I giudici amministrativi di Palermo hanno dichiarato illegittimo il test per l’ammissione ai corsi di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria all’Università di Palermo per “conseguente rilevante violazione del principio dell’anonimato e possibilità, quanto meno in astratto, dell’alterazione dei risultati della prova“. Ne deriva l’ ammissione in sovrannumero dei cinque studenti ricorrenti e la condanna alle spese processuali per l’Ateneo pari a 700 euro per ciascuno dei cinque studenti-ricorrenti, per complessivi 3.500 euro.
La prima sezione del Tribunale, presieduta dal giudice Filoreto D’Agostino (Federica Cabrini, consigliere estensore e Maria Barbara Cavallo, primo referendario) , sembra muoversi sulla stessa scia della decisione n. 26/2013 dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, che aveva paventato il rischio che anche il concorso nazionale per l’ammissione a Medicina, Odontoiatria e Veterinaria appena celebrato avrebbe potuto incorrere in una sentenza di annullamento.
Il Tar di Palermo con la sentenza n. 121/2014, ha anche inviato gli atti alla Procura della Repubblica evidenziando che la scelta del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur) e dell’Ateneo di “far compilare la scheda anagrafica prima dello svolgimento dei test ed esporla sul banco accanto al documento di riconoscimento, ha consentito la conoscenza del codice identificativo abbinato a ciascun candidato prima della compilazione dei questionari, con conseguente rilevante violazione del principio dell’anonimato“.
L’irregolarità dello svolgimento di tale concorso era stata avanzata sin dal 2007 ma solo a novembre del 2013 il Consiglio di Stato aveva messo la parola definitiva sulla cattiva gestione di questi concorsi.
Sulla sentenza del Tar è intervenuto il prorettore vicario e delegato alla Didattica, Vito Ferro: «Procedure e modalità del test per l’ingresso ai corsi di Medicina e di Odontoiatria sono stati stabiliti dal Miur per tutti gli Atenei d’Italia. Ammetteremo in soprannumero coloro che hanno vinto il ricorso così come stabilito dai giudici, nella consapevolezza che abbiamo rispettato le procedure del ministero e non abbiamo avuto alcun margine di discrezionalità».
Già prima di questo ricorso, l’Ateneo di Palermo come gli altri Atenei italiani, per legge dello Stato, ha dovuto accogliere in sovrannumero tutti i candidati che sarebbero stati ammessi ai corsi grazie al bonus maturità, previsto come novità dell’anno e poi abolito il giorno stesso della prova. «A Palermo – spiega Ferro – si tratta di 114 candidati, che adesso hanno facoltà di iscriversi all’anno accademico 2013-2014 oppure al prossimo, il 2014-2015. Per chi si iscrive al 2013-2014 è obbligatoria l’iscrizione part-time perché un semestre di lezioni è già trascorso, e a Medicina la frequenza dei corsi è obbligatoria. Potranno recuperare metà delle lezioni del primo semestre attraverso due corsi di recupero che abbiamo appena attivato: uno in Fisica e l’altro in Chimica e propedeutica alla Biochimica. Queste materie pesano 12 cfu sui 24 complessivi delle materie del primo semestre. Le altre, per un totale di altri 12 cfu, potranno essere sostenute il prossimo anno».
Leggi il testo integrale della sentenza n. 121/2014 del Tar Palermo