La relazione del presidente del Consiglio di Stato

Luigi Maruotti inaugura l’anno giudiziario 2025

La nostra Costituzione vuole evitare che il singolo si senta solo”.

Il 3 febbraio scorso, si è tenuta l’inaugurazione dell’anno giudiziario della giustizia amministrativa, in Consiglio di Stato, a Roma.

L’attuale presidente, Luigi Maruotti, ha tenuto la propria relazione introduttiva, soffermandosi, anzitutto, sul principio di legalità:

Il principio di legalità che fa da filo conduttore delle mie riflessioni non è quello di matrice ottocentesca, posto a base degli albori dello Stato di diritto, ma è il perno dell’intera attività del moderno giudice amministrativo, al quale è chiesto di indicare la via da seguire e di essere uno strumento di mediazione, di pace sociale e di progresso”.

Il principio di legalità è dunque la base giuridica del potere dei giudici:

Il principio formulato dall’articolo 101 della Costituzione, per il quale ‘i giudici sono soggetti soltanto alla legge’, evidenzia che anche i giudici – soprattutto i giudici – sono soggetti al primato della legge e devono dare l’esempio nel rispettarla”.

E, ha aggiunto:

Le sue pronunce risultano maggiormente autorevoli, quanto più il giudice amministrativo, nell’esercizio delle sue funzioni e anche nella vita privata, risulta rispettoso della legge e coerente con i valori espressi dalla Costituzione”.

Il principio di legalità è anche la base giuridica del potere dei cittadini:

L’articolo 24 della Costituzione dispone che ‘tutti possono agire in giudizio a tutela dei propri diritti e interessi legittimi’: ‘tutti’ hanno titolo a sentirsi i ‘giudici del giudice’, nel senso che si aspettano di essere giudicati da chi dà l’esempio del rispetto delle regole.

Ne consegue che:

Il prestigio del giudice, anche di quello amministrativo, non è e non può essere direttamente proporzionale al consenso che può suscitare una sua pronuncia, ma deriva dal costante rispetto del proprio ruolo, conseguente alla consapevolezza dell’importanza della propria funzione al servizio della collettività”.

In conclusione:

“I doveri sono il collante delle democrazie: la loro violazione e la mancanza di etica pubblica indeboliscono le comunità”.

Sui cambiamenti sociali in corso:

“In termini più generali, si assiste ad una rapida e radicale evoluzione della società. Tale evoluzione impone ai titolari delle funzioni pubbliche un ritmo egualmente accelerato per comprendere le questioni e individuare le relative soluzioni.

Signor Presidente della Repubblica, nel suo toccante messaggio augurale di fine anno, Lei non ha esitato a qualificare come ‘allarmante’ la ‘portata divisiva’ di tali complessità. E’ inevitabile, infatti, che le difficoltà generino squilibri, differenze e contraddizioni.

Occorre supportare una più incisiva attività di mediazione dei corpi intermedi, ovvero di quelle aggregazioni sociali che possono fare da tramite tra le Amministrazioni e gli individui, per incrementare visioni solidaristiche.

La nostra Costituzione vuole evitare che il singolo si senta solo”.

Da segnalare, un passaggio sul linguaggio e sulla sua chiarezza:

Ognuno deve fare la sua parte e deve individuare soluzioni in base alla propria competenza, in maniera chiara e comprensibile. La chiarezza del linguaggio, ad ogni livello, è un valore”.

Sul ruolo -essenziale- del diritto amministrativo nel far sentire il “senso della socialità”:

“Uno dei compiti del diritto pubblico è quello di consentire che tutti possano avvalersi delle prestazioni previste dalla legge, anche se per ragioni sociali o culturali non sono in grado di conoscerle. La fruizione delle prestazioni previste dalla legge pone rimedio agli squilibri e fa sentire il senso della socialità, quale valore intrinseco del sentirsi parte di una collettività”.

Di grande interesse il passaggio sulla rilevanza dei precedenti contenuti nelle sentenze dei giudici di ultimo grado negli altri Paesi europei:

“Le sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea affermano che l’attività interpretativa dei giudici nazionali debba tenere conto anche degli orientamenti delle Corti supreme di tutti i Paesi dell’Unione. Ad esempio in materia di appalti e di tutela dell’ambiente, l’interpretazione da dare alle direttive europee dipende anche dalla giurisprudenza delle Corti amministrative supreme degli altri Stati. Ciò comporta che il giudice nazionale è tenuto a conoscere anche la giurisprudenza degli altri Paesi, potendo ravvisarsi la responsabilità dello Stato, qualora una sentenza del giudice di ultimo grado non abbia tenuto conto degli orientamenti delle altre Corti supreme”.

Infine, l’annuncio, non meglio approfondito, sull’avvenuta realizzazione della ‘piattaforma di Business Intelligence e Intelligenza Artificiale’, piattaforma sulle cui caratteristiche non è stata data però alcuna notizia, tranne che “la realizzazione della piattaforma ha consentito di storicizzare i dati del sistema informatico ed ha abilitato alla connessione di grandi quantità di informazioni aggiornate in tempo reale”.

Di rilievo, la comunicazione che “all’interno di tale piattaforma è stato anche realizzato il portale OpenGA, disponibile online sul sito istituzionale dal 10 dicembre 2024, che consente l’accesso gratuito ai dati di interesse generale sull’attività dell’Amministrazione”.

Il testo della relazione integrale è disponibile qui; qui invece il video della diretta streaming.

Carmelo Giurdanella

Avvocato amministrativista, si occupa di contenzioso, consulenza e formazione, ha quattro figli, una moglie che dopo la pensione ha scoperto la passione per il pane di casa e la pittura, una importante passione per il running, per il sociale e per la (buona) innovazione. Negli anni ha contribuito a far nascere uno studio legale, un centro studi e una rivista online. scrivetegli a avv@giurdanella.it o mandategli un messaggio whatsapp al 3517328985