Abilitati sul piede di guerra contro il bando di concorso a 500 posti di giudice ordinario.
Lamentano l’ingiustificata richiesta dell’iscrizione all’albo degli avvocati, quale requisito per partecipare al concorso, laddove la normativa contenuta nel d.lgs. 5 aprile 2006, n. 160, concernente la nuova disciplina dell’accesso in magistratura, richiedeva solo l’abilitazione, e non già l’esercizio della professione di avvocato.
Questi i fatti.
Il bando di concorso, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, IV serie speciale n. 23 del 21 marzo 2008, richiede quale requisito di ammissione, l’iscrizione all’albo degli avvocati.
E tuttavia, l’art. 2 del d.lgs. 5 aprile 2006, n. 160, concernente la nuova disciplina dell’accesso in magistratura, in effetti, ritiene sufficiente, ai fini dell’ammissione al concorso, che l’aspirante abbia “conseguito la laurea in giurisprudenza a seguito di corso universitario di durata non inferiore a quattro anni e l’abilitazione all’esercizio della professione forense”.
Vero è che la successiva legge Mastella, 30 luglio 2007 n. 111 (Modifiche alle norme sull’ordinamento giudiziario), ha modificato la superiore previsione, richiedendo l’iscrizione all’albo professionale. Si tratta tuttavia di previsione palesemente incostituzionale, per grave illogicità, ingiustizia manifesta e disparità di trattamento, in quanto si consentirebbe l’accesso al concorso in magistratura ai soli laureati iscritti all’albo e non anche ai laureati che abbiano conseguito l’abilitazione alla professione forense, ma che poi, per qualsiasi motivo, non si siano iscritti all’albo.
Non solo.
Si discriminerebbero soprattutto i dipendenti pubblici, in possesso di abilitazione, che, per ragioni di incompatibilità, non possono essere iscritti all’albo.
Verrà dunque proposto un ricorso collettivo, patrocinato dallo Studio Legale Giurdanella, per ottenere l’ammissione al concorso dell’intera categoria degli abilitati, a prescindere dalla loro iscrizione all’albo, sollevando altresì la questione di legittimità costituzionale della legge Mastella.
Deciderà il Tar Lazio, in merito alla richiesta dei ricorrenti di essere ammessi al concorso, ma gli interessati dovranno impugnare il bando entro il termine di decadenza di sessanta giorni dalla sua pubblicazione, e dunque entro il prossimo 20 maggio, nonchè presentare nei termini la domanda di partecipazione.