Novità riforma giustizia: Negoziazione assistita e arbitrato

Giustizia civile: con l’approvazione spazio a negoziazione assistita e passaggio in arbitrato (come abbiamo anticipato qui) delle cause pendenti.

Con i due nuovi istituti introdotti dalla legge di conversione del decreto legge 132/2014 (recante interventi di degiurisdizionalizzazione e interventi per la definizione dell’arretrato), approvata in via definitiva dalla Camera con 317 voti a favore e 182 contrari, persone, cittadini e imprese avranno una carta in più per risolvere – conciliando – una controversia relativa a loro diritti disponibili.

A seguire in sintesi le principali novità del testo consolidato – sulla base degli emendamenti parlamentari e governativi – del provvedimento.

NEGOZIAZIONE ASSISTITA. La norma è già in vigore e prevede che le parti che hanno una controversia su diritti disponibili (esclusa la materia del lavoro) possono stipulare una convenzione per la sua risoluzione con l’assistenza di uno o più avvocati.

La convenzione è stipulata per iscritto a pena di nullità e deve avere una durata determinata (comunque non superiore a tre mesi).
Gli avvocati certificano l’autografia della sottoscrizioni alla convenzione così come dell’accordo, oltre che la sua conformità a norme imperative e ordine pubblico.

Gli avvocati hanno il dovere deontologico di : informare il cliente della possibilità di ricorrere alla negoziazione; di non impugnare l’accordo alla cui redazione abbiano partecipato; di riservatezza; di non utilizzare le informazione avute e di non deporre sui fatti.
La non accettazione dell’invito a negoziare o il mancato accordo possono essere valutati dal giudice ai fini delle spese di giudizio.
L’accordo concluso, sottoscritto e certificato, è titolo esecutivo e per la iscrizione di ipoteca. Deve essere integralmente trascritto nel precetto.

NEGOZIAZIONE OBBLIGATORIA. Questa norma entra in vigore decorsi 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione. Riguarda i casi di danno da circolazione stradale; per domande di pagamento di somme non superiori a 50mila euro; per le Pubbliche Amministrazioni. Sono escluse le controversie relative a obbligazioni contrattuali che derivano da contratti tra professionisti e consumatori. In questi casi, all’avvocato non è dovuto compenso se la parte si trova nelle condizioni per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato.

A seguire i relativi articoli del decreto di riforma della giustizia e del processo civile:


Capo II 

Procedura di negoziazione assistita da uno o piu’ avvocati

Art. 2

Convenzione di negoziazione assistita da uno o piu’ avvocati

La convenzione di negoziazione assistita da uno o piu’ avvocati e’ un accordo mediante il quale le parti convengono di cooperare in buona fede e con lealta’ per risolvere in via amichevole la controversia tramite l’assistenza di avvocati iscritti all’albo anche ai sensi dell’articolo 6 del decreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 96.

1-bis. E’ fatto obbligo per le amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, di affidare la convenzione di negoziazione alla   propria avvocatura, ove presente.

La convenzione di negoziazione deve precisare:

a) il termine concordato dalle parti per l’espletamento della procedura, in ogni caso non inferiore a un mese e non superiore a tre mesi, prorogabile per ulteriori trenta giorni su accordo tra le parti;

b) l’oggetto della controversia, che non deve riguardare diritti indisponibili o vertere in materia di lavoro.

La convenzione e’ conclusa per un periodo di tempo determinato dalle parti, fermo restando il termine di cui al comma 2, lettera a).

La convenzione di negoziazione e’ redatta, a pena di nullita’, in forma scritta.

La convenzione e’ conclusa con l’assistenza di uno o piu’ avvocati.

Gli avvocati certificano l’autografia delle sottoscrizioni apposte   alla   convenzione   sotto   la   propria   responsabilita’ professionale.

E’ dovere deontologico degli avvocati informare il cliente all’atto del conferimento dell’incarico della   possibilita’   di ricorrere alla convenzione di negoziazione assistita.

 

Art. 3

Improcedibilita’

Chi intende esercitare in giudizio un’azione relativa a una controversia in materia di risarcimento del danno da circolazione di veicoli e natanti deve, tramite il suo avvocato, invitare l’altra parte a stipulare una convenzione di negoziazione assistita. Allo stesso modo deve procedere, fuori dei casi previsti dal periodo precedente e dall’articolo 5, comma 1-bis, del decreto legislativo 4 marzo 2010 n. 28, chi intende proporre in giudizio una domanda di pagamento a qualsiasi titolo di somme non eccedenti cinquantamila euro. L’esperimento del procedimento di negoziazione assistita e’ condizione   di   procedibilita’   della   domanda   giudiziale. L’improcedibilita’ deve essere eccepita dal convenuto, a pena di decadenza, o rilevata d’ufficio dal giudice, non oltre la prima udienza. Il giudice quando rileva che la negoziazione assistita e’ gia’ iniziata, ma non si e’ conclusa, fissa la successiva udienza dopo la scadenza del termine di cui all’articolo 2 comma 3. Allo stesso modo provvede quando la negoziazione non e’ stata esperita, assegnando contestualmente alle parti il termine di quindici giorni per la comunicazione dell’invito. Il presente comma non si applica alle controversie concernenti obbligazioni contrattuali derivanti da contratti conclusi tra professionisti e consumatori.

Quando l’esperimento del procedimento di negoziazione assistita e’ condizione di procedibilita’ della   domanda   giudiziale   la condizione si considera avverata se l’invito non e’ seguito da adesione o e’ seguito da rifiuto entro trenta giorni dalla sua ricezione ovvero quando e’ decorso il periodo di tempo di cui all’articolo 2, comma 2, lettera a).

La disposizione di cui al comma 1 non si applica:

a) nei procedimenti per ingiunzione, inclusa l’opposizione;

b) nei procedimenti di consulenza tecnica preventiva ai fini della composizione della lite, di cui all’articolo 696-bis del codice di procedura civile;

c) nei procedimenti di opposizione o incidentali di cognizione relativi all’esecuzione forzata;

d) nei procedimenti in camera di consiglio;

e) nell’azione civile esercitata nel processo penale.

L’esperimento del procedimento di negoziazione assistita nei casi di cui al comma 1 non preclude la concessione di provvedimenti urgenti e cautelari, ne’ la trascrizione della domanda giudiziale.

Restano ferme   le   disposizioni   che   prevedono   speciali procedimenti obbligatori di conciliazione e mediazione, comunque denominati. Il termine di cui ai commi 1 e 2, per materie soggette ad altri termini di procedibilita’, decorre unitamente ai medesimi.

Quando il procedimento di negoziazione assistita e’ condizione di procedibilita’ della domanda, all’avvocato non e’ dovuto compenso dalla parte che si trova nelle condizioni per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato, ai sensi dell’articolo 76 (L) del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115 e successive modificazioni. A tale fine la parte e’ tenuta a   depositare   all’avvocato   apposita dichiarazione   sostitutiva   dell’atto   di notorieta’,   la   cui sottoscrizione puo’ essere autenticata dal medesimo avvocato, nonche’ a produrre, se l’avvocato lo richiede, la documentazione necessaria a comprovare la veridicita’ di quanto dichiarato.

La disposizione di cui al comma 1 non si applica quando la parte puo’ stare in giudizio personalmente.

Le disposizioni di cui al presente articolo acquistano efficacia decorsi novanta giorni dall’entrata in vigore della legge   di conversione del presente decreto.

 

Art. 4

Non accettazione dell’invito e mancato accordo

L’invito a stipulare la convenzione deve indicare l’oggetto della controversia e contenere l’avvertimento che la mancata risposta all’invito entro trenta giorni dalla ricezione o il suo rifiuto puo’ essere valutato dal giudice ai fini delle spese del giudizio e di quanto previsto dagli articoli 96 e 642, primo comma, del codice di procedura civile.

La certificazione dell’autografia della firma apposta all’invito avviene ad opera dell’avvocato che formula l’invito.

La dichiarazione di mancato accordo e’ certificata dagli avvocati designati.

 

Art. 5

Esecutivita’ dell’accordo raggiunto a seguito della convenzione e trascrizione

L’accordo che compone la controversia, sottoscritto dalle parti e dagli avvocati che le assistono, costituisce titolo esecutivo e per l’iscrizione di ipoteca giudiziale.

Gli avvocati certificano l’autografia delle firme   e   la conformita’ dell’accordo alle norme imperative e all’ordine pubblico.

2-bis. L’accordo di cui al comma 1 deve essere integralmente trascritto nel precetto ai sensi dell’articolo 480, secondo comma, del codice di procedura civile.

Se con l’accordo le parti concludono uno dei contratti o compiono uno degli atti soggetti a trascrizione, per procedere alla trascrizione dello stesso la sottoscrizione del processo verbale di accordo deve essere autenticata da un pubblico ufficiale a cio’ autorizzato.

Costituisce illecito deontologico per l’avvocato impugnare un accordo alla cui redazione ha partecipato.

4-bis. All’articolo 12, comma 1, del decreto legislativo 4 marzo 2010, n. 28, dopo il secondo periodo e’ inserito il seguente:

“L’accordo di cui al periodo precedente deve essere integralmente trascritto nel precetto ai sensi dell’articolo 480, secondo comma, del codice di procedura civile”.

 

Art. 6

Convenzione di negoziazione assistita da uno o piu’ avvocati per le soluzioni consensuali di separazione personale, di cessazione degli effetti civili o di scioglimento del matrimonio, di modifica delle condizioni di separazione o di divorzio.

La convenzione di negoziazione assistita da almeno un avvocato per parte puo’ essere conclusa tra coniugi al fine di raggiungere una soluzione consensuale di separazione personale, di cessazione degli effetti civili del matrimonio, di scioglimento del matrimonio nei casi di cui all’articolo 3, primo comma, numero 2), lettera b), della legge 1º dicembre 1970, n. 898, e successive modificazioni, di modifica delle condizioni di separazione o di divorzio.

In mancanza di figli minori, di figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992,   n.   104,   ovvero   economicamente   non autosufficienti, l’accordo raggiunto a seguito di convenzione di negoziazione assistita e’ trasmesso al procuratore della Repubblica presso il tribunale competente il quale, quando   non   ravvisa irregolarita’, comunica agli avvocati   il   nullaosta   per   gli adempimenti ai sensi del comma 3. In presenza di figli minori, di figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave ovvero economicamente non autosufficienti, l’accordo raggiunto a seguito di convenzione di negoziazione assistita deve essere trasmesso entro il termine di dieci giorni al procuratore della Repubblica presso il tribunale competente, il quale, quando ritiene che l’accordo risponde all’interesse dei figli, lo autorizza. Quando ritiene che l’accordo non risponde all’interesse dei figli, il procuratore della Repubblica lo trasmette, entro cinque giorni, al presidente del tribunale, che fissa, entro i successivi trenta giorni, la comparizione delle parti e provvede senza ritardo. All’accordo autorizzato si applica il comma 3.

L’accordo raggiunto a seguito della convenzione produce gli effetti e tiene luogo dei provvedimenti giudiziali che definiscono, nei casi di cui al comma 1, i procedimenti di separazione personale, di cessazione degli effetti civili del matrimonio, di scioglimento del matrimonio e di modifica delle condizioni di separazione o di divorzio. Nell’accordo si da’ atto che gli avvocati hanno tentato di conciliare le parti e le hanno informate della possibilita’ di esperire la mediazione familiare e che gli avvocati hanno informato le parti dell’importanza per il minore di trascorrere tempi adeguati con ciascuno dei genitori. L’avvocato della parte e’ obbligato a trasmettere, entro il termine di dieci giorni, all’ufficiale dello stato civile del Comune in cui il matrimonio fu iscritto   o trascritto, copia, autenticata dallo stesso, dell’accordo munito delle certificazioni di cui all’articolo 5.

All’avvocato che viola l’obbligo di cui al comma 3, terzo periodo, e’ applicata la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 2.000 ad euro 10.000. Alla irrogazione della sanzione di cui al periodo che precede e’ competente il Comune in cui devono essere eseguite le annotazioni previste dall’articolo 69 del decreto del Presidente della Repubblica 3 novembre 2000, n. 396.

Al decreto del Presidente della Repubblica 3 novembre 2000, n. 396, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) all’articolo 49, comma 1, dopo la lettera g) e’ inserita la seguente:

     “g-bis) gli accordi raggiunti a seguito di convenzione di negoziazione assistita da uno o piu’ avvocati ovvero autorizzati, conclusi tra coniugi al fine di raggiungere una soluzione consensuale di cessazione degli effetti civili del matrimonio e di scioglimento del matrimonio”;

b) all’articolo 63, comma 2, dopo la lettera h) e’ aggiunta la seguente:

     “h-bis) gli accordi raggiunti a seguito di convenzione di negoziazione assistita da uno o piu’ avvocati conclusi tra coniugi al fine di raggiungere una soluzione consensuale   di   separazione personale, di cessazione degli effetti civili del matrimonio, di scioglimento del matrimonio, nonche’ di modifica delle condizioni di separazione o di divorzio”;

c) all’articolo 69, comma 1, dopo la lettera d) e’ inserita la seguente:

     “d-bis) degli accordi raggiunti a seguito di convenzione di negoziazione assistita da uno o piu’ avvocati ovvero autorizzati, conclusi tra coniugi al fine di raggiungere una soluzione consensuale di separazione personale, di cessazione degli effetti civili del matrimonio, di scioglimento del matrimonio”.

 

Art. 7

ARTICOLO SOPPRESSO DALLA L. 10 NOVEMBRE 2014, N. 162

Art. 8

Interruzione della prescrizione e della decadenza

Dal momento della comunicazione dell’invito a concludere una convenzione di negoziazione assistita ovvero della sottoscrizione della convenzione si producono sulla prescrizione gli effetti della domanda giudiziale. Dalla stessa data e’ impedita, per una sola volta, la decadenza, ma se l’invito e’ rifiutato o non e’ accettato nel termine di cui all’articolo 4, comma 1, la domanda giudiziale deve essere proposta entro il medesimo termine   di   decadenza decorrente dal rifiuto, dalla mancata accettazione nel termine ovvero dalla dichiarazione di mancato accordo certificata dagli avvocati.

 

Art. 9

Obblighi dei difensori e tutela della riservatezza

I difensori non possono essere nominati arbitri ai sensi dell’articolo 810 del codice di procedura civile nelle controversie aventi il medesimo oggetto o connesse.

E’ fatto obbligo agli avvocati e alle parti di comportarsi con lealta’ e di tenere riservate le   informazioni   ricevute.   Le dichiarazioni rese e le informazioni acquisite nel corso   del procedimento non possono essere utilizzate nel giudizio avente in tutto o in parte il medesimo oggetto.

I difensori delle parti e coloro che partecipano al procedimento non possono essere tenuti a deporre sul contenuto delle dichiarazioni rese e delle informazioni acquisite.

A tutti coloro che partecipano al procedimento si applicano le disposizioni dell’articolo 200 del codice di procedura penale e si estendono le garanzie previste per il difensore dalle disposizioni dell’articolo 103 del medesimo codice di procedura penale in quanto applicabili.

4-bis. La violazione delle prescrizioni di cui al comma 1 e degli obblighi di lealta’ e riservatezza di cui al comma 2 costituisce per l’avvocato illecito disciplinare.

 

Art. 10

Antiriciclaggio

All’articolo 12, comma 2, del decreto legislativo 21 novembre 2007,   n.   231,   dopo   le   parole:   «compresa   la   consulenza sull’eventualita’ di intentare o evitare un procedimento,» sono inserite le seguenti: «anche tramite una convenzione di negoziazione assistita da uno o piu’ avvocati ai sensi di legge,».

 

Art. 11

Raccolta dei dati

 

I difensori che sottoscrivono l’accordo raggiunto dalle parti a seguito della convenzione sono tenuti a trasmetterne copia al Consiglio dell’ordine circondariale del luogo ove l’accordo e’ stato raggiunto, ovvero al Consiglio dell’ordine presso cui e’ iscritto uno degli avvocati.

Con cadenza annuale il Consiglio nazionale forense provvede al monitoraggio delle procedure di negoziazione assistita e ne trasmette i dati al Ministero della giustizia.

2-bis. Il Ministro della giustizia trasmette alle Camere, con cadenza annuale, una relazione sullo stato di attuazione delle disposizioni di cui al presente capo, contenente, in particolare, i dati trasmessi ai sensi del comma 2, distinti per tipologia di controversia, unitamente ai dati relativi alle controversie iscritte a ruolo nell’anno di riferimento, a loro volta distinti   per tipologia.

 


SEPARAZIONI/DIVORZI CONSENSUALI IN NEGOZIAZIONE. La norma è già in vigore. E’ previsto che i coniugi siano assistiti da almeno un avvocato per parte.

La procedura negoziale può applicarsi anche in presenza di figli minori o “deboli”; in questo caso l’accordo raggiunto è trasmesso al procuratore della Repubblica che autorizza l’accordo o lo trasmette al presidente del Tribunale che fissa la comparizione delle parti. In assenza di figli o di figli maggiorenni “deboli” serve comunque il nullaosta del pm.
L’avvocato deve trasmettere l’accordo di separazione/divorzio entro 10 giorni all’ufficiale di stato civile del comune dove fu iscritto o trascritto il matrimonio, pena il pagamento di una sanzione tra 2mila e 10mila euro (la sanzione è stata ridotta rispetto alla previsione previgente)

A seguire i relativi articoli del decreto di riforma della giustizia e del processo civile:


Capo III 

Ulteriori disposizioni per la semplificazione dei procedimenti di
separazione personale e di divorzio

Art. 12

 Separazione consensuale, richiesta congiunta di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio e modifica delle condizioni di separazione o di divorzio innanzi all’ufficiale dello stato civile.

I coniugi possono concludere, innanzi al sindaco, quale ufficiale dello stato civile a norma dell’articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica 3 novembre 2000, n. 396, del comune di residenza di uno di loro o del comune presso cui e’ iscritto o trascritto l’atto di matrimonio, con l’assistenza facoltativa di un avvocato, un accordo di separazione personale ovvero, nei casi di cui all’articolo 3, primo comma, numero 2), lettera b), della legge 1º dicembre 1970, n. 898, di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio, nonche’ di modifica delle condizioni di separazione o di divorzio.

Le disposizioni di cui al presente articolo non si applicano in presenza di figli minori, di figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, ovvero economicamente non autosufficienti.

L’ufficiale dello stato civile riceve da ciascuna delle parti personalmente , con l’assistenza facoltativa di un avvocato, la dichiarazione che esse vogliono separarsi ovvero far cessare gli effetti civili del matrimonio o ottenerne lo scioglimento secondo condizioni tra di esse concordate. Allo stesso modo si procede per la modifica delle condizioni di separazione o di divorzio. L’accordo non puo’ contenere patti di trasferimento patrimoniale. L’atto contenente l’accordo e’ compilato e sottoscritto immediatamente   dopo   il ricevimento delle dichiarazioni di cui al presente comma. L’accordo tiene luogo dei provvedimenti giudiziali che definiscono, nei casi di cui al comma 1, i procedimenti di separazione personale,   di cessazione degli effetti civili del matrimonio, di scioglimento del matrimonio e di modifica delle condizioni di separazione o di divorzio. Nei soli casi di separazione personale, ovvero di cessazione degli effetti civili del matrimonio o di scioglimento del matrimonio secondo condizioni concordate, l’ufficiale dello stato civile, quando riceve le dichiarazioni dei coniugi, li invita a comparire di fronte a se’ non prima di trenta giorni dalla ricezione per la conferma dell’accordo anche ai fini degli adempimenti di cui al comma 5. La mancata comparizione equivale a mancata conferma dell’accordo.

All’articolo 3, al secondo capoverso della lettera b) del numero 2 del primo comma della legge 1° dicembre 1970, n. 898, dopo le parole «trasformato in consensuale» sono aggiunte le seguenti: «, ovvero dalla data certificata nell’accordo di separazione raggiunto a seguito di convenzione di negoziazione assistita da un avvocato ovvero dalla data dell’atto contenente l’accordo di separazione concluso innanzi all’ufficiale dello stato civile.».

Al decreto del Presidente della Repubblica 3 novembre 2000, n. 396 sono apportate le seguenti modificazioni:

a) all’articolo 49, comma 1, dopo la lettera g-bis), e’ aggiunta la seguente lettera:« g-ter) gli accordi di scioglimento o di cessazione   degli   effetti   civili   del   matrimonio   ricevuti dall’ufficiale dello stato civile;»;

b) all’articolo 63, comma 1, dopo la lettera g), e’ aggiunta la seguente lettera:« g-ter) gli accordi di separazione personale, di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio ricevuti dall’ufficiale dello stato civile, nonche’ di modifica delle condizioni di separazione o di divorzio;»;

c) all’articolo 69, comma 1, dopo la lettera d-bis), e’ aggiunta la seguente lettera:« d-ter) degli accordi di   separazione personale, di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio ricevuti dall’ufficiale dello stato civile;».

Alla Tabella D), allegata alla legge 8 giugno 1962, n. 604, dopo il punto 11 delle norme speciali inserire il seguente punto: «11-bis) Il diritto fisso da esigere da parte dei comuni all’atto della conclusione dell’accordo di separazione   personale,   ovvero   di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio, nonche’ di modifica delle condizioni di separazione o di divorzio, ricevuto dall’ufficiale di stato civile del comune non puo’ essere stabilito in misura superiore all’imposta fissa di bollo prevista per le pubblicazioni di matrimonio dall’articolo 4 della tabella allegato A) al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 642».

7. Le disposizioni del presente articolo si applicano a decorrere dal trentesimo giorno successivo all’entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto.


 Per ulteriori approfondimenti sulla riforma della giustizia visita l’apposita sezione cliccando qui

Per visualizzare la Tabella sulla negoziazione assistita predisposta dal CNF clicca qui

fonte: consiglionazionaleforense.it

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