Scatta oggi l’entrata in vigore del nuovo orario per il personale sanitario che prevede il tetto massimo di 48 ore di lavoro settimanali e 1 1 ore consecutive di riposo.
Entra oggi in vigore, infatti, la disposizione della legge n. 161/2014 (Legge europea 2013-bis) che abroga il comma 13 dell’articolo 41 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e il comma 6-bis dell’articolo 17 del decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66, ossia quelle norme che escludono l’applicazione, per il personale delle aree dirigenziali degli enti ed aziende del Servizio sanitario nazionale, della disciplina generale relativa al riposo giornaliero e, per il solo personale del ruolo sanitario del SSN, di quella in materia di durata media massima dell’orario di lavoro settimanale.
L’abrogazione è conseguenza della procedura di infrazione n. 2011/4185 aperta dalla Commissione europea contro l’Italia, rea di non applicare le norme europee che prevedono una durata media dell’orario di lavoro non superiore, per 7 giorni, le 48 ore, comprese le ore di lavoro straordinario e il diritto a 11 ore di riposo consecutivo ogni 24 ore. Tali norme esistono dal 2003 ma l’Italia non le aveva mai recepite pagando multe esose.
Il nuovo orario rischia di mandare in tilt il servizio sanitario. Il sindacato medico dichiara infatti che per fare fronte a questi limiti di lavoro ‘europei’, occorrerebbero almeno 5 mila dottori in più in servizio.
Per far fronte a tale situazione il Governo starebbe pensando di inserire un emendamento alla legge di stabilità 2016, attualmente alla camera, che porterebbe all’assunzione di circa 3-4mila unità di personale e alla stabilizzazione dei precari. Il ministero della Salute starebbe definendo in queste ore l’emendamento.