In Gazzetta l’A.I. Act: l’Europa vuole un’intelligenza artificiale affidabile

Il 12 luglio 2024 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea l’A.I. Act, il primo testo di legge sull’Intelligenza Artificiale, che entrerà definitivamente in vigore il 2 agosto 2024.

Si tratta di un Regolamento destinato ad avere applicazione omogenea su tutto il territorio europeo, diversamente da quanto sarebbe accaduto con l’adozione di una Direttiva, che sarebbe stata oggetto di recepimento da parte dei singoli Stati membri, con un innegabile margine di discrezionalità sulle modalità con cui adottare le regole di matrice europea.

Si tratta di un provvedimento corposo (180 considerando, 113 articoli e 13 allegati) che si pone l’obiettivo di disciplinare lo sviluppo, l’immissione nel mercato, la messa in uso e l’uso dei sistemi di intelligenza artificiale in territorio europeo mediante un quadro giuridico organico e omogeneo; il legislatore europeo è consapevole dei rischi di una disciplina frammentaria e si pone l’obiettivo (ambizioso) di fornire un testo  (il primo al mondo) che contenga le coordinate per un uso equilibrato e rispettoso dei diritti fondamentali dei cittadini.

L’A.I. Act si basa su un approccio umano-centrico, un concetto che è bene chiarire sin da ora.

L’intervento normativo dell’Unione europea avviene in un momento in cui il fenomeno dell’intelligenza artificiale sta conoscendo una fase di massimo sviluppo in paesi come gli Stati Uniti o la Cina, a differenza di quanto accade in territorio europeo, il quale risulta essere indietro nell’ambito della ricerca e dello sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale.

L’Unione europea intende recuperare questo gap dotandosi della prima legge al mondo sull’I.A. e cercando di affermarsi come “ leader nell’adozione di un’IA affidabile” (come si legge nel considerando 2 dell’A.I. Act), laddove  con “IA affidabile” si intende un’I.A. conforme alla tutela delle persone fisiche, delle imprese, della democrazia, dello Stato di diritto e dell’ambiente.

Dunque,  se è vero che l’Unione europea non è in prima fila nell’ambito dello sviluppo dell’I.A., dall’altro lato muove i primi passi verso la regolamentazione di questo fenomeno multiforme, come dimostra l’assenza di una definizione unanimemente condivisa di Intelligenza artificiale.

L’A.I. Act, dal canto suo, auspica un’Intelligenza Artificiale a misura d’uomo, le cui regole di utilizzo siano coerenti con altre normative europee riguardanti la protezione dei dati personali, la tutela dei lavoratori, dei minori così come dei consumatori.

Ben si capisce come questo lavoro di adeguamento dell’A.I. Act al frame work legale europeo richiederà tempo, come si anticipava all’inizio dell’articolo.

Per consultare il  testo integrale clicca qui

Abbiamo parlato di A.I. Act anche qui

Redazione

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