Tra qualche ora, alle 16.00 secondo l’ordine del giorno, Camera e Senato nomineranno i c.d. membri laici del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa, di quello della Corte dei Conti e di quello della Giustizia Tributaria.
Anche stavolta le nomine arriveranno nel più totale silenzio e senza alcun riguardo alla trasparenza. Infatti non si ha alcuna comunicazione né dei candidati alla nomina né dei criteri di scelta.
In un articolo precedente mi ero soffermato sull’importanza di tali nomine. I consigli di presidenza sono infatti gliorgani di autogoverno dei magistrati amministrativi (TAR e Consiglio di Stato), della magistratura Contabile (Corte dei Conti) e della magistratura tributaria, che vigilano sulla piena indipendenza e imparzialità di tali magistrature speciali, così come il Consiglio Superiore della Magistratura fa con i giudici ordinari.
La ratio dell’elezione di membri laici da parte delle Camere sarebbe quella di far partecipare all’esercizio dell’autogoverno di tali magistrature, soggetti di alta professionalità giuridica che non facciano però parte delle magistrature stessa, garantendo maggiore autonomia e indipendenza e permettendo allo stesso tempo un rapporto più intenso con il Parlamento e con la società. Contemporaneamente con le nomine dei “membri laici” si vuole evitare che gli organi di autogoverno delle diverse magistrature possano assumere un ruolo dirappresentanza meramente corporativa del rispettivo ordine giudiziario, in totale estraneità rispetto al circuito democratico.
Le indiscrezioni circolate gli scorsi mesi secondo cui le Camere erano in procinto di nominare quattro membri laici tutti espressione dei partiti che sostengono l’attuale maggioranza di governo, escludendo quindi i partiti di opposizione, rivelavano dunque come tali nomine venissero inserite nella deplorevole prassi delle logiche spartitorie dei partiti politici, in totale contraddizione con la ratio degli organi di autogoverno di garantire l’indipendenza dei giudici, come previsto dall’art. 108 della Costituzione.
Indipendenza che ovviamente trattandasi di nomine “accordate” viene meno, e con essa viene meno il ruolo di garante che i designati membri andranno a rivestire all’interno dei rispettivi Consigli di Presidenza.
Viene da chiedersi allora chi rivestirà il ruolo di garante dell’indipendenza, dell’autonomia e della terzietà dei giudici amministrativi, contabili e tributari.
Rimasto del tutto inascoltato e invisibile l’appello dell’associazione Cittadini Europei che, ravvisata la delicatezza della questione, aveva chiesto ai Presidenti delle Camere una procedura di nomina trasparente e selettiva volta all’individuazione di soggetti davvero indipendenti ed equidistanti dagli interessi coinvolti.
Ma anche stavolta, tutta fa pensare che le logiche partitiche abbiano avuto il sopravvento.
Articolo Pubblicato su LeggiOggi.it il 18.09.2013