Il ddl contrasto alla povertà ha acceso la polemica sulle pensioni di reversibilità.
Il ddl trasforma le pensioni di reversibilità in prestazioni assistenziali, legandole pertanto al reddito ISEE. I sindacati denunciano come questa modifichi rischi di limitare fortemente il numero dei beneficiari delle pensioni di reversibilità, in quanto l’erogazione avverrebbe solo nei confronti di chi possiede un reddito molto basso.
Attualmente la pensione di reversibilità viene erogata in base al numero dei familiari e al suo ammontare: è pari al 60% della pensione del familiare deceduto se va solo al coniuge, all’80% in presenza di un figlio e al 100% in caso di due o più figli. Inoltre la pensione è ridotta del 25% se il reddito è superiore a 1.500 euro mensili, del 40% se supera 2000 euro e del 50% se supera i 2.500.
Con la riforma prevista dal ddl povertà, la pensione verrà erogata invece solo in caso di stato di bisogno dei familiari del deceduto.
I sindacati hanno chiesto un incontro al Governo, attaccato da quasi tutte le forze politiche.
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