Quale transizione energetica nel decreto ambiente

Il 18 ottobre è entrato in vigore il decreto legge sull’Ambiente (d.l. n° 153/2024), un intervento di riforma voluto dal governo che tocca diversi temi caldi come la gestione della crisi idrogeologica che riguarda numerose regioni italiane, la siccità, la gestione dei rifiuti e le energie rinnovabili.

L’interrogativo che in più occasioni ci siamo già posti riguarda, innanzitutto, l’opportunità di utilizzare uno strumento come il decreto legge per intervenire su una materia – quella ambientale – che oggi richiederebbe forse interventi più organici.

Il decreto legge si compone di dodici articoli e si apre con una modifica che riguarda le valutazioni e autorizzazioni ambientali, procedimenti amministrativi per cui viene prevista una razionalizzazione in termini di priorità riconosciuta a determinati progetti (verosimilmente si tratta di grandi opere di rilievo nazionale) individuati da apposito decreto del Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, di concerto con il Ministro della cultura e con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

Nel classificare il progetto come prioritario si terrà conto di criteri come la “rilevanza ai fini dell’attuazione degli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)”, ma soprattutto il fatto che tali progetti rappresentino un “contributo al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione previsti dal PNIEC” ossia dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima.

In altri termini, viene semplificato l’iter di rilascio delle autorizzazioni per quei progetti che vengono ritenuti rilevanti nel processo di decarbonizzazione, anche alla luce del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (richiamato tra i criteri per ritenere prioritario un progetto); in questa sede, pare opportuno ricordare che l’attuale politica governativa di transizione energetica non punta solo sugli impianti fotovoltaici, solari e eolici ma tiene in grande considerazione anche gli impianti nucleari la cui costruzione potrebbe, dunque, rientrare nel novero dei progetti ritenuti prioritari ai sensi del nuovo articolo 8 TUA così come modificato dal d.l. Ambiente.

Il d.l. pone fine al rilascio di autorizzazioni per la ricerca o la coltivazione di idrocarburi; tuttavia, tale divieto non opera per le “concessioni di coltivazione di idrocarburi liquidi da conferire in relazione ad attivita’ di ricerca svolte sulla base di permessi rilasciati prima della data di entrata in vigore del presente decreto”

È, inoltre, prevista la possibilità di prorogare le concessioni di coltivazione di idrocarburi liquidi ove l’amministrazione competente accerti l’esistenza di elevato potenziale del giacimento oltre a un ampliamento dell’area in cui è possibile esercitare le attività di attività di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi nelle zone di mare che si trovano a 9 miglia dalle coste (prima erano 12).

Si cerca di trovare una soluzione alla crisi idrica che sta mettendo a repentaglio la filiera agricola su tutto il territorio nazionale, inserendo all’interno del Testo unico Ambiente la definizione di “acque affinate”, con cui si fa riferimento alle acque trattate per essere riusate, in particolare per irrigare i campi.

Con riguardo ai rifiuti, il decreto legge interviene sulla nozione di rifiuti urbani includendovi anche i rifiuti prodotti a seguito delle attività “cura e manutenzione del paesaggio e del verde pubblico e privato”.

Con specifico riguardo alle aziende, viene semplificata l’individuazione del Responsabile tecnico Gestione Rifiuti, carica che può essere rivestita dal legale rappresentante dell’azienda purché abbia rivestito per un periodo di almeno cinque anni il ruolo di responsabile tecnico presso la stessa.

Rispetto alla bozza di decreto legge, sono state espunte alcune disposizioni tra cui quella riguardante i distributori online di prodotti elettronici, per i quali era stata prevista una speculare responsabilità per la gestione e la raccolta dei rifiuti elettronici.

Il testo licenziato dal Consiglio dei Ministri ed entrato in vigore lo scorso 18 ottobre andrà incontro all’esame di Camera e Senato, con alte probabilità che il suo contenuto continui a essere modificato durante il dibattito parlamentare.

Redazione

Lo studio legale Giurdanella & Partners dedica, tutti i giorni, una piccola parte del proprio tempo all'aggiornamento del sito web della rivista. E' un'attività iniziata quasi per gioco agli albori di internet e che non cessa mai di entusiasmarci. E' anche l'occasione per restituire alla rete una parte di tutto quello che essa ci ha dato in questi anni. I giovani bravi sono sempre i benvenuti nel nostro studio legale. Per uno stage o per iniziare la pratica professionale presso lo studio, scriveteci o mandate il vostro cv a segreteria@giurdanella.it