Il Codice dell’espropriazione coniuga l’inquadramento dommatico e dottrinale delle questioni, necessariamente snello e asciutto, con un approccio pragmatico volto alla selezione degli interrogativi più ricorrenti e delicati ed alla indicazione delle soluzioni che agli stessi la più recente giurisprudenza fornisce.
In quest’ottica, una particolare attenzione è stata riservata ai principi enunciati, in tema di indennizzo, dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, al successivo intervento del Giudice delle leggi, nonché alle modifiche introdotte dalla legge finanziaria per il 2008 (art. 2, comma 89, l. 29 dicembre 2007, n. 244) e ai conseguenti problemi interpretativi.
Particolarmente esaminati, inoltri, i profili di contatto tra la disciplina del procedimento espropriativo e la materia urbanistica.
La tecnica redazionale utilizzata per la compilazione del Codice dell’espropriazione è la stessa già sperimentata per i Codici degli appalti pubblici, dell’edilizia e delle sanzioni amministrative.
Sotto ciascuna disposizione l’annotazione si articola in:
– una prima Sezione recante un inquadramento anche dottrinale, snello ed essenziale, degli istituti disciplinati, con puntuale individuazione delle problematiche irrisolte ovvero di quelle per le quali la soluzione codificata stata ritenuta insoddisfacente;
– una seconda Sezione nella quale, con ricorso alla formula della domanda e della risposta, sono segnalati i casi pratici sui quali, con maggiore frequenza, si è registrato l’intervento del giudice, con una chiara enunciazione del quesito proposto e della risposta offerta dalla giurisprudenza.
– una terza Sezione con le formule di riferimento utili all’operatore.
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