Nella riunione del 15 giugno 2013 il Consiglio dei Ministri ha esaminato e approvato un decreto legge che prevede misure urgenti per il rilancio economico del Paese, denominato “Decreto Fare”.
Tra i vari interventi contenuti nel provvedimento, spicca la previsione di un indennizzo in denaro a cui le imprese (e successivamente anche i privati) avranno diritto nel caso in cui la pubblica amministrazione ritardi nella conclusione del procedimento.
Nello schema del provvedimento, reso noto dal Governo tramite un comunicato, tra le misure a sostegno delle imprese, si legge infatti che “viene introdotto un indennizzo monetario a carico delle P.A. in ritardo nella conclusione dei procedimenti amministrativi. Se il titolare del potere sostitutivo (cioè chi subentra al funzionario ‘ritardatario’) non conclude la procedura, scatta un risarcimento pari a 50 euro al giorno fino a un massimo di 2.000 euro. Se non liquidata, la somma può essere chiesta al giudice amministrativo con una procedura semplificata”.
L’obiettivo di tale previsione è sicuramente quello di garantire tempi certi di chiusura delle procedure, attraverso una semplificazione e velocizzazione dei procedimenti stessi.
Scaduto infruttuosamente il termine per l’adozione del provvedimento si avrà dunque diritto ad un indennizzo di 50 euro per ogni giorno di ritardo, fino ad un massimo di 2.000 euro (il tetto massimo è però stato dimezzato rispetto a quello previsto all’interno della bozza del decreto precedente all’approvazione).
Per il momento tale misura sarà avviata in via sperimentale con riferimento alle sole imprese, per poi essere estesa, fra circa un anno, anche ai singoli cittadini.
Secondo quanto indicato nel comunicato del Governo, alla scadenza del termine del procedimento, il funzionario inadempiente dovrebbe essere sostituito da un soggetto responsabile del potere sostitutivo, al quale, in caso di mancata conclusione, spetterà il compito di liquidare la somma dovuta a titolo di indennizzo.
Nel caso in cui ciò non avvenga l’interessato avrà diritto a ricorrere dinanzi al giudice amministrativo per il riconoscimento della somma, e la conseguente liquidazione, attraverso una procedura semplificata che dovrebbe evitare un eccessivo dilungamento dei tempi.
Affinché tale strumento, sicuramente utile in astratto a dissuadere le PP.AA. da eventuali ritardi, sia effettivamente applicabile è necessario, però, che i tempi del singolo procedimento siano resi conoscibili in modo chiaro e inequivocabile da parte dell’amministrazione procedente.
Per ulteriori approfondimenti si rinvia al testo dello schema del Governo, reso noto tramite il comunicato del 15 giugno 2013, relativo al “Decreto Fare”.