31 Marzo 2013: tre scadenze per i Comuni italiani

Entro il 31 marzo 2013 i Comuni italiani devono adempiere a tutta una serie di obblighi di comunicazione e di attivazione previsti dalla legge a loro carico. Gli adempimenti a cui si fa riferimento sono tre:

  1. art. 16 comma 6-bis DL 95/2012: comunicazione degli importi non utilizzati per l’estinzione o la riduzione anticipata del debito. Si tratta dell’indicazione delle somme tagliate con la spending review, che va comunicata alla Prefettura – UTG ai fini del suo successivo inoltro al Viminale. Il Ministero dell’Interno ha in ogni caso precisato che saranno ritenute valide anche le comunicazioni effettuate entro il 2 aprile, quale primo giorno successivo non festivo alla scadenza del termine.

  2. Art. 31 comma 20 L. 183/2011: invio della certificazione relativa al Patto di Stabilità 2012. Non avendo il MEF effettuato alcuna precisazione in ordine allo slittamento del termine al 2 aprile, si deve ritenere che l’inoltro della raccomandata alla Ragioneria Generale dello Stato debba avvenire entro e non oltre sabato 30 marzo, facendo fede la data del timbro postale.

  3. Art. 33 comma 3-bis Dlgs 163/2003 (introdotto dall’art. 23 comma 4 DL 201/2011): avvio della centrale unica di committenza. La legge prevede che tutti i Comuni, nessuno escluso, dovranno rendere operative le centrali di committenza, procedendo all’accorpamento degli uffici che gestiscono di appalti per la realizzazione di lavori pubblici e per l’acquisizione di veni e servizi, banditi successivamente al 31 marzo 2013. Le vie percorribili dai Comuni saranno due: o mediante l’istituzione di un’Unione di Comuni ex art. 32 TUEL o, in mancanza, mediante convenzione (l’opzione dell’accordo consortile è da ritenersi inverosimile perchè successivamente abrogati). Altrimenti sarà obbligatorio il ricorso alle centrali di committenza già esistenti o al MePA (mercato elettronico della pubblica amministrazione).

Si noti che i primi due adempimenti non interessano i Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti perchè non ancora soggetti per l’anno 2012 alle disposizioni del Patto di Stabilità, che è stato loro esteso solo a decorrere dal 2013.

Redazione

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