Il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili andava sciolto e commissariato, a causa delle gravi irregolarità che ne hanno inficiato le elezioni dell’ottobre 2012.
E’ chiaro il Tar Lazio, che con la sentenza n. 6543/13, pubblicata dalla terza sezione, avalla l’operato del Ministero della Giustizia che nei mesi scorsi aveva proceduto a sciogliere il CNDCEC per poi commissariarlo, indicendo le nuove elezioni previste il 10 febbraio 2013.
Non era stato infatti possibile procedere alla proclamazione degli eletti durante la precedente tornata del 15 ottobre 2012 a causa delle gravi irregolarità riscontrate.
Il Tar Lazio ha così rigettato il ricorso proposto da alcuni commercialisti di una delle due liste in lizza alle elezioni e volto all’annullamento dei provvedimenti adottati dal Ministero vigilante. I ricorrenti avevano infatti vinto le elezioni ma non erano stati proclamati a causa del trasferimento di un iscritto, dalla Calabria all’Ordine di Aosta, di cui era stata contestata la legittimità.
Ma il Ministero della Giustizia aveva contestato anche una modifica al regolamento elettorale del CNDCEC, nella parte in cui sono erano state specificate le modalità di computo degli astenuti nel calcolo delle maggioranze necessarie per l’adozione delle delibere consiliari. La novella ritenuta illegittima prevedeva che il consigliere astenuto venisse computato ai fini della formazione del quorum necessario per ritenere valida la seduta mentre, ai fini della decisione, la maggioranza venisse determinata da quella formata dal voto dei presenti non astenuti.
Tra le irregolarità riscontrate dal Ministero, anche il mancato commissariamento di due Consigli locali, dopo le dimissioni dei presidenti.
Qui il testo integrale della sentenza n. 6543/2013 del Tar Lazio