La ripresa lavorativa dopo le ferie è caratterizzata dal dibattito sull’entrata
in
vigore
del decreto Bersani, ormai definitivamente convertito in legge.
E’ utile leggere, a tal fine, l’editoriale pubblicato sull’ultimo numero della
bellissima rivista Altroconsumo, presente su Internet all’indirizzo http://www.altroconsumo.it/
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Altroconsumo, n° 196
– settembre 2006
“La concorrenza fa bene a tutti”
Una svolta storica che aspettavamo, anzi per cui ci battevamo, da anni.
“Leggi che potrebbero, se applicate con coerenza, aprire spazi di concorrenza
laddove non c’era, rendere più efficiente e trasparente il mercato,
eliminare alcuni dei privilegi, vincoli e corporativismi, che per decenni hanno
danneggiato i cittadini e frenato lo sviluppo del Paese.
Parliamo del pacchetto “cittadino
consumatore” sulla liberalizzazione dei servizi e delle professioni,
lanciato come un fulmine a ciel sereno all’inizio di luglio e divenuto
legge. Avevamo chiesto che il cittadino fosse posto al centro delle scelte
della politica economica del Governo: e in effetti sono state affrontate alcune
delle priorità da noi indicate da tempo e ribadite alla vigilia delle
scorse elezioni, l’aprile scorso, con un documento che avevamo inviato
a tutte le forze politiche.
Cambiare conto corrente senza pagare un insensato costo di uscita; trovare
un taxi quando serve e, magari, pagarlo meno; vendere un’auto senza essere
costretti a passare da un notaio; decidere con il proprio assicuratore la polizza
più adatta, scegliendo tra le offerte di compagnie diverse; farsi risarcire
direttamente dalla propria compagnia assicurativa il danno in caso di incidente;
trattare il compenso dell’avvocato; acquistare un farmaco da banco in
un supermercato come avviene in quasi tutti i Paesi del mondo, aprire più facilmente
un’attività…
Insomma, se le parole diventeranno fatti potremo godere in un futuro prossimo
di alcuni dei vantaggi che un mercato più concorrenziale già garantisce
altrove: più libertà, più scelta, prezzi più bassi,
più opportunità di lavoro.
Le reazioni, proteste di piazza e scioperi, delle categorie interessate hanno
visto avvocati e tassisti, farmacisti e panificatori accomunati dalla difesa
di quelli che, con ogni evidenza, sono soprattutto interessi personali e privilegi
corporativi, spesso già segnalati e talvolta sanzionati anche dall’Autorità garante
per la concorrenza e il mercato.
Le recenti liberalizzazioni, se realizzate, porteranno vantaggi e maggiore
tutela ai cittadini senza costi né per loro né per lo Stato.
E inizieranno a sgretolare molti ingiusti privilegi e inutili vincoli alla
competitività, a tutto vantaggio dell’interesse collettivo.
È un primo passo coraggioso, di rottura con il passato e importante
anche per la sua valenza simbolica, ma al quale devono seguirne altri nella
stessa direzione, con l’avvio di liberalizzazioni in altri settori di
particolare importanza.
Come l’energia: a più riprese e anche recentemente l’Autorità garante
per l’energia elettrica e il gas ha affermato che il mercato italiano
non è ancora concorrenziale, situazione che contribuisce a mantenere
elevate le tariffe. La liberalizzazione del settore non può e non deve
rimanere solo sulla carta, con il monopolio di fatto di Enel ed Eni. Per non
parlare delle telecomunicazioni, dei trasporti e di tutto ciò che ancora
resta da fare nel settore bancario, dove le soppresse spese di chiusura del
conto sono solo uno dei mille problemi (e costi e disagi) che si devono affrontare
se si vuole lasciare la propria banca.
Immaginiamo che siano d’accordo anche i tassisti, che certo hanno un
conto corrente; o gli avvocati, spesso alla ricerca di un taxi; o i farmacisti,
che come tutti pagano le bollette della luce e del telefono; o i notai che,
anche loro, ogni tanto, hanno bisogno di un’aspirina”.