Tar Lazio: bocciate le trivelle alle Tremiti

Il Tar Lazio, con la sentenza numero 8201 del primo ottobre scorso, accogliendo i ricorsi di diverse associazioni ambientaliste e dei Comuni di Manfredonia, Peschici, Rodi Garganico, Vico del Garda e Vieste, ha bloccato le ricerche petrolifere al largo delle isole Tremiti e delle coste abruzzesi e molisane, annullando in tal maniera il decreto del Ministro dell'ambiente che dava il via libera alle operazioni di trivellazione.

Secondo i giudici il decreto è nullo perché  “il progetto non ha acquisito il parere obbligatorio della Regione Puglia, importante in quanto vista la distanza della sede dell'intervento di poche decine di chilometri dalle Isole Tremiti (che rientrano nel territorio della Regione Puglia), l'opinione della Puglia non può non considerarsi significativo al fine di coinvolgere la medesima regione nel procedimento di Via, in quanto l'impatto potenziale sull'ecosistema marino e sulle attività connesse alla pesca riguarda tutte le zone circostanti e non solamente quelle dell'Abruzzo e del Molise".
Nel caso di specie, “i Comuni ricorrenti muovono dalla considerazione che l'intervento in questione si svolgerà in un sito che dista poche decine di chilometri dal proprio territorio, che ne subirà i relativi effetti; e affermano che la tecnica dell'Air Gun, consistente nello sparare nei fondali marini raffiche di aria compressa allo scopo di ottenere onde riflesse dalle quali ricavare dati utili a ricostruire la composizione del sottosuolo, è idonea a provocare consistenti danni all'ecosistema marino e una connessa forte diminuzione del pescato in un raggio di cinquanta/sessanta miglia nautiche. Essi fanno anche riferimento ai danni della successiva fase di perforazione, che comporterebbe la potenziale diffusione di sostanze tossiche nel particolare contesto del Mar Adriatico (chiuso e fondale basso)”.
Pertanto, qualora la società petrolifera mostri ancora interesse all'operazione di trivellazione nel mare delle Tremiti, avendo oramai disatteso l'obbligo di cui sopra, dovrà procedere a ripercorrere l'intero iter. Ripartirà, pertanto, dalla richiesta di autorizzazione alla Regione Puglia, rischiando però di non avere più il consenso favorevole.

 

Qui il testo integrale della sentenza n. 8201/2012 del Tar Lazio

 

Redazione

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