In esito al Consiglio dei Ministri dell’8 marzo 2013 è stato approvato in via definitiva il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici, provvedimento di 18 articoli attuativo della legge anti-corruzione n. 190/2012 che irrigidisce i codici comportamentali già esistenti nelle pubbliche amministrazioni.
Il DPR si applicherà alla totalità dei pubblici dipendenti (attualmente stimati in circa 3 milioni di lavoratori), nonchè ai dirigenti e ai consulenti degli organi politici e ai collaboratori e consulenti della PA e dei suoi fornitori a qualunque titolo.
In particolare per il settore scuola, la pubblicazione del Codice in Gazzetta Ufficiale comporterà l’abrogazione del Decreto del Ministro per la Funzione Pubblica 28 novembre 2000 recante il “Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni” e le previsioni del nuovo Codice dovranno comunque essere integrate e specificate dal codice di comportamento che sarà adottato dai Ministro dell’Istruzione.
Oltre al richiamo dei principi generali di integrità, correttezza, buona fede, obiettività, trasparenza, equità e ragionevolezza, e del rispetto dei doveri costituzionali di diligenza, lealtà, imparzialità e servizio esclusivo alla cura dell’interesse pubblico, il Codice prescrive tutta una serie di obblighi, divieti e doveri minimi la cui violazione integra comportamenti contrari ai doveri d’ufficio ed è fonte di responsabilità accertata all’esito di procedimento disciplinare.
Di seguito si riporta lo stralcio del comunicato stampa del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo, che illustra le principali novità, nonché si rende disponibile il testo dello schema di DPR approvato.
Consiglio dei Ministri n. 72 del 08/03/2013
A. CODICE DI COMPORTAMENTO DEI DIPENDENTI PUBBLICI
Su proposta del Ministro della pubblica amministrazione e semplificazione, il Consiglio dei Ministri ha approvato, salvo intese, un regolamento contenente il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici. Il codice, emanato in attuazione della legge anti-corruzione (legge n. 190 del 2012), in linea con le raccomandazioni OCSE in materia di integrità ed etica pubblica, indica i doveri di comportamento dei dipendenti delle PA e prevede che la loro violazione è fonte di responsabilità disciplinare.
Tra le disposizioni del codice ci sono:
– il divieto per il dipendente di chiedere regali, compensi o altre utilità, nonché il divieto di accettare regali, compensi o altre utilità, salvo quelli d’uso di modico valore (non superiore a 150 euro) – anche sotto forma di sconto. I regali e le altre utilità comunque ricevuti sono immediatamente messi a disposizione dell’Amministrazione per essere devoluti a fini istituzionali;
– la comunicazione del dipendente della propria adesione o appartenenza ad associazioni e organizzazioni (esclusi partici politici e sindacati) i cui ambiti di interesse possano interferire con lo svolgimento delle attività dell’ufficio;
– la comunicazione, all’atto dell’assegnazione all’ufficio, dei rapporti diretti o indiretti di collaborazione avuti con soggetti privati nei 3 anni precedenti e in qualunque modo retribuiti, oltre all’obbligo di precisare se questi rapporti sussistono ancora (o sussistano con il coniuge, il convivente, i parenti e gli affini entro il secondo grado);
– l’obbligo per il dipendente di astenersi dal prendere decisioni o svolgere attività inerenti le sue mansioni in situazioni di conflitto di interessi anche non patrimoniali, derivanti dall’assecondare pressioni politiche, sindacali o dei superiori gerarchici;
– la tracciabilità e la trasparenza dei processi decisionali adottati (che dovrà essere garantita attraverso un adeguato supporto documentale).
– il rispetto dei vincoli posti dall’amministrazione nell’utilizzo del materiale o delle attrezzature assegnate ai dipendenti per ragioni di ufficio, anche con riferimento all’utilizzo delle linee telematiche e telefoniche dell’ufficio;
– gli obblighi di comportamento in servizio nei rapporti e all’interno dell’organizzazione amministrativa;
– per i dirigenti, l’obbligo di comunicare all’amministrazione le partecipazioni azionarie e gli altri interessi finanziari che possono porli in conflitto d’interesse con le funzioni che svolgono; l’obbligo di fornire le informazioni sulla propria situazione patrimoniale previste dalla legge; il dovere, nei limiti delle loro possibilità, di evitare che si diffondano notizie non vere sull’organizzazione, sull’attività e sugli altri dipendenti;
– è infine assicurato il meccanismo sanzionatorio per la violazione dei doveri di comportamento.
Qui il testo integrale del codice di comportamento dei dipendenti pubblici