Le nuove frontiere della comunicazione digitale – Trento 2 febbraio 2017

“Definiamo innovazioni sociali le nuove idee (prodotti, servizi e modelli) che soddisfano dei bisogni sociali (in modo più efficace delle alternative esistenti) e che allo stesso tempo creano nuove relazioni e nuove collaborazioni. In altre parole, innovazioni che sono buone per la società e che accrescono le possibilità di azione per la società stessa.”

Partendo da questa citazione del Libro Bianco sull’innovazione sociale, scritto da Robin Murray, Julie Caulier Grice e Geoff Mulgan possiamo quindi affermare che il fine dell’innovazione sociale quindi non è la semplice evoluzione del contenuto delle politiche o degli interventi rivolti a una determinata categoria di portatori di bisogni.
Si tratta di cambiare il processo attraverso cui le politiche e le azioni sono concepite, realizzate, valutate e governate.

Il risultato atteso da un’innovazione sociale è dunque la modificazione stabile dei comportamenti e delle relazioni di un insieme ampio di attori – istituzionali e non – finalizzata a rispondere ad un bisogno in modo migliore e più sostenibile. Al centro del loro lavoro le P.A. devono mettere, dunque, l’evoluzione del processo con cui si affrontano i bisogni, come condizione per giungere a risposte realmente diverse e maggiormente coerenti.

L’obiettivo del lavoro delle P.A. deve essere quella di migliorare la capacità strutturale di soddisfare i bisogni nei diversi settori (in modo da garantire l’effettività dei diritti) attraverso un diverso modo di rispondere ai problemi dei territori, delle comunità.

La finalità dell’approccio è il rafforzamento della capacità complessiva di azione della società dove per società intendiamo l’alleanza tra ciò che chiamiamo le ‘api’ (gli individui creativi dotati di idee ed energia) e gli ‘alberi’ (le grandi istituzioni con il potere ed il denaro necessari per sostenere le cose alla scala reale).

Siamo infatti di fronte all’emergere di nuovi bisogni a cui non servono risposte pre-confezionate: si riducono le risorse a disposizione per fare fronte a questi nuovi e vecchi bisogni e per via di una serie di vincoli strutturali (mancato ricambio generazionale, mancanza di tempo, pressione costante sulla macchina amministrativa) all’interno della PA troppo spesso mancano le competenze adatte per leggere alcuni fenomeni emergenti e portare avanti determinati processi di innovazione; anche quando queste competenze sono presenti, la PA si dimostra quasi sempre più lenta rispetto ad altri attori della società.

In questo contesto, il ruolo della Pubblica Amministrazione è costretto a cambiare, se vogliamo che “il pubblico” possa continuare ad essere utile.

Proprio per analizzare lo stato dell’arte e per studiare le possibili soluzioni è stato concepito l’evento dal titolo “Le nuove frontiere della comunicazione tradizionale e digitale” che si terrà a Trento il prossimo 2 febbraio.

Si tratta di un evento gratuito dedicato a Imprenditori, Amministratori Delegati, Direttori HR e Direttori Marketing di Imprese Pubbliche, Private e Associazioni; un evento itinerante in diverse città d’Italia, che rende protagonisti i partecipanti, le loro esperienze, storie e competenze; prevede interventi di professionisti nella comunicazione giornalistica radio–televisiva, coach aziendali ed esperti della digital communication.

I relatori saranno: Marco Piccaluga, Carmelo Giurdanella, Nicola Camillo e Massimo del Monte.

Maggiori informazioni si possono trovare al seguente link.

Redazione

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