L’amministrazione Bush ha deciso di ricorrere alla Corte Suprema contro la recente sentenza del Tribunale di Philadelphia che ha dichiarato incostituzionale l’applicazione di filtri ai siti web con contenuti sessualmente espliciti, prevista da una legge del Congresso statunitense.
La legge in questione e’ il Children’s Internet Protection Act: il provvedimento, che avrebbe dovuto entrare in vigore il prossimo mese, impone l’installazione dei filtri antiporno sui computer delle biblioteche pubbliche.
I giudici invece sostengono che i filtri provocano il blocco di siti scientifici che non hanno alcun contenuto dannoso per i minori.
Le legge prevede che gli adulti possano richiedere ai bibliotecari la rimozione dei filtri, ma la corte di Philadelphia ha ritenuto che molte persone potrebbero essere fermate dall’imbarazzo.
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