Polemiche sulla proposta di Urbani e sulla direttiva europea IPRED

E’ ancora la proprietà intellettuale ad essere al centro dell’attenzione.
Dopo la proposta del Ministro dei Beni Culturali Giuliano Urbani di
introdurre sanzioni penali per gli utenti del peer to peer, immediate
sono state le reazioni contrarie della comunità di internet.

Secondo Paolo De Andreis, direttore responsabile di Punto Informatico,
criminalizzare migliaia di condivisori di files porterà solo a
rafforzare il mercato nero del cinema.

Ciò che più preoccupa è che in base al decreto legge predisposto dal Ministro Urbani i Provider dovrebbero trasformarsi in cani da guardia e delatori dei propri utenti; il file sharing verrebbe, inoltre, punito con pesanti sanzioni penali, oggi applicabili solo a coloro che riproducono contenuti protetti per fine di lucro.

Parallelamente in questi giorni si discuterà dinanzi al Parlamento Europeo la direttiva IPRED (Intellectual Property Rights Enforcement Directive) che sulla carta avrebbe esclusivamente lo scopo di armonizzare le legislazioni nazionali in materia di lotta alla pirateria informatica, ma che in realtà introduce l’equiparazione della riproduzione e dello scambio di contenuti protetti senza fine di lucro alla contraffazione e diffusione su larga scala e prevede il sequestro di tutti i beni mobili ed immobili del detentore ed il blocco dei suoi conti bancari.

Secondo la “Free Software Foundation Europe” le maggiori insidie della direttiva sarebbero:
1) diminuzione delle garanzie relative alla privacy ed impossibilità di utilizzare materiale sotto copyright senza scopo di lucro per fini educativi;
2) utilizzo di forze di polizia private pagate dalle majors per effettuare perquisizioni in abitazioni di privati sospettati di detenere materiale illegale;
3) ingiustificate misure preventive di sequestro di beni mobili ed immobili e blocco di conti correnti bancari dei sospettati, prima che essi siano comparsi dinanzi all’autorità giudiziaria.

Per contrastare l’approvazione della direttiva si è mobilitata una coalizione internazionale di gruppi per i diritti dei consumatori e per le libertà civili, la Campagna per un Ambiente Digitale Aperto (Campaign for an Open Digital Environment), che si è data appuntamento oggi 8 marzo dalle 16.30 alle 18.30 a Strasburgo, all’esterno dell’edificio che ospita il Parlamento
Europeo.

Redazione

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