Sono pronte le tabelle di equiparazione per la mobilità del personale non dirigenziale della pubblica amministrazione tra i vari comparti.
Le tabelle hanno la finalità di favorire i processi di mobilità fra i comparti di contrattazione del personale non dirigenziale delle pubbliche amministrazioni e individuano la corrispondenza fra i livelli economici di inquadramento previsti dai contratti collettivi relativi ai diversi comparti di contrattazione, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
Ai sensi del decreto, le amministrazioni opereranno, all’atto di inquadramento del personale in mobilità, l’equiparazione tra le aree funzionali e le categoria di inquadramento del personale appartenente ai diversi comparti, mediante confronto degli ordinamenti professionali disciplinati dai rispettivi contratti collettivi nazionali tenendo conto delle mansioni, compiti, responsabilità e qualifiche. Il provvedimento disciplina inoltre il trattamento economico e previdenziale.
Ed è stato proprio questo aspetto a scatenare lo scontro tra Governo e sindacati durante la riunione tenutasi tra quest’ultimi ed il ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia.
I sindacati non hanno gradito la disposizione sul trattamento economico e previdenziale per i casi di mobilità non volontaria. I dipendenti trasferiti, ai sensi del decreto, manterranno il trattamento economico fondamentale e accessorio «mediante assegno ad personam riassorbibile, nei casi in cui sia individuata la copertura finanziaria, anche a valere sulle facoltà assunzionali». I sindacati con un comunicato congiunto hanno annunciato la propria contrarietà: “Il Governo propone tagli al salario d’ufficio, e sulle professionalità si torna indietro di vent’anni: la nostra risposta sarà dura”.
Il Ministro invece ha ribadito che “le tabelle servono a guidare con maggiori certezze per i lavoratori il processo della mobilità, che già esiste e che non ha mai funzionato in maniera efficace”.
In allegato il decreto contenente le tabelle di equiparazione