In Estonia, paese già avanti nel settore della ricerca tecnologica, è allo studio un’ambizioso programma per affidare delle controversie giudiziarie, per adesso di piccola entità, ad un algoritmo complesso. Ma è possibile applicare il machine learning alle decisioni giudiziarie, senza l’elemento umano?
Ott Velsberg, che a soli 28 anni è già stato assunto come chief data officer della repubblica estone, sempre spostare in avanti l’asticella dell’innovazione nel rapporto tra informatica e servizi pubblici ai cittadini, questa volta con riferimento al servizio giustizia.
Come l’intelligenza artificiale ha già sostituito i dipendenti della Pubblica Amministrazione
L’innovativa repubblica baltica ha iniziato, già da prima del 2017, i primi progetti volti a implementare l’intelligenza artificiale, il machine learning, al posto, o a fianco, dei dipendenti pubblici dell’amministrazione.
Per esempio, il governo estone prevede dei sussidi agli agricoltori per determinate attività, quali il taglio dei campi di fieno. Ebbene, ormai non ci sono quasi più persone fisiche a verificare che gli agricoltori rispettino le norme per i sussidi, tagliando i campi di fieno ogni estate.
Le immagini satellitari, catturate dall’Agenzia Spaziale Europea tra maggio e ottobre, sono acquisite da un algoritmo, che le sovrappone alle mappe dei campi i cui lavoratori ricevono i sussidi: l’algoritmo determina a questo punto se il taglio c’è stato oppure no, sulla base dei pixel dell’immagine.
Due settimane prima della scadenza per effettuare le operazione di taglio, il sistema manda automaticamente agli agricoltori una notifica via email, con tanto di immagine satellitare del loro terreno.
Ott Velsberg afferma che tale procedura ha già fatto risparmiare 665 mila euro all’amministrazione, per via del fatto gli ispettori persone fisiche hanno dovuto fare meno ispezioni sui luoghi, e che vi sono altre decine di procedure di questo tipo in fase di implementazione.
Un altro esempio, sempre in Estonia, è il caso del collocamento automatico dei disoccupati, con un sistema che in automatico abbina le abilità dei lavoratori in cerca di impiego con quelle ricercate dalle aziende.
Il passo successivo: il giudice algoritmo
Secondo il governo estone, il passo successivo, per rendere l’amministrazione pubblica sempre più leggera ed efficiente, e quindi per migliorare il servizio ai cittadini, sarebbe quello dell’applicazione degli algoritmi di machine learning anche all’amministrazione della giustizia, e all’attività giudiziaria di risoluzione delle controversie.
L’obiettivo è quello di progettare un giudice-robot, in grado di risolvere da solo le controversie di piccola entità, fino a 7 mila euro.
Anche se vi sono stati casi in cui l’intelligenza artificiale è stata applicata al settore giudiziario, affiancandosi ai giudici persone fisiche, questa sarebbe la prima volta in cui viene data una capacità decisionale ad un algoritmo.
Questo sistema, previsto per la fine del 2019, prevede che le parti della causa carichino i documenti e le informazioni rilevanti nella piattaforma, che arriverà in modo istantaneo alla risoluzione del caso. Chiaramente tale decisione potrà essere appellata, questa volta rivolgendosi ad un giudice umano.
Secondo gli esponenti del governo, un giudice-robot che risolve le controversie più semplici lascerebbe più tempo e risorse a giudici e avvocati per occuparsi delle questioni più complesse e significative.
In altre parole, si potrebbe immaginare che l’incremento dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale permetterebbe agli umani di migliorare quelle capacità che li rendono superiori alle macchine, come l’empatia, la comprensione e magari la distinzione, a volte intuitiva, tra giusto e sbagliato.