Il 9 aprile scorso la direzione generale della Commissione europea ha varato un Piano di azione per sostenere l’attività dei liberi professionisti.
L’obiettivo dell’Unione è quello di equiparare l’attività professionale all’attività di impresa, prevedendo così la possibilità anche per i professionisti di ricevere finanziamenti tanto dai fondi strutturali (gestiti a livello nazionale o regionale) quanto da quelli gestiti direttamente da Bruxelles.
Secondo il Piano d’azione, le linee guida per sostenere le professioni autonome dovranno articolarsi intorno a: istruzione e formazione all’imprenditorialità, accesso ai mercati; riduzione del carico normativo; accesso al credito; rafforzamento della rappresentanza e della partecipazione a livello europeo.
Il tutto nasce dal presupposto che un’economia basata sulla crescita intellettuale e culturale non può prescindere dal lavoro autonomo.
Viene dunque riconosciuto a livello comunitario il ruolo propulsore dei liberi professionisti, quali guide per un’economia che vuole accrescere il livello di conoscenza dei prodotti e dei servizi offerti sul mercato.
Le istituzioni comunitarie riservano ai professionisti lo stesso approccio che hanno dedicato a sostegno delle imprese sino ad oggi, pur tenendo presente che le medesime si inseriscono all’interno di un quadro regolamentare differente.
Per gli studi professionali più piccoli si aprono così le porte per i bandi nazionali, fino a giungere ai bandi regionali cofinanziati con fondi comunitari indiretti; per gli studi più grandi i professionisti potranno mirare anche ai bandi comunitari diretti, come Cosme ed Horizon 2020.
Il programma Cosme è volto alla competitività delle pmi e mira a facilitare l’accesso ai finanziamenti attraverso due diversi strumenti finanziari: la garanzia dei prestiti e lo strumento del capitale proprio.
Horizon 2020, invece, è un programma che assegna finanziamenti per progetti di ricerca ed innovazione. E’ subentrato al posto del Settimo programma quadro e mira a favorire il raggiungimento degli obiettivi strategici in termini di crescita e posti di lavoro.
Occorre, infine, tenere presente che la possibilità di prendere parte a tutti questi strumenti non è sempre agevole: l’iter per l’accesso ai fondi a gestioni indiretta si prospetta molto complesso, tuttavia quello ai programmi a gestione diretta dovrebbe essere più semplice, posto che saranno le istituzioni comunitarie stesse a definire i singoli bandi per l’assegnazione delle risorse.