Contributo Unificato Appalti: per la CGUE non confligge con il diritto UE

Sentenza shock della Corte di Giustizia! E’ stata depositata stamattina alle 9.30 la sentenza della Corte di Giustizia relativa alla causa C-61/14, avente ad oggetto la questione di compatibilità con la normativa comunitaria degli importi del contributo unificato in materia di appalti pubblici vigenti in Italia.

Se le conclusioni dell’Avvocato Generale avevano suscitato grande soddisfazione in chi sta conducendo la battaglia per ricondurre il sistema italiano di tassazione dell’accesso alla giustizia amministrativa in materia di appalti ad una maggiore conformità al diritto europeo, la sentenza della Corte invece ha suscitato una fortissima delusione.

In attesa che venga pubblicata la sentenza, abbiamo contattato l’avv. Carmelo Giurdanella, presente in udienza in qualità di rappresentante dell’associazione di consumatori Cittadini Europei, parte in causa, per conoscere in anteprima il contenuto. L’avv. Giurdanella, con grande rammarico, spiega che la Corte di Giustizia non ritiene il contributo unificato italiano confliggente con il diritto dell’Unione Europea così come non ritiene confliggente la somma dei contributi unificati in uno stesso giudizio. Ed è proprio su quest’ultimo punto che erano riposte le speranze di chi da anni conduce la lotta avverso l’importo elevato del contributo unificato negli appalti, soprattutto a seguito delle conclusioni dell’Avvocato Generale che  pur avendo escluso che un contributo unificato più alto in materia di appalti fosse incompatibile con la normativa comunitaria, aveva ribadito più volte che poteva diventarlo qualora si traducesse in un ostacolo significativo per l’esercizio del diritto alla difesa, ossia quando, come avviene attualmente in Italia, il versamento del contributo venga richiesto non solo per il ricorso introduttivo, ma anche per l’impugnazione di atti relativi alla stessa procedura oggetto del ricorso principale, con ciò rendendo impossibile preventivare il costo di un’azione giudiziaria.

Non dello stesso avviso, dunque, la Corte di Giustizia che ha valutato compatibile con il diritto comunitario la previsione di più contributi unificati in uno stesso giudizio.

Perplesso l’avvocato Giurdanella anche sull’ultimo punto della sentenza in cui la Corte “concede” al Giudice Nazionale di valutare se nel giudizio di merito un’eventuale nuova domanda possa determinare una “modifica considerevole” dell’oggetto del giudizio tale da non chiedere il pagamento di un ulteriore contributo unificato. Difficile immaginare come questa valutazione possa essere compiuta dal giudice amministrativo, e come possa influire sulle regole del processo amministrativo una nozione così generica e atecnica come “modifica considerevole”.
Nonostante la sentenza non positiva l’avvocato Giurdanella replica che continuerà ad occuparsi della questione e a lottare contro gli importi elevati del contributo unificato che rendono sempre più difficile  l’accesso alla giustizia amministrativa e una concorrenza effettiva e meritocratica tra le imprese.

Non appena disponibile pubblicheremo il testo della sentenza.

Redazione

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