L’Ance, Associazione Nazionale Costruttori Edili, ha redatto una guida dal titolo “L’internazionalizzazione delle Pmi di costruzioni italiane” con cui intende fornire alcuni suggerimenti perché la PMI italiana del settore delle costruzioni possa individuare il suo proprio percorso di internazionalizzazione sentendosi sempre meno un “cavaliere solitario”, ma parte di un sistema del quale dovrebbe sempre meglio conoscere le varie componenti.
Gerardo Biancofiore, Presidente Gruppo PMI Internazionale, spiega i motivi per cui è stata realizzata la guida:
“Due sono le motivazioni principali. La prima, ormai ricorrente e ineludibile in quasi tutti i settori economici, è la globalizzazione, con i relativi effetti. Il fatturato estero delle imprese di costruzioni italiane, in meno di un decennio, si è più che triplicato. Nel nostro paese il dato acquisisce ancora maggiore rilevanza, a fronte della perdurante crisi del mercato interno, generale e non solo limitata al comparto. Per quanto riguarda le costruzioni, emergono dati ancora negativi riduzione nei primi 9 mesi 2014 del 6,9% (il dato precedente registrava una flessione del 7,2% nel periodo gennaio luglio 2014 rispetto allo stesso periodo 2013).
L’estero, insomma, nelle circostanze date, è una necessità, non una semplice opzione. Ma la proiezione verso i mercati d’oltre confine non può limitarsi alle imprese di maggiore dimensione e struttura. Deve coinvolgere appieno, e non da comparse e per iniziative episodiche, l’universo delle PMI.
È qui che si rinviene il secondo motivo che ha spinto l’Ance a produrre uno strumento di lavoro per chi intenda operare sui mercati internazionali. Buona parte dei ricavi esteri che hanno determinato la performance nazionale nel campo delle costruzioni è riconducibile a qualche decina di grandi aziende. La spinta verso il mercato globale ha,sì,accresciuto notevolmente il numero di chi si è affacciato al di là della dimensione nazionale, ma è rimasta in parte velleitaria.
Le missioni all’estero fanno registrare presenze corpose, dalle 50 alle 80 imprese. Il problema è che una quota tra un quarto e un terzo dei loro rappresentanti, alla prova dei fatti, manifesta una insufficiente consapevolezza di quali siano le attività da porre in essere, le relazioni da intrecciare, le verifiche normative, politiche, sociali, da effettuare per potere dare corso a un business nel paese esplorato.
È un problema culturale, originato da informazioni approssimative, spesso dovute alla modesta dimensione d’azienda. Si tratta di un ostacolo da rimuovere assolutamente. Se è vero che non si vive di solo export, ai nostri tempi senza export si muore!
C’è bisogno di maggiore comunicazione di quanto fanno le imprese italiane all’estero. L’Ance ha deciso di produrre un primo vademecum che tenga conto dei neofiti, che parta dall’abc. Ma non intendiamo fermarci qui. L’obiettivo è di continuare a realizzare libretti e opuscoli di supporto agli imprenditori edili che muovano in direzione dei mercati globali, approfondendo tematiche, tenendo conto di trend evolutivi, selezionando priorità tra i paesi di sbocco che facciano registrare le maggiori potenzialità, in termini di profitti e solidità delle operazioni realizzabili. Siamo consapevoli della crescente, forte domanda delle piccole imprese. Il Gruppo Pmi estero dell’Ance è in crescita, e, da indagini sul campo, risulta che altre 1200 Pmi siano interessate a farne parte. Sappiamo anche che, dalle reti, ai consorzi, alle altre modalità di collaborazione e cooperazione tra le imprese, è decisivo uno sforzo per superare limiti strutturali altrimenti invalicabili, se si intende cogliere opportunità concrete oltre i confini nazionali.
È peraltro notorio che, accanto alle dinamiche attivabili all’interno del mondo delle imprese, occorrono politiche di contesto.
La competizione internazionale richiede velocità, elasticità, flessibilità di azione. Il sistema Italia, per come si è configurato in decenni di immobilismo o di passi all’indietro, ha frenato, anziché accelerare, la crescita delle nostre imprese. Burocrazia, fisco, credito, continuano a rappresentare criticità tali da imporre riforme urgenti per ripristinare regole del gioco che ci mettano in condizioni di concorrere alla pari con i nostri competitor.
La politica, le istituzioni, in altri paesi sono al fianco di chi investe e produce, nel manifatturiero, nelle costruzioni, nei servizi. Da noi non è così, malgrado annunci e speranze di cambiamento. È necessario svoltare incisivamente e farlo in tempi rapidi. Come Ance, come Gruppo PMI estero, faremo la nostra parte per sensibilizzare le istituzioni, con richieste concrete e proposte puntuali”.