La Corte Costituzionale si pronunzia (martedì 3 dicembre) sulla legittimità costituzionale del sistema elettorale vigente, il famigerato “Porcellum” (qui la sintesi e qui il testo integrale dell’ordinanza di rimessione della Cassazione).
Questi i possibili esiti della decisione:
Il primo contempla l’ipotesi che la Consulta pronunci la conformità della legge elettorale ai parametri costituzionali; in tal caso gli italiani dovrebbero tenersi il sistema a liste bloccate e sperare in una novella legislativa.
Il secondo scenario è una pronuncia con cui si dichiari incostituzionale sic et sempliciter il “Porcellum”, con la possibile reviviscenza del sorpassato sistema elettorale (“Mattarellum”n.d.r., che prevede il 75% dei seggiu assegnati con maggioritario uninominale e il restante 25% col metodo proporzionale).
La terza strada concerne la declaratoria di incostituzionalità della legge elettorale per mancata indicazione della soglia minima per l’applicazione del premio di maggioranza. In quest’ultimo caso la parola passerebbe ai partiti che dovrebbero modificarne le disposizioni ed individuare il numero dei seggi che consente il diritto al premio.
Certo, considerando l’efficacia retroattiva delle pronunce costtituzionali, anche in questo caso si porrebbe il problema degli effetti già prodotti dal sistema elettorale in vigore: non sarebbe incostituzionale solo la norma, ma l’intero Parlamento eletto.
Quarta ipotesi, non remota, sembra quella di un Giudice attendista: ossia la possibilità che la Corte Costituzionale si chiami momentaneamente fuori dal precario equilibrio della politica e opti per un rinvio a qualche mese… lasciando ai partiti il tempo per fare ammenda…
Attendendo la decisione… nel frattempo qualche seggiola parlamentare trema…