Legge Stabilità approvata, il testo in Gazzetta
Con 167 voti favorevoli e 110 contrari, il Senato ha votato la fiducia al Governo, approvando definitivamente la legge di stabilità 2014, che ora andrà in Gazzetta, entro l’anno, per entrare in vigore dall’1 gennaio 2014. Approvato pure il ddl n. 1120-B, recante bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016 (QUI LA GUIDA ALLE NOVITA’ e qui il testo in Gazzetta).
Questa mattina – come risulta dal resoconto stenografico di Palazzo Madama – i relatori, Santini (PD) e D’Alì (NCD), hanno riferito sulle modifiche apportate sabato dalla Camera al ddl di stabilità. Tra gli interventi sono stati ricordati: l’incremento della detrazione Irpef sui redditi da lavoro dipendente, gli sgravi contributivi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, la riduzione dell’Irap per i nuovi assunti con contratto a tempo indeterminato, le detrazioni Irpef per le spese di ristrutturazione edilizia, riqualificazione energetica, acquisto di mobili ed elettrodomestici, la disciplina del patrimonio immobiliare, le modifiche al patto di stabilità interno per le spese in conto capitale e il pagamento dei debiti pregressi degli enti locali. Sul fronte della copertura della spesa, sono stati segnalati: l’incremento dell’imposta di bollo, la riduzione delle detrazioni di imposta, l’imposta di registro sulla cessione di contratti di leasing di immobili strumentali. Riduzioni di spesa sono attese invece dalle misure su pubblico impiego e previdenza e dalla spending review.
Il senatore D’Alì (NDC) ha invitato il Governo a non intervenire con un decreto di fine d’anno per modificare la tassazione degli immobili, la cui revisione complessiva dovrebbe invece essere affidata al Parlamento.
Il relatore sul ddl di bilancio, Azzollini (NCD), e il Sottosegretario per l’economia Legnini hanno affermato che la manovra consegue gli obiettivi programmatici fissati in sede europea e rispetta il vincolo costituzionale del pareggio strutturale di bilancio.
Nella discussione generale hanno preso la parola i senatori: Ornella Bertorotta, Barbara Lezzi, Paola Nugnes, Laura Bottici, Ciampolillo, Cioffi, Girotto, Puglia, Daniela Donno (M5S); Floris, Mandelli, Ceroni, Milo, D’Ambrosio Lettieri, Anna Bonfrisco, Anna Maria Bernini (FI-PdL); Barozzino (Misto-Sel); Arrigoni, Crosio (LN-Aut); Barani (GAL); Susta (SC); Buemi (Aut-PSI); De Pin (Misto).
In sede di replica, il relatore Santini (PD) ha ricordato che il ddl di stabilità, pur non segnando una svolta, inverte la tendenza dei tagli lineari e dell’aumento della pressione fiscale e contiene misure sociali importanti tra cui il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, i contratti di solidarietà, la tutela di 17.000 esodati.
Dopo che l’Assemblea ha approvato i 15 articoli del ddl di bilancio, con le annesse tabelle, modificati dalla Camera, il Ministro per i rapporti con il Parlamento Franceschini ha difeso l’impostazione del ddl di stabilità e ha posto la questione di fiducia sull’approvazione del testo licenziato dalla Camera.
Nelle dichiarazioni di voto, hanno preannunciato la fiducia i senatori: Stefania Giannini (SC), Luigi Marino (PI), Zeller (Aut-PSI), Sacconi (NCD), Tonini (PD). Contro la fiducia si sono pronunciati i senatori: D’Anna (GAL), Uras (Misto-Sel), Centinaio (LN-Aut), Elisa Bulgarelli (M5S), Paolo Romani (FI-PdL).
Molto critiche le opposizioni, in particolare il M5S: la manovra delle occasioni perdute è inattendibile nelle previsioni e inadeguata rispetto agli obiettivi. Anziché investire su un piano triennale del lavoro, stabilizza l’austerità. E’ una manovra di sopravvivenza e non di rilancio. Il testo licenziato dalla Camera istituisce nuove tasse – ad esempio l’imposta unica comunale e la tassa su google – non delinea una strategia per le imprese e per i consumi, non segna alcun passo avanti sulla strada del federalismo fiscale, scontenta tutte le parti sociali ma soddisfa interessi microsettoriali e lobbistici. Non contiene norme per i settori della sanità e della giustizia. Inganna gli italiani sul taglio del cuneo fiscale e sull’abolizione della tassa sulla casa. Il Governo, poco autorevole in Europa, appare prono a politiche imposte dalla Germania che stanno determinando la desertificazione produttiva del Paese. Forza Italia ha peraltro sottolineato la necessità di una legge elettorale ampiamente condivisa.
Critiche sono venute anche da Gruppi di maggioranza. Secondo Scelta Civica, che vota la fiducia per responsabilità e non per convinzione, la manovra non segna alcuna svolta strategica sui temi della spesa pubblica e del mercato del lavoro, e viene meno a impegni politici in tema di liberalizzazioni e privatizzazioni. Il Gruppo ha denunciato la debolezza del Governo, al quale ha intimato di modificare, nell’ambito del decreto mille proroghe, le norme sulla stabilizzazione di personale nelle pubbliche amministrazioni. Secondo il Gruppo Per l’Italia, che ha chiesto l’automatismo del fondo taglia tasse, il ddl di stabilità avrebbe dovuto concentrare le risorse sul taglio del cuneo fiscale e sul fondo di garanzia per il credito, rinunciando alle norme mancia e all’abolizione dell’Imu. Il Gruppo per le Autonomie ha invece ringraziato il Governo per la sensibilità mostrata nei confronti delle autonomie speciali. Secondo il Nuovo Centrodestra la manovra pone le basi per un percorso virtuoso che sarà segnato, dopo la pausa natalizia, dalla nuova legge elettorale e dalle riforme istituzionali. Secondo il PD l’approvazione della manovra tramite la fiducia evidenzia la necessità di riformare i Regolamenti parlamentari e di istituire il servizio parlamentare del bilancio. La legge di stabilità è soltanto il primo passo di una nuova stagione segnata dalla riduzione del cuneo fiscale, da una nuova regolazione del lavoro, dalla revisione della spesa pubblica.