I blog dedicati alla tecnologia sono in fermento in seguito
all’annuncio di una possibile candidatura al Congresso degli Stati
Uniti di Lawrence Lessig, professore di diritto costituzionale presso
la Standford University, esperto di diritto d’autore e creatore delle
licenze Creative
Commons.
Lessig nei mesi scorsi aveva annunciato la propria decisione di
abbandonare la campagna in favore di un diritto d’autore “sostenibile”
per impegnarsi in un progetto volto a debellare le conseguenze nefaste
per la legislazione delle pressioni esercitate sui membri del Congresso
dalle potenti lobbies americane. Il progetto, denominato “Change
Congress” mira alla creazione di una coalizione di politici
bipartisan che assumano questi tre impegni:
1) rinunciare ai contributi elettorali delle lobbies;
2) bandire i finanziamenti pubblici stanziati in favore di specifiche
organizzazioni,
associazioni e progetti (c.d. earmarks);
3) instaurare un equilibrato sistema di finanziamento pubblico dei
partiti e dei candidati.
L’iniziativa di Lessig è una conseguenza degli studi in materia di
diritto d’autore; secondo Lessig le distorsioni della legislazione sul
diritto d’autore, che negli USA hanno portato ad estenderne la durata di venti anni, si spiegano solo se
si prende in considerazione l’influenza esercitata sull’organo
legislativo dalle potenti lobbies delle majors dententrici dei diritti
d’autore.
L’influenza delle lobbies è, tuttavia, un problema molto più ampio. Ad
esempio negli USA, nonostante il parere contrario dei più importanti
nutrizionisti, la US Food and Nutrition Board, organismo federale che
si occupa di alimentazione, raccomanda alle famiglie statunitensi che i
bambini assumano una quantità di zucchero per almeno il
venticinque per cento delle calorie necessarie al fabbisogno
giornaliero. Questa raccomandazione è il risultato delle pressioni
esercitate dalla lobbies dei produttori di zucchero. Qualcosa di simile è
accaduto in materia di legislazione sul fallimento: le potenti lobbies
delle carte di credito hanno ottenuto che, in caso di fallimento, le
grandi società possano soddisfarsi con precedenza rispetto ai piccoli
creditori.
Non è ancora chiaro in che modo Lessig intende realizzare in concreto
il suo progetto, ma è certo che, analogamente a quanto accaduto per le
licenze Creative Commons, il professore farà largo uso della
tecnologia. Per saperne di più: http://lessig08.org/