Decisione del 20 marzo 2002

Garante per la Protezione dei Dati Personali

Decisione del 20 marzo 2002

(…)

PREMESSO:

L’interessato, destinatario di un messaggio di posta elettronica non richiesto con il quale veniva proposto un servizio di hosting in relazione ad un dominio web, lamenta di non aver ricevuto riscontro da Consulting Web S.r.l. ad una istanza proposta ai sensi dell’art. 13 della legge n. 675/1996, con la quale si era opposto all’ulteriore utilizzo dei dati che lo riguardano da parte di tale società, contestando l’invio non consensuale di messaggi di posta elettronica.

A tal fine l’interessato aveva anche chiesto di conoscere l’origine dei dati personali che lo riguardano, gli estremi identificativi del responsabile del trattamento e “dell’eventuale autorizzazione con la quale” questa Autorità aveva eventualmente permesso alla società di effettuare il trattamento dei dati, nonché di venire a conoscenza dell’eventuale consenso espresso ai fini della loro comunicazione a terzi.

L’interessato ha quindi presentato ricorso al Garante ai sensi dell’art. 29 della legge n. 675/1996, ribadendo le proprie richieste e chiedendo un ristoro per le spese sostenute e il risarcimento del danno morale subito.

All’invito ad aderire formulato da questa Autorità in data 25 febbraio u.s., Consulting Web S.r.l. ha risposto con un fax in data 28 febbraio 2002 nel quale ha precisato che:

– all’interno della società non esisterebbe un responsabile del trattamento dei dati personali;

– la società “opera nel settore Internet” e che “comunque può capitare che vengano inviate e-mail promozionali”;

– l’indirizzo di posta elettronica dell’interessato sarebbe stato acquisito da una società che “opera nel settore marketing” e successivamente cancellato dalle liste della società.

Con nota del 6 marzo u.s. il Garante ha chiesto ulteriori informazioni al titolare del trattamento, ai sensi dell’art. 29, comma 4 della legge n. 675/1996, chiedendo di specificare gli estremi identificativi della società da cui sarebbero stati acquisiti i dati dell’interessato utilizzati per l’invio di messaggi promozionali a mezzo di posta elettronica.

Con nota del 7 marzo u.s. il titolare ha risposto indicando gli estremi identificativi di una società.

CIÒ PREMESSO IL GARANTE OSSERVA:

Il ricorso verte sull’utilizzo di un indirizzo di posta elettronica dell’interessato per l’invio di un messaggio promozionale non richiesto.

Nella fattispecie, analogamente a quanto rilevato in un altro caso esaminato da questa Autorità (provv. dell’11 gennaio 2001, in Bollettino del Garante n. 16, p. 39), l’indirizzo di posta elettronica del ricorrente non risulta provenire da “pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque” e contenenti dati che possono essere quindi utilizzati, sia pure sulla base di un’idonea informativa, in mancanza di una manifestazione positiva di consenso degli interessati (art. 12, comma 1, lett. c), legge n. 675/1996).

La società resistente si è limitata ad indicare l’asserita origine dei dati (che sarebbero stati acquisiti da Labels Internet Services), ma non ha fornito alcun elemento che possa indurre a ritenere che nella fattispecie fosse stato manifestato un consenso per l’invio della e-mail contenente un’offerta di hosting per un dominio web, oppure operasse uno degli altri presupposti del trattamento equipollenti al consenso, elencati nel citato art. 12 della legge n. 675.

Deve quindi ritenersi fondata la richiesta del ricorrente di vedere interrotta l’utilizzazione dei dati che lo riguardano, in applicazione della legge n. 675/1996 in relazione all’art. 10, comma 2, del d.lg. 13 maggio 1998, n. 171, nonché dell’invocato art. 10 del d.lgs. 22 maggio 1999, n. 185 sulla protezione dei consumatori nei contratti a distanza, il quale vieta l’impiego della posta elettronica da parte di un fornitore senza il consenso preventivo del consumatore in relazione a determinate finalità tra cui rientrano quelle perseguite nel caso di specie.

Il ricorrente ha formulato le proprie richieste ai sensi dell’art. 13 anche come diffida all’eventuale, ulteriore trattamento dei dati comunque in possesso della società (la quale asserisce peraltro di aver da ultimo cancellato il nominativo del ricorrente “dalle proprie liste”) e per questo aspetto il ricorso va pertanto accolto ordinando alla società resistente di astenersi da ogni ulteriore trattamento dei dati personali relativi all’interessato e, in particolare, all’indirizzo di posta elettronica, in assenza di idonea manifestazione di consenso o di altro idoneo requisito ai sensi degli artt. 12 e 20 della legge n. 675/1996.

I presupposti per l’applicazione di eventuali sanzioni e la liceità e correttezza del complessivo trattamento di dati effettuato verranno altresì verificati nell’ambito di un autonomo procedimento che sarà attivato d’ufficio dal Garante ai sensi dell’art. 31, comma 1, lett. b), della citata legge.

Deve essere invece dichiarato non luogo a provvedere sul ricorso per la parte riguardante la richiesta di venire a conoscenza del responsabile del trattamento (la società titolare del trattamento ha infatti precisato di non averlo designato) e la richiesta di conoscere l’origine dei dati (comunicata all’interessato).

Deve essere infine dichiarato inammissibile il ricorso per quanto riguarda le richieste dell’interessato volte a conoscere l’eventuale “autorizzazione” del Garante – che risulta invero non prevista dalla legge nel caso di specie – rilasciata per lo svolgimento del trattamento in questione (trattasi infatti di richiesta che, in base al citato art. 13, non può essere specificamente formulata ai sensi di tale disposizione nel modo prospettato dal ricorrente), nonché ad ottenere il risarcimento del danno morale (istanza, quest’ultima, che non può essere prospettata a questa Autorità, la quale non è competente al riguardo).

Considerata infine la mancanza di un tempestivo e idoneo riscontro alle richieste precedentemente avanzate dall’interessato ai sensi dell’art. 13 della legge n. 675/1996, va posto a carico di Consulting Web S.r.l. l’ammontare delle spese del presente procedimento, determinato nella misura forfettaria di Euro 250,00 (di cui euro 25,82 per i diritti di segreteria), tenuto conto degli adempimenti connessi alla redazione e alla presentazione del ricorso.

PER QUESTI MOTIVI IL GARANTE:

– dichiara parzialmente fondato il ricorso per quanto riguarda la richiesta relativa alle modalità di ulteriore utilizzo dei dati relativi al ricorrente e, per l’effetto, ai sensi dell’art. 29, comma 4, della legge n. 675/1996, ordina a Consulting Web S.r.l. di cessare il comportamento illegittimo e di astenersi con effetto immediato da ogni ulteriore trattamento dei dati personali relativi al ricorrente in difformità da quanto indicato in motivazione;

– dichiara ai sensi dell’art. 20, comma 2, del d.P.R. n. 501/1998, non luogo a provvedere sul ricorso per quanto riguarda la richiesta volta ad ottenere gli estremi identificativi del responsabile del trattamento e l’origine dei dati personali;

– dichiara inammissibili le richieste dell’interessato relative agli estremi dell’eventuale autorizzazione del Garante e al risarcimento del danno morale, nei termini di cui in motivazione;

– determina ai sensi dell’art. 20, commi 2 e 9, del d.P.R. n. 501/1998, nella misura forfettaria di Euro 250,00 di cui euro 25,82 per i diritti di segreteria, l’ammontare delle spese e dei diritti del presente procedimento posti a carico di Consulting Web S.r.l., la quale dovrà liquidarli direttamente a favore del ricorrente.

(PRESIDENTE, S. Rodotà; RELATORE, M. Paissan)

Redazione

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