Taglio Tribunali. L’Ufficio centrale per i Referendum presso la Corte di Cassazione- presieduto da Corrado Carnevale- ha dichiarato l‘ammissibilità del referendum abrogativo relativo alla norma dello “spending review” che ha tagliato oltre mille tribunali italiani, stravolgendo la geografia giudiziaria.
Il quesito, per la prima volta nella storia della democrazia italiana, è stato presentato da nove Consigli Regionali -in particolare Basilicata, Calabria, Marche, Friuli-Venezia Giulia, Puglia, Campania, Liguria e Piemonte, con capofila la Regione Abruzzo- “al fine di garantire l’accesso alla giustizia da parte di tutti i cittadini italiani” .
La possibilità che le Regioni diventino dirette promotrici del referendum abrogativo è direttamente previsto dal testo dell’art. 75 della Costituzione che recita:
“È indetto referendum popolare per deliberare l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali“.
Dopo le proteste di avvocati e sindacati , lo sconforto dei dipendenti, i musi duri tra gli operatori di giustizia e il Ministro Cancellieri – che l’ha definita “una riforma epocale”- la Cassazione dice si alla consultazione popolare .
Adesso, la parola passa alla Consulta, per il vaglio di costituzionalità, dovendo valutare, in particolare, se l’ordinamento giudiziario potrebbe continuare a funzionare, in caso di abrogazione referendaria della riforma “taglia-tribunali”.