Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con la nota n.14775 del 26 luglio 2016, ha fornito importanti chiarimenti in materia di applicazione dei CCNL nel settore degli appalti pubblici.
La Direzione Generale per l’Attività Ispettiva del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali richiama l’attenzione dei propri organi di vigilanza alla verifica del rispetto della contrattazione collettiva negli appalti pubblici. Il parametro da tenere a riferimento è quello riferito ai contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative per la categoria in cui opera l’impresa.
“La verifica sul contratto applicato” – si legge dalla nota – “assume rilevanza anche ai fini dell’art. 1, comma 1, del D.L. n. 338/1989 e dell’art. 2, comma 25, della Legge n. 549/1995. Le norme, infatti, impongono che il calcolo della contribuzione obbligatoria vada effettuato applicando, qualora superiore, l’importo delle retribuzioni previste dai contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative sul piano nazionale della categoria in cui opera l’impresa”.
In particolare è stato ribadito che il mancato rispetto dei citati contratti determina l’impossibilità di fruire di qualsiasi beneficio normativo e contributivo che l’ordinamento riserva ad alcuni datori di lavoro, compreso l’esonero contributivo previsto dalle Leggi di Stabilità 2015 e 2016.
Tale principio vale anche nei confronti delle società cooperative, in quanto anch’esse devono applicare ai propri soci lavoratori i trattamenti economici complessivi non inferiori a quelli fissati dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale di categoria.