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E’ con una lettera inviata al Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Guido Alpa, che Giorgio Santacroce, Primo Presidente della Corte di Cassazione, indica, per la prima volta ufficialmente, le linee guida che devono sovrintendere alla corretta stesura dei ricorsi.
Così come per le sentenze – che, ai sensi dell’art. 132, comma 2, n. 4, c.p.c., devono contenere “la concisa esposizione delle ragioni di fatto e di diritto della decisione” – chiarezza e sinteticità devono caratterizzare qualunque atto di parte (ricorso, controricorso e memoria), affinché lo stesso sia giuridicamente efficace.
Quanto alla sinteticità, con specifico riferimento ai procedimenti in Cassazione “ben potrebbe ritenersi congruo un tetto di 20 pagine” – scrive il Primo Presidente – e laddove ciò non fosse possibile per l’eccezionale complessità della fattispecie sottoposta al vaglio della Corte “la raccomandazione potrà ritenersi ugualmente rispettata se l’atto fosse corredato da un riassunto in non più di 2-3 pagine del relativo contenuto”.
In ogni caso, a prescindere dall’estensione dell’atto, raccomandabile sarebbe pure l’inserimento di un sommario introduttivo a qualunque tipo di atto affinché il giudice possa essere guidato nella lettura dell’atto stesso.
Sinteticità e chiarezza devono essere declinati anche con riguardo ai motivi di ricorso, che devono essere ridotti e concentrati, onde evitare un’inutile “parcellizzazione” della questione che costituisce il cuore della censura.
Tali raccomandazioni, oltre ad esaltare la forza d’impatto dell’impugnazione, rispondono al c.d. principio di autosufficienza del ricorso, sottraendolo, per questo ad un’eventuale giudizio di inammissibilità.
Per ulteriori approfondimenti si rinvia al testo integrale della lettera inviata dal Primo Presidente della Cassazione, Giorgio Santacroce, al Presidente del CNF, Guido Alpa.
