Trivellazioni: il Comune di Vittoria interviene nel giudizio innanzi al Tar Lazio

Il Comune di Vittoria si è costituito nel giudizio instaurato innanzi al TAR del Lazio su una questione particolarmente importante per la tutela del nostro territorio.
In tale giudizio, infatti, importanti associazioni ambientaliste, quali Legambiente ONLUS, Touring Club Italiano e Greenpeace ONLUS, ed oggi anche il Comune di Vittoria, chiedono l’annullamento, previa sospensione dell’esecuzione, del decreto del Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare, di concerto con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, con cui si è dato, di fatto, il via libera alle trivellazioni nel Canale di Sicilia.

Il Comune di Vittoria è rappresentato in giudizio, unitamente all’Avvocatura Comunale, anche dall’Avv. Carmelo Giurdanella, il quale ha accettato l’incarico a titolo gratuito (delibera della Giunta Municipale n. 383/2015), e ha pertanto notificato alle parti interessate atto di intervento ad adiuvandum.
Il decreto di cui si chiede l’annullamento è il n. 68 del 16 aprile 2015, con cui il Ministero dell’Ambiente dichiara la compatibilità ambientale del progetto presentato dalla società Edison S.p.A. per la realizzazione, nel canale di Sicilia, di una piattaforma offshore denominata Vega B, finalizzata all’estrazione di idrocarburi presenti nei nostri fondali.

I profili di irregolarità che risultano non essere stati presi in considerazione in sede di verifica dell’impatto ambientale sono molteplici.
Innanzitutto il progetto è stato presentato come completamento di quello autorizzato nel 1984, quando, in realtà, i presupposti della proroga decennale richiesta dalla società non sussistono. Nel nuovo progetto, infatti, è prevista la realizzazione di una piattaforma telecontrollata a distanza, e non presidiata dal personale h 24, difformemente da quanto previsto nel progetto del 1984, di cui il decreto ministeriale 68/2015 dovrebbe costituire una proroga, con il vincolo che il progetto rimanga identico a quello presentato in origine.

Inoltre, l’attività istruttoria effettuata dalla Commissione Tecnica di Valutazione dell’Impatto Ambientale, conclusasi con parere n. 1319/2015, che costituisce il fondamento tecnico del decreto ministeriale, dimostra di non avere tenuto conto del fatto che l’area interessata dalla costruzione dell’unità offshore Vega B ricade nel sito di interesse comunitario SIC ITA 0080010, denominato “Fondali della Foce del Fiume Irminio”, all’interno del quale vige il divieto assoluto di esercitare qualsiasi attività di ricerca e prospezione e coltivazione di idrocarburi.
Tale zona è altresì interessata da un alto rischio sismogenetico, dovuto alla presenza di una faglia attiva e dalla presenza di vulcani di fango, come sostenuto dalla Provincia di Ragusa nel parere emesso nell’ottobre 2015; il parere richiama studi di professionisti e docenti di fama internazionale che hanno dimostrato l’esistenza di una faglia attiva denominata “Linea di Scicli”. Di tale parere la Commissione non ha tenuto conto, affidandosi alle rassicurazioni della società.

Infine, dall’analisi dei documenti elaborati da Edison S.p.A. ed inerenti al progetto, si evince come quest’ultima abbia compiuto attività di prospezione al fine di verificare l’effettiva presenza di idrocarburi nel sito interessato, pur essendo necessaria, anche per le attività di mera indagine sottomarina, una valutazione d’impatto ambientale ai sensi del d.lg. 4/2008.

Questi i principali profili di illegittimità che sono stati rilevati dal Comune di Vittoria, in adesione a quanto esposto nel ricorso principale da Legambiente e dalle altre associazioni sopra citate.
Si resta, dunque, in attesa della fissazione dell’udienza di discussione.

Redazione

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