“L’Ora Legale”: l’abrogazione dell’abuso d’ufficio

Venerdì 12 luglio ritorna “L’Ora Legale”, il webinar condotto dall’avvocato Carmelo Giurdanella e dal dottor Santo Fabiano, con una puntata dedicata all’abrogazione dell’abuso d’ufficio.

Ospiti della puntata saranno l’avvocata penalista Franzina Bilardo e il Segretario comunale Marco Antoci.

Il reato dell’abuso d’ufficio ha una storia lunga e particolarmente travagliata.

Sin dagli anni novanta, il legislatore ha cercato di ridurre l’ambito di applicazione di questa fattispecie, che si è sempre presentata come una norma di chiusura, idonea a punire tutti quegli episodi non inquadrabili come fenomeni di corruttela, né riconducibili ad altre figure peculiari di reati contro la P.A.

La fattispecie dell’abuso d’ufficio ha conosciuto diverse versioni (1990, 1997, 2020), tutte tendenzialmente orientate a limitare il sindacato dell’autorità giudiziaria sull’attività della pubblica amministrazione, percepito come un’indebita incursione in contrasto con il principio di separazione dei poteri.

L’attuale Governo , sin dal suo insediamento, ha preannunciato una sostanziale modifica del reato previsto all’art. 323 c.p., in risposta ai timori di numerosi amministratori e funzionari pubblici immobilizzati dalla cd. “paura della firma”.

L’espressione “paura della firma” è ormai ampiamente nota (se non abusata) e indica quell’insieme di condotte omissive tenute dai pubblici funzionari, i quali sarebbero spaventati dalle conseguenze penali, disciplinari e contabili che deriverebbero da eventuali violazioni commesse in seno a un procedimento.

Un tentativo di rassicurare i funzionari pubblici è stata la riforma dell’abuso d’ufficio del 2020, con la quale si è effettuata un’operazione chirurgica tesa a rendere maggiormente tassativa la formulazione della fattispecie di reato, punendo solo quelle condotte in violazione di specifiche regole previste dalla legge o atti avente valore di legge da cui non residui alcun margine di discrezionalità.

È quantomeno evidente che il riferimento a regole dal contenuto così specifico rendesse già allora il reato evanescente e difficile da contestare.

Il Guardasigilli Nordio, dal canto suo, ha preso una posizione ancor più netta, espungendo il reato dal codice penale mediante abrogazione con un disegno di legge che ha ricevuto il benestare della Camera dei Deputati, divenendo definitivamente legge.

Le conseguenze di questa abrogazione sono tutt’altro che banali e, inoltre, non si può non considerare il significato di politica criminale che assume questa scelta.

Senza contare che si tratta di una decisione in controtendenza con la direzione che sta prendendo l’Unione Europea nella lotta alla corruzione.

Infatti, alcuni mesi dopo il “Qatargate”, la Commissione Europea ha presentato una “Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla lotta contro la corruzione mediante il diritto penale” per rafforzare la lotta penale contro qualsiasi forma di corruzione, prevedendo, tra le fattispecie di reato, proprio l’abuso d’ufficio all’art. 11, comma 1, punto 2 del testo provvisorio.

Si tratterà di un’abrogazione temporanea? O l’Italia accetterà di essere “la voce fuori dal coro” rispetto alla lotta ai fenomeni di corruzione pubblica?

Di questo e molto altro parleremo giorno 12 luglio alle ore 15.

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Redazione

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