La disciplina di subappalto e dell’avvalimento tra i principali oggetti della lettera della Commissione Europea che apre la procedura di infrazione contro l’Italia.
Una lettera della Commissione Europea dichiara aperta la procedura d’infrazione contro l’Italia per la “mancata conformità del quadro giuridico italiano alle direttive del 2014 in materia di contratti pubblica”, rilevando diversi punti di contrasto tra il Codice Appalti – D.lgs 50/2016 – e le direttive 23, 24 e 25 del 2014 sugli appalti pubblici.
Oggetto di critica da parte delle istituzioni europee sono diversi istituti la cui disciplina si è discostata dalle indicazioni euro-unitarie.
Si tratterebbe in particolare della disciplina del subappalto, dell’avvalimento, delle offerte anomale e delle esclusioni dalle gare.
Tuttavia, in attesa della pubblicazione della versione integrale della lettera di messa in mora, al momento l’unica fonte ufficiale è il comunicato stampa della Commissione del 24 gennaio 2019, di seguito riportato
***
Appalti pubblici: la Commissione esorta 15 Stati membri a conformarsi alle norme su appalti pubblici e concessioni
La Commissione ha deciso oggi di inviare lettere di costituzione in mora a 15 Stati membri (Bulgaria, Cechia, Cipro, Croazia, Danimarca, Finlandia, Germania, Italia, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Romania, Svezia e Ungheria) in relazione alla conformità della loro legislazione nazionale alle norme dell’UE su appalti pubblici e concessioni. Gli Stati membri erano tenuti a recepire la nuova normativa (direttiva 2014/24/UE, direttiva 2014/25/UE e direttiva 2014/23/UE) nel diritto nazionale entro il 18 aprile 2016. Le lettere odierne sono il risultato di un controllo di conformità effettuato dalla Commissione per verificare che le norme nazionali di recepimento fossero conformi alle direttive dell’UE. La stessa valutazione è in corso o sarà effettuata per gli altri Stati membri, nei quali il recepimento è stato completato con notevole ritardo (cfr. i casi deferiti alla Corte di giustizia dell’UE). Gli Stati membri dispongono ora di due mesi di tempo per rispondere alle argomentazioni della Commissione; in caso contrario, la Commissione potrà decidere di dar seguito alle lettere inviando un parere motivato.