non citare l’autore dell’opera.
In tal modo si realizzerà un felice connubio tra la libera circolazione delle opere creative e la facilità nell’acquisto dei diritti di sfruttamento commerciale delle medesime.
Il protocollo ‘CC0’, invece, è essenzialmente una versione potenziata del ‘pubblico dominio’. Rilasciando un’opera sotto questa licenza l’autore: a) dichiara che sull’opera non sussiste alcuna restrizione giuridica, o b) rinuncia a far valere ogni diritto sulla medesima e c) sottoscrive tale dichiarazione o tale rinuncia.
Rispetto al rilascio di un opera nel ‘pubblico dominio’ questo tipo di protocollo consentirà di dare maggiori garanzie sulla affidabilità dei soggetti che certificheranno l’assenza di restrizioni giuridiche allo sfruttamento, commerciale o non, dell’opera.
A differenza del protocollo ‘CC+’, già disponibile per l’uso immediato, il protocollo ‘CC0’ verrà rilasciato in versione beta il 15 gennaio prossimo con la collaborazione del Berkman Center for Internet & Society presso la Harvard Law School.