Venerdì 28 giugno si è tenuta la settima puntata del webinar “L’Ora Legale”, condotto dall’avvocato Carmelo Giurdanella e dal dottor Santo Fabiano, dedicata alla Legge sull’autonomia differenziata.
Ospiti della puntata sono stati il professore ordinario di diritto costituzionale presso la facoltà di giurisprudenza di Catania, l’avvocato Agatino Cariola, e la dottoressa Daniela Ghiandoni, dirigente del settore Ragioneria, Bilancio ed Economato del Comune di Ancona.
Il professore Cariola ha esordito chiarendo che la Legge sull’autonomia differenziata introduce le procedure da seguire per attuare quel progetto di cd. “regionalismo differenziato” previsto dalla riforma costituzionale del 2001 che ha interessato l’intero Titolo V della Costituzione e in particolare dell’art. 116 Cost.
L’idea di una maggiore autonomia a favore delle Regioni, dunque, non ha colore politico e ha riguardato in maniera trasversale diversi governi che si sono succeduti nel tempo.
Com’è già detto, il disegno di legge Calderoli entra nel vivo della questione e specifica quale sia l’iter da seguire per addivenire alla conclusione di vere e proprie intese tra Stato e Regioni interessate a guadagnare maggiore autonomia su specifiche materie.
L’ampliamento delle competenze esclusive in capo ai governi regionali ha una conseguenza, non sempre esplicitata nel dibattito che ha riguardato l’autonomia differenziata, ossia il tema del cd. “residuo fiscale”.
In base al sistema delle autonomia differenziata, ciascuna Regione – in base al contenuto dell’accordo stipulato con lo Stato – potrà trattenere una percentuale del residuo fiscale, ossia delle tasse pagate da ciascun cittadino in base a luogo ove ha la residenza, e scegliere autonomamente come investirlo.
Questo è uno dei profili maggiormente problematici della riforma, perché rischia di far emergere con prepotenza la disomogeineità esistente tra i diversi territori regionali, a scapito di quelle aree colpite maggiormente dal fenomeno della “desertificazione demografica”.
La dottoressa Daniela Ghiandoni, dal canto suo, ha messo parimenti in luce un’altra delle criticità della Legge sull’autonomia differenziata, attinente alla determinazione dei Livelli essenziali di prestazioni (Lep) che il Governo deve individuare per ciascuna delle materie suscettibili di essere trasferite alle Regioni.
Più volte si è parlato di determinare tali livelli minimi, ma il risultato quasi mai è stato soddisfacente, per via di un metodo di acquisizione dei dati di partenza inefficiente e inadeguato all’obiettivo.
Per approfondire l’argomento vi rimandiamo direttamente alla registrazione della puntata.