La nuova frontiera dell’agroalimentare: le organizzazioni di produttori

Le Organizzazioni di Produttori [O.P.] sono uno strumento strategico elaborato dalla Commissione Europea che si inserisce pienamente nel più ampio obiettivo di riforma della Politica Agricola Comune. Introdotte con il Regolamento [CE] 2200/1996 art. 11 e confermate dal Regolamento [CE] 1234/2007, esse prevedono l’aggregazione di più produttori in un’unica organizzazione di settore, la cui finalità è quella di arrivare ad un riequilibrio economico della filiera agroalimentare, attraverso la riduzione e regolarizzazione dei prezzi della produzione. Sono persone giuridiche volontariamente costituite dai produttori agroalimentari organizzate in forma di società per azioni, società cooperative agricole e loro consorzi e società consortili. Dal regolamento istitutivo delle O.P. si evince che i produttori associati devono aderire ad uno statuto che regola anche l’immissione in commercio dei prodotti e che deve avvenire, salvo possibili deroghe, per il tramite dell’organizzazione . L’obiettivo delle O.P. è quello di riunire le forze economiche dei produttori di varie categorie agroalimentari e, attraverso la previsione di un co-finanziamento da parte dell’UE, favorire un processo di diffusione di nuove pratiche colturali, tecniche di produzione avanzate a impatto ambientale ridotto e di fornire un aiuto nella programmazione della produzione che sia calcolato sull’analisi di domanda e offerta, al fine di evitare che il prodotto resti invenduto o sia svenduto.

In Italia il D.M. 9084/2014 regola la materia e prevede che le O.P. e le A.O.P. [associazioni di organizzazioni di produttori], in possesso dei requisiti previsti dal D.M 4672/2012, debbano essere riconosciute dalla regione in cui hanno la sede legale e in cui si svolge la produzione, previa richiesta da parte delle stesse. Il funzionamento e la programmazione delle Organizzazioni di Produttori è garantito dal Programma Operativo, pluriennale ed esecutivo, che ciascuna O.P. e AOP deve adottare e far approvare all’ente regionale presso cui è iscritta. Il P.O. deve trovare il supporto finanziario nel fondo d’esercizio che rappresenta una specifica voce del bilancio delle O.P.. Esso è costituito oltre che dai conferimenti dei soci anche dagli aiuti comunitari che sono concessi previa verifica del VPC [valore della produzione commercializzata], rappresentato dalle fatture di vendita della O.P., delle sue filiali e dalle vendite dei soci autorizzati. Il valore del VPC rappresenta inoltre uno dei parametri di cui la regione deve tenere conto nell’approvare la richiesta di riconoscimento delle O.P. e poi del loro Piano operativo.

Secondo i dati del Mipaaf al 30 settembre 2015 sono 48 le O.P. del settore ortofrutticolo in Sicilia. Il dato rivela una crescente diffusione di questa forma di associazione tra i produttori sia sul territorio nazionale che regionale. Inoltre la struttura composita di questa forma di associazione che vede al suo interno la partecipazione sia di società sia di soci singoli la rende una realtà accessibile con una prospettiva di innovazione tecnologica, competitività e crescita economica di un settore caratterizzato fino ad ora da una forte frammentazione che ne ha fatto l’anello debole della filiera agroalimentare. Il successo del modello organizzativo O.P. ha portato alla sua esportazione anche nel campo non ortofrutticolo per un totale di 164 O.P. non ortofrutticole in tutto il territorio italiano.

Redazione

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