Threads, il nuovo social di Zuckerberg non viene lanciato in Europa: a fondamento della scelta il DMA e il GDPR

Lo scorso 5 luglio 2023 l’impresa statunitense Meta Platforms ha lanciato il nuovo social network “Threads”: il social, fondato su un’attività di microblogging, può essere paragonato nel suo funzionamento al social network Twitter.

Threads è stato lanciato negli Stati Uniti, in Inghilterra e in molti altri Paesi, ma non in Europa.

Di conseguenza, non è mancato chi si è chiesto perché mai, un social network che ha superato i cento milioni di iscritti in pochi giorni dalla sua pubblicazione, non sia stato reso disponibile anche all’interno dell’Unione europea.

Non è da escludere che le ragioni siano giuridiche e siano da rinvenire essenzialmente:

  1. nella normativa sul trattamento dei dati personali delle persone fisiche e sulla loro libera circolazione, di cui al Regolamento UE 2016/679, meglio noto come GDPR, General Data Protection Regulation;
  2. nella normativa sui mercati digitali e sul digital advertising, di cui al Regolamento UE 2022/1925, meglio noto come DMA, Digital Markets Act.

Sembra dunque che il nuovo social network si ponga in contrasto tanto con alcune norme poste a tutela della privacy, quanto con altre norme poste a tutela della libertà di concorrenza, anche considerato che – al fine di poter utilizzare il social network “Threads” – è necessario che l’utente risulti già iscritto al social network “Instagram”, potendo solo tramite quest’ultimo avere accesso alle funzionalità di “Threads”.

Sono molteplici, pertanto, le potenziali violazioni riscontrabili nelle modalità di funzionamento del nuovo social network.

Innanzitutto, in una recente sentenza del 4 luglio 2023 (causa C-252/21 | Meta Platforms e a. – condizioni generali d’uso di un social network) la CGUE, pronunciandosi sul funzionamento del social network Facebook, ha chiarito che non è conforme al GDPR subordinare l’utilizzo di un social network all’accettazione indiscriminata delle condizioni generali d’uso, https://www.giurdanella.it/2023/07/la-cgue-si-pronuncia-sui-rapporti-tra-diritto-della-concorrenza-e-normativa-privacy/.

In sostanza, è stato chiarito che il consenso al trattamento dei dati non è validamente reso se costituisce una condizione per l’utilizzo stesso del social network.

Nel caso di “Threads” il problema appare ancora più ampio, dato che la sua stessa utilizzazione passa attraverso l’iscrizione obbligatoria su un altro social network appartenente al medesimo gruppo Meta Platforms, con conseguenziale accettazione dell’automatica trasmissione di dati da “Instagram” a “Threads”.

Tale obbligatoria trasmissione di dati provenienti da “Instagram”, cui è subordinato l’utilizzo di “Threads”, potrebbe senz’altro rappresentare un problema per la normativa europea in materia di privacy.

Ed ancora, il nuovo social network potrebbe porsi in contrasto anche con il DMA, normativa tesa a contrastare e prevenire gli abusi di posizione dominante delle grandi piattaforme online.

La citata normativa individua dei cosiddetti gatekeepers, ossia delle società che per motivi quantitativi e qualitativi mantengono il controllo di una grossa fetta di mercato e in esso riescono a distinguersi: anche la società Meta Platforms è stata designata quale gatekeeper.

Il DMA non ammette, ad esempio, che le società possano combinare i dati raccolti dai propri diversi social networks per la creazione di inserzioni personalizzate, quindi Meta non potrebbe combinare i dati di “Threads” e “Instagram” senza violare il divieto posto dal DMA.

Inoltre, la previsione dell’accesso su “Threads” mediante un account “Instagram” comporta che Meta favorisce i propri prodotti a scapito di altri, in violazione della libertà di concorrenza: detto sistema di auto-preferenza è vietato dal DMA, perché idoneo ad integrare un abuso di posizione dominante.

In ogni caso, staremo a vedere cosa accadrà, dato che Zuckerberg – presidente e CEO di Meta Platforms – si è detto aperto alla possibilità di adeguare il nuovo social network alle normative europee che lo preoccupano.

Redazione

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