Un articolo inviato da Cesda, che racconta brevemente alcuni ambiti di intervento giuridico europeo riguardo la gestione dei flussi migratori.
Il FAMI, “Fondo Asilo Migrazione e Integrazione“, è stato istituito dal Regolamento UE n. 516/2014 (qui il PDF), con l’obiettivo di favorire una gestione integrata dei flussi migratori, intervenendo su tutti gli aspetti, dall’asilo, all’integrazione, al rimpatrio.
Il Regolamento evidenzia come “una componente essenziale della politica di asilo dell’Unione risiede nei partenariati e nella cooperazione con i paesi terzi per una gestione adeguata degli afflussi di richiedenti asilo o altre forme di protezione internazionale”.
Si osserva, in particolare, che gli Stati membri dovranno stabilire “strategie per l’organizzazione della migrazione legale che migliorino le loro capacità di sviluppare, attuare, monitorare e valutare in generale tutte le strategie, le politiche e le misure in materia di immigrazione e integrazione dei cittadini di paesi terzi, compresi gli strumenti giuridici dell’Unione. Il Fondo dovrebbe anche sostenere lo scambio di informazioni, le migliori prassi e la cooperazione tra i vari servizi amministrativi e con altri Stati membri”.
Il FAMI ha ora pubblicato un bando da 4,5 milioni di euro, con lo scopo di finanziare progetti per campagne di informazione e sensibilizzazione sui rischi della migrazione illegale (questo l’oggetto: “Invito a presentare proposte per sostenere campagne di sensibilizzazione e di informazione sui rischi della migrazione irregolare in determinati paesi terzi“).
Si intende contribuire al cambiamento delle percezioni e dei comportamenti dei cittadini di paesi terzi che considerano la migrazione irregolare verso l’UE e i principali fattori che influenzano le loro decisioni.
I destinatari del bando sono: enti pubblici, organismi privati non-profit, enti privati for profit purchè operino senza scopo di lucro. I soggetti devono essere stabiliti in uno degli Stati UE (escluso Danimarca in quanto unico Paese UE che non partecipa al Fondo).
Ciascun progetto deve interessare un solo Paese, fra Algeria, Gambia, Guinea Conakry, Costa d’Avorio, Niger, Mali, Marocco, Senegal e Tunisia, al fine di prevenire la migrazione illegale e, in particolare, il traffico di migranti e la tratta di esseri umani.
Le attività di comunicazione devono essere indirizzate sia ai potenziali migranti sia alle principali figure di influenza, quali famiglie, leader religiosi o di comunità, insegnanti, migranti nei principali Paesi di transito e destinazione, migranti di ritorno e fornitori di servizi che facilitano la migrazione.
Queste le attività chiave dei progetti:
1. Ricerca preparatoria per lo sviluppo di una strategia di comunicazione su misura;
2. Una strategia di comunicazione personalizzata basata sui risultati della ricerca preparatoria,
3. La produzione e attuazione della campagna di comunicazione;
4. Il monitoraggio e la valutazione dei risultati e dell’impatto della campagna;
5. Una strategia per la sostenibilità della campagna.
Il budget complessivo messo a disposizione è di 4,5 milioni di euro e la scadenza è il 5 aprile 2018, ore 17 (ora di Bruxelles).
Qui il link alla pagina (in inglese) della “Call for proposals to support awareness raising and information campaigns on the risks of irregular migration in selected third-countries (Invito a presentare proposte per sostenere campagne di sensibilizzazione e di informazione sui rischi della migrazione irregolare in determinati paesi terzi)“.