Sono attualmente in vigore tre direttive europee in materia di appalti pubblici:
– direttiva 2014/24/UE sugli appalti pubblici;
– direttiva 2014/23/UE sulle concessioni;
– direttiva 2014/25/UE sui servizi di pubblica utilità (acqua, energia, trasporti e servizi postali).
Per quanto riguarda invece il diritto comunitario applicabile alle aggiudicazioni di appalti non (o solo parzialmente) disciplinati dalle tre direttive appalti, occorre fare riferimento alla Comunicazione interpretativa della Commissione 2006/C 179/02, pubblicata l’1 agosto 2006.
Le tre direttive del 2014 sono state recepite in Italia da un unico testo normativo, il codice dei contratti pubblici, nel testo prima approvato col d.lgs.vo 50/2016, in vigore per le gara avviate fino al 30 giugno 2024, poi sostituito dal d.lgs.vo 36/2023, per le gare avviate dopo l’1 luglio 2024, con le modifiche introdotte, a valere dal 31 dicembre 2024, dal recente decreto correttivo appalti (d.lgs. 209/2024).
L’efficace applicazione delle direttive europee è stato oggetto di una relazione speciale della Corte dei conti europea, pubblicata nel 2023 (qui il testo in italiano), che ha contestato la diminuzione della concorrenza negli appalti pubblici e il sostanziale fallimento delle direttive del 2014.
La Corte dei conti europea ha osservato che: “gli appalti pubblici sono una componente essenziale del mercato unico dell’UE. Consentono alle autorità pubbliche degli Stati membri di acquisire lavori, beni e servizi con il miglior rapporto qualità/prezzo scegliendo le imprese più efficienti. Ciò contribuisce a sua volta a rendere i mercati più competitivi e salvaguarda l’interesse pubblico. Nell’ultimo decennio, la concorrenza per i contratti pubblici è diminuita… gli obiettivi fondamentali della riforma del 2014 delle direttive dell’UE volta a garantire la concorrenza, ad esempio semplificando e abbreviando le procedure di aggiudicazione degli appalti, non sono stati raggiunti”.
La relazione ha raccomandato agli organi decisionali europei (e in particolare alla Commissione, in qualità di soggetto titolare del potere di iniziativa legislativa) di:
-chiarire gli obiettivi degli appalti pubblici e
-definirne la priorità,
-colmare le lacune relative ai dati raccolti sugli appalti pubblici,
-migliorare gli strumenti di monitoraggio per consentire una migliore analisi,
-analizzare più nei dettagli le cause profonde e
-presentare un piano d’azione per superare i principali ostacoli alla concorrenza negli appalti pubblici.
La relazione è stata fatta propria dalle Conclusioni del Consiglio dei ministri dei 27 Stati membri dell’Unione europea, condividendo la necessità di “accrescere la concorrenza leale ed efficace negli appalti pubblici di lavori, beni e servizi aggiudicati nell’UE”.
Anche le relazioni richieste dalla Commissione, di Enrico Letta (dal titolo “Much more than a Market – Speed, Security, Solidarity – Empowering the Single Market to deliver a sustainable future and prosperity for all EU Citizens” – Molto più di un mercato – Rapidità, sicurezza e solidarietà: rafforzare il mercato unico per garantire un futuro sostenibile e la prosperità a tutti i cittadini dell’UE -) e di Mario Draghi (dal titolo “The future of European competitiveness” – Il futuro della competitività europea) hanno affrontato il tema dei limiti dell’efficacia della normativa europea sugli appalti pubblici.
All’atto dell’insediamento della nuova Commissione europea, in sede di dichiarazione sugli orientamenti politici 2024-2029, la Presidente confermata ha preannunciato una revisione delle direttive sugli appalti pubblici, allo scopo di:
-privilegiare i prodotti europei nelle gare d’appalto bandite in determinati settori strategici;
-contribuire a garantire il valore aggiunto dell’UE e la sicurezza dell’approvvigionamento di tecnologie, prodotti e servizi essenziali; -modernizzare e semplificare le norme in materia di appalti pubblici, tenendo in particolare presenti le start-up e gli innovatori dell’UE.
Il Comitato economico e sociale europeo, con parere del 23 ottobre 2024, “Il potenziale degli appalti pubblici per le imprese dell’economia sociale”, ha proposto una revisione delle direttive sugli appalti pubblici, allo scopo di:
– sostituire il criterio del prezzo più basso con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa;
– consentire di tenere conto delle variazioni di prezzo risultanti da accordi salariali durante il periodo di validità del bando di gara.
La Commissione europea ha ora lanciato una consultazione pubblica, aperta fino al 7 marzo, preliminare all’adozione delle nuove direttive, per valutare “se le norme funzionino come previsto”.
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