La Commissione europea compie un importante passo avanti, soffermandosi sulle sostanze pericolose ed in particolare quelle cancerogene, al fine di migliorare la protezione dei lavoratori dalle malattie oncologiche e da altre patologie di origine professionale, aggiungendovi sostanze quali il cadmio, il berillio,l’acido arsenico e la formaldeide.
La proposta riguarda la limitazione dell’esposizione dei lavoratori a cinque nuove sostanze, che si aggiungono all’elenco del …. introducendo cosi, nella direttiva sugli agenti cancerogeni e mutageni, nuovi valori limite di esposizione per ulteriori cinque sostanze quali:
il cadmio e i suoi composti inorganici;
il berillio e i suoi composti inorganici;
l’acido arsenico e i suoi sali come pure i composti inorganici di arsenico;
la formaldeide;
il 4,4′-metilene-bis(2-cloroanilina) (MOCA).
Postiamo parte del comunicato della Commissione.
Il pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato congiuntamente dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione al vertice sociale per l’occupazione equa e la crescita di Göteborg del novembre 2017, sancisce il diritto dei lavoratori a un ambiente di lavoro sano, sicuro e adeguato al fine di operare la convergenza verso le migliori condizioni di lavoro e di vita nell’UE. La protezione della salute dei lavoratori mediante la riduzione costante dell’esposizione a sostanze cancerogene e mutagene sul lavoro costituisce uno degli interventi concreti della Commissione Juncker per realizzare tale priorità.
I dati della Commissione
I dati indicano che il cancro costituisce la maggiore causa di mortalità professionale: ogni anno il 52% delle morti legate a un’attività professionale è provocato dal cancro, rispetto al 24% dovuto a malattie del sistema circolatorio e al 2% dovuto a lesioni. L’esposizione a determinati agenti chimici sul luogo di lavoro può causare il cancro. Per quanto i tumori costituiscano una categoria complessa e alcuni fattori eziologici siano difficili da individuare, è evidente che le patologie oncologiche causate dall’esposizione a sostanze chimiche sul luogo di lavoro possono essere prevenute riducendo o eliminando l’esposizione.
L’evoluzione della direttiva Cancerogeni
Nell’intento di proteggere i lavoratori da tali rischi l’UE ha adottato nel 2004 la direttiva 2004/37/CE sugli agenti cancerogeni e mutageni, che stabilisce le misure da mettere in atto per eliminare o ridurre l’esposizione a tali agenti e dunque per contribuire a prevenire i casi di tumore professionale e le malattie correlate.
Le conoscenze scientifiche sulle sostanze cancerogene o mutagene sono in continua evoluzione e il progresso tecnologico consente di migliorare la protezione dei lavoratori. Al fine di garantire che i meccanismi di protezione dei lavoratori stabiliti dalla direttiva abbiano la massima efficacia e che in tutti gli Stati membri siano in vigore misure preventive aggiornate è necessario che la direttiva sia riveduta a intervalli regolari. Per tale motivo la Commissione ha appoggiato il processo di aggiornamento continuo della direttiva in modo da assicurarne la corrispondenza ai nuovi sviluppi della scienza e della tecnica, tenendo in considerazione i pareri delle parti sociali e degli Stati membri.
La Commissione ha proposto in precedenza, nel maggio 2016 e nel gennaio 2017, due modifiche legislative della direttiva, che hanno individuato i valori limite relativi a 21 sostanze cancerogene. La prima modifica è stata adottata dai colegislatori alla fine del 2017, diventando la direttiva (UE) 2017/2398. La seconda proposta di modifica è ora al vaglio dei legislatori. Nell’UE sono circa 21 milioni i lavoratori esposti ad almeno uno degli agenti chimici disciplinati da una delle tre modifiche legislative proposte.
Detti valori limite fissano la concentrazione massima nell’aria di una sostanza chimica cancerogena sul luogo di lavoro, per la protezione dei lavoratori. Basando tale proposta su dati scientifici e facendo seguito ad ampie discussioni con i portatori di interessi, in particolare rappresentanti dei datori di lavoro, dei lavoratori e degli Stati membri.
Clicca qui, per leggere il comunicato europeo, per intero.