Corte Costituzionale: legittimo il blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici

La corte costituzionale con la sentenza n. 310 del 17 dicembre 2013 ha ritenuto Costituzionalmente legittimo il blocco delle progressioni economiche e di carriera, inizialmente previsto fino al 31 dicembre 2013 e prorogato al 31 dicembre 2014 dal dpr 122/2013.

La consulta ha dunque rigettato la questione di legittimità costituzionale sollevata da una serie di TAR, riguardo l’articolo 9, comma 21, del d.l. 78/2010, convertito in legge 122/201°,  in riferimento, nel complesso, agli artt. 2, 3, 9, 33, 34, 36, 37, 42, 53, 77 e 97 della Costituzione.

Le questioni sono state sollevate nel corso di giudizi promossi da docenti universitari di ruolo, ordinari, straordinari, associati, ricercatori, nei confronti, nel complesso, delle rispettive università degli studi, del Ministero dell’istruzione dell’università e della ricerca, del Ministero dell’economia e delle finanze e del Presidente del Consiglio dei ministri, per ottenere l’accertamento del diritto alla corresponsione del proprio trattamento economico senza l’applicazione delle misure di blocco previste dall’art. 9, comma 21, primo, secondo e terzo periodo, del d.l. n. 78 del 2010.

La norma contestata, impedisce gli incrementi economici dei dipendenti pubblici sia per progressioni di carriera sia per avanzamenti di grado.

La Corte ha respinto tutte le questioni di legittimità costituzionale che si basavano sulla violazione del principio di parità di trattamento dei lavoratori e dell’equo trattamento economico, in quanto la disciplina degli stipendi pubblici può essere soggetta agli interventi del legislatore mirati a contenere la spesa pubblica.

Per ulteriori approfondimenti si rende disponibile il testo della sentenza

Redazione

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