La Corte costituzionale con la sentenza n. 22/2014 ha dichiarato legittime le norme delle spending review che impongono ai piccoli comuni con meno di 5000 abitanti di unirsi per gestire quasi in toto le funzioni fondamentali. Sono dunque salve le forme associate quali le unioni e convenzioni fra piccoli comuni.
Alla Corte si erano rivolte 5 regioni che lamentavano una lesione delle proprie prerogative regionali in materia di ordinamento degli enti locali da parte delle nuove disposizioni della spending review di Mario Monti.
La Corte ha ribadito come il legislatore abbia la facoltà di “imporre alle regioni e agli enti locali, per ragioni di coordinamento finanziario connesse a obiettivi nazionali, condizionati anche da obblighi comunitari, vincoli alle politiche di bilancio, anche se questi si traducono, inevitabilmente, in limitazioni indirette all’autonomia di spesa degli enti territoriali“.
Le norme della spending review, ad avviso della Corte, essendo orientate al contenimento della spesa pubblica rientrano nella potestà statale concorrente in materia di coordinamento della finanza pubblica ex art. 117 Cost..