Giovedì 30 settembre 2021, l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano – che nel 2010 si era posizionato terzo nella classifica dei migliori sindaci del mondo stilata dalla “City Mayor Foundation” ed era comparso al 40° posto nella lista dei leader più influenti compilata dalla rivista americana “Fortune” – è stato condannato dal Tribunale di Locri alla pena di anni 13 e mesi 2 di reclusione, oltre al pagamento di una pesante sanzione pecuniaria e delle spese processuali.
Lucano è stato ritenuto responsabile dei reati di associazione per delinquere finalizzata a commettere un numero indeterminato di delitti, tra cui peculato, turbativa d’asta, falso in atto pubblico e in certificato, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e abuso d’ufficio, e conseguentemente condannato alla pena di anni 10 e 4 mesi di reclusione.
A tale condanna si è aggiunta quella a 2 anni e 10 mesi di reclusione per un’atra serie di delitti, tra cui l’illecito rilascio di carte di identità.
In sostanza, i giudici del Tribunale di Locri hanno ritenuto fondate le accuse formulate a seguito di un’inchiesta cominciata nel 2018, chiamata Xenia, secondo cui Lucano era il promotore di un’associazione a delinquere che commetteva delitti contro la pubblica amministrazione e il patrimonio, orientando l’operato del Ministero dell’Interno e della Prefettura di Reggio Calabria per creare e consolidare un sistema di potere strumentalizzando l’integrazione degli stranieri.
Il c.d. Modello Riace – cittadina di circa 2.000 abitanti a 125 km da Reggio Calabria (20 anni fa perlopiù abbandonata) – messo appunto da Lucano e dalla sua Giunta, prevedeva che ai richiedenti asilo fossero assegnate in comodato d’uso le case abbandonate e recuperate del vecchio abitato e che i soldi dei progetti di accoglienza stanziati dal Governo fossero usati per borse lavoro e per attività commerciali gestite dagli stessi richiedenti asilo insieme ai cittadini del paese.
Il Modello Riace divenne presto famoso in tutta Europa.
Il Pubblico Ministero, Michele Permunian aveva chiesto che l’ex sindaco fosse condannato a 7 anni e 11 mesi di reclusione.
Nel corso della sua requisitoria aveva affermato che: “a Riace comandava Lucano. Era lui il dominus assoluto, la vera finalità dei progetti di accoglienza a Riace era creare determinati sistemi clientelari. Lucano ha fatto tutto questo per un tornaconto politico-elettorale e lo si evince da diverse intercettazioni. Contava voti e persone. E chi non garantiva sostegno veniva allontanato”.
I giudici del Tribunale di Locri lo hanno invece condannato a 13 anni e 2 mesi di reclusione dovendo lo stesso rispondere di 16 capi di imputazione.
L’ex sindaco dovrà anche restituire 500 mila euro relativi ai finanziamenti ricevuti dall’Unione europea e dal Governo.
La condanna è apparsa subito abnorme rispetto alle richieste della Procura, lasciando l’opinione pubblica esterrefatta.
La difesa del sindaco ha annunciato che proporrà appello, ma si resta in attesa del deposito delle motivazioni per comprendere le scelte del Tribunale.